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Ducati Monster 2026: ecco la quinta generazione

Il nome Monster, per Ducati, ha una valenza storica. È stata la prima moto al mondo a ostentare uno stile così minimalista, incentrato sulla meccanica, con prestazioni sportive ma alla portata di molti polsi. Disegnata dal visionario Miguel Galluzzi, la storia ci insegna che questa moto ha fatto la fortuna dell’azienda ed è per questo che non è mai stata abbandonata, versione dopo versione.

Per il 2026 Ducati presenta la quinta generazione di Monster, una moto completamente nuova e che sfrutta la piattaforma V2 già vista su Panigale, Streetfighter e Multistrada. Scopriamola in dettaglio!

Piattaforma condivisa

Come già anticipato, la nuova Ducati Monster sfrutta la piattaforma V2 già introdotta su altri modelli. Un bicilindrico a V di 90° di 890 cc con fasatura variabile lato aspirazione (non ha distribuzione desmodromica) capace in questo caso di 111 CV a soli 9.000 giri e 91 Nm.

Un motore leggero (54,3 kg), che svolge funzione portante con il telaio monoscocca in alluminio (che a sua volta funge da airbox) e che contribuisce a contenere il peso in 175 kg senza la benzina. Una caratteristica unica è il telaietto, una struttura mista e costituita in parte da un traliccio in acciaio, in parte da una struttura in GFRP, un materiale composto da polimeri e fibra di vetro particolarmente resistente e leggero (si utilizza con successo nell’edilizia e nell’ingegneria aerospaziale). Il telaietto si aggancia al monoscocca nella parte alta e al motore nella parte bassa. 

Hi-Tech

In Ducati la tecnologia va di pari passo con lo sviluppo della meccanica ed è per questo che anche il Monster (in Ducati lo declinano al maschile) è equipaggiato con tutta la suite di controlli di ultima generazione. Grazie all’IMU a 6 assi i 4 Riding Mode (due a potenza piena, due a 95 CV) regolano mappa motore, controllo di trazione, wheelie control (separato dal traction), ABS Cornering e anche il livello di freno motore.

Non manca nemmeno il quickshifter bidirezionale di ultima generazione, direttamente derivato dalla Panigale V4. Tutto si regola da una nuova strumentazione TFT a colori di 5 pollici tramite un nuovo joystick al manubrio. Lo schermo è collegabile via Bluetooth allo smartphone per riprodurre musica, chiamate e le indicazioni turn-by-turn del navigatore. 

Struttura solida

Tornando alla ciclistica, il monoscocca lavora con sospensioni Showa non regolabili (a meno del precarico del mono, fissato lateralmente) e un nuovo forcellone bibraccio con asola interna, identico a quello già visto su Streetfighter e Panigale V2. I cerchi calzano pneumatici Pirelli Diablo Rosso 4 (dietro 180/55) mentre l’impianto frenante è fornito da Brembo (all’avantreno: pinze monoblocco M4.32, pompa radiale, dischi di 320 mm).

A livello ergonomico non ci sono grandi novità, a meno del manubrio più avanzato (+7 mm) e rialzato (+7 mm), mentre il design ha giovato di una bella rinfrescata generale. Come da tradizione Ducati, la lista accessori è molto completa e spazia dalla possibilità di abbassare la sella (da 815 mm fino a 775 mm adottando la sella bassa e le sospensioni ribassate) fino alle manopole riscaldabili, passando per scarico Termignoni, sensore di pressione pneumatici TPMS e via discorrendo.

Ducati Monster 2026: prezzo e disponibilità

È disponibile bianca o rossa e anche in versione “Plus” (cupolino e cover sella passeggero in tinta).
E i prezzi?
Si parte da 12.890 euro della standard per arrivare ai 13.490 euro della versione Plus in colorazione bianca. Niente male, per essere Ducati.