In pre-pandemia parlavamo spesso di "cinesate", ora questo termine è offensivo e non più veritiero. L'ultimo Salone ci ha mostrato come in pochissimi anni di evoluzione i cinesi siano entrati nel mondo motociclistico occidentale dalla porta principale
Quello che "fa strano" è invece quanto l'opinione pubblica e i gusti degli utenti possano cambiare in un tempo altrettanto breve. Prima dell'inizio della pandemia, le moto cinesi erano qualcosa di scopiazzato male, ai nostri occhi, e l'idea di importanti nomi del motociclismo europeo in mano a grossi gruppi industriali cinesi ci faceva rabbrividire. Guardiamoci ora, dopo essere stati a spasso per il padiglioni di EICMA 2021, attratti come calamite dai grandi stand di Zontes, Voge, QJ, CF Moto ecc.
Sembravano più luminosi e interessanti degli altri, dominavano su una miriade di altri stand che passavano in secondo piano. E la calca di persone attorno ai modelli, a commentare la qualità, le soluzioni tecniche ed estetiche, proprio come se fosse un qualsiasi altro brand, di qualsiasi altra parte del mondo. Questi marchi sono ufficialmente diventati parte dei "big", e noi abbiamo cambiato idea in un nanosecondo, riconoscendo la realtà e mettendo da parte campanilismi e malcelati razzismi (motociclisticamente parlando).
Nel 2022 la TRK 502 avrà un’erede. Quella che oggi è la moto più venduta in Italia, dalla seconda metà del prossimo anno sarà affiancata dalla TRK 800, una nuova versione con motore da 754 cc. L’architettura sarà sempre quella del bicilindrico parallelo frontemarcia, con il doppio albero a camme in testa, le 4 valvole per cilindro e il raffreddamento a liquido. Il design della Benelli TRK 800 enfatizza l’aumento di cilindrata. Le forme, ora sono quelle di una vera moto da fuoristrada
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