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Andare in moto: codice della strada vs codice morale

Quando apriamo la porta del garage, accendiamo la moto e usciamo dal nostro spazio privato, entriamo in un universo fatto di regole decise dalla legge e dal buon senso che richiedono adattamento e un cervello sempre ben allenato a capire cosa fare e come. Chiunque utilizzi un mezzo a motore su una strada pubblica ha delle responsabilità nei confronti del prossimo, ma nel caso del motociclista si sale addirittura ad un livello superiore per via della natura "pericolosa" del mezzo a due ruote e delle prestazioni nettamente superiori a qualsiasi altro normale veicolo che possiamo incrociare sulla via.

Non dimenticare mai responsabilità e rischi

Le regole della strada sono state studiate per limitare al massimo gli incidenti e la loro gravità, quindi sono per natura conservative e inducono tutti gli utenti a condurre i loro mezzi piuttosto lentamente. Il codice della strada non viene rispettato sempre alla lettera, direi quasi mai al di fuori delle autostrade, e in moto è ancora più difficile proprio per la sua natura divertente.

Nella classifica degli incidenti in moto più frequenti ci sono le situazioni di traffico cittadino fra incroci a "T" e immissioni con scarsa visibilità, i sorpassi troppo azzardati e in prossimità di curve cieche e le cadute per perdita di controllo del mezzo, che sono sempre un numero altissimo e le più frequenti fuori città.

Tutte queste situazioni causate dalla distrazione o dall'errato calcolo del rischio (nostro o da parte degli altri) possono essere limitate se il senso di responsabilità rimane alto. È giusto anche provare un pizzico di paura per le potenziali conseguenze di una manovra azzardata o mal calcolata, che magari ci farà aspettare alla curva dopo per eseguire un sorpasso o ci farà prendere quella serie di curve con un pelo più di calma.