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Fenomeno supersportive: quando la race replica faceva sognare

Non sappiamo bene dove è iniziato il boom delle supersportive, è qualcosa che - al contrario di altre mode - non è stato accompagnato dalla presentazione di uno specifico modello ed è cresciuto in modo esponenziale nel giro di un decennio. I primi segni dell'interesse dei motociclisti italiani (ed europei in generale) per i mezzi manubri arriva, forse, dai primi anni '90 e dalla nascita delle 600 supersportive come CBR-F e Yamaha FZR, moto che hanno messo le basi per il proliferare di questa categoria a cavallo del nuovo millennio. Di sicuro possiamo identificare fra le cause di questo incredibile e irrazionale interesse due grandi protagonisti: il Giappone e il campionato mondiale Superbike.

La guerra delle "4 sorelle"

Giappone, perchè la partita dei grandi numeri delle supersportive sul mercato è un affare tutto giapponese fra Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki. Le moto italiane, benchè non-plus-ultra del segmento erano collocate più in alto sia come prezzo che come performance sportive, e anche per questo rimasero nella nicchia pur aumentando anche loro le vendite.

Dal Sol Levante, invece, iniziarono ad arrivare modelli incredibili e tutto sommato abbordabili come le 750 di metà anni '90: si parla di CBR 900, Kawasaki ZX-7R, Suzuki GSX-R 750 SRAD e Yamaha FZR 750, che assieme alle sorelline di 600 cc hanno iniziato la scalata alle classifiche di vendita di pari passo con la crescente popolarità del mondiale per le derivate di serie, quella Superbike che subito dopo il 2000 visse la sua "Golden Age" e fece andare fuori controllo il mercato delle neonate 1000 carenate, che possiamo riconoscere come il punto più alto del fenomeno supersportive in Italia.