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Prova Cake Makka: il tubone del nuovo millennio

Nonostante l'influenza del colosso Ikea nella nostra cultura di massa, i nomi che gli svedesi scelgono per i propri prodotti manterranno per noi sempre un'aurea di mistero. C'è da dire, però, che almeno questa volta in Cake ne hanno trovato uno più semplice del solito da ricordare: Makka. E se proprio non riusciamo a ricordare il nome (suvvia che ce la possiamo fare!), non c'è dubbio che possiamo facilmente ricordare il design originale, minimalista, un po' futurista e un po' deja-vu e quasi inspiegabilmente cool. Diciamo così perché ai designer di Cake è bastato letteralmente tracciare due linee per ottenere un risultato d'effetto che ci ha convinto subito.

Makka, il moped di oggi

Il giovanissimo marchio di Stoccolma, da poco disponibile anche in Italia, allarga verso il basso la propria proposta con un ciclomotore davvero molto interessante per look e soluzioni tecniche e (finalmente) anche per il prezzo: 4.200 euro al netto degli incentivi. Se il fascino post-moderno di Cake non è più una novità dopo l'enduro Ink e lo scooter anticonvenzionale Ösa, con questo Makka abbiamo tra le mani qualcosa di realmente utilizzabile ogni giorno nelle nostre città per gli spostamenti a corto raggio. Costruito nella capitale scandinava all'insegna del minimalismo più puro è privo di qualsiasi sovrastruttura, ma si può personalizzare con tanti accessori adattandolo alle proprie esigenze e si può scegliere in due eleganti versioni monocromatiche e opache: bianco o un grigio che alla luce del sole mostra una piacevole punta di azzurrino. Entrambe hanno sellino e manopole bianche, tanto eleganti quanto delicate da mantenere nel loro originale candore.

Passando invece ai numeri, il primo che salta all'occhio è il peso dichiarato in appena 55 kg ai quali vanno aggiunti gli 11 kg della batteria da 1,5 kWh per un totale di appena 66 kg in ordine di marcia. Inoltre il peso si trova in pratica in mezzo ai piedi a vantaggio di una guida disinvolta. Il motore a magneti permanenti da 3,6 kW (4,8 CV) e 60 Nm di coppia è nel mozzo ruota posteriore e non ci sono organi di trasmissione. Le prestazioni, al netto dei 45 km/h di velocità massima, ci sono sembrate abbastanza brillanti per muoversi agevolmente nel traffico e per coprire rapidamente gli spostamenti a breve raggio. L'autonomia è di circa 50 km, più che sufficienti in città anche perché si può ricaricare in ogni momento alla presa domestica e in un paio d'ore si raggiunge l'80%, in tre il 100%. Per farlo, però, bisogna portare con sé un caricabatterie esterno non particolarmente ingombrante ma che, in mancanza di qualsivoglia vano, richiede una borsa o uno zaino apposito. Nel caso si necessiti di allungare un po' l'autonomia, si può comunque scegliere un riding mode più conservativo che limita la velocità a 25 km/h. Non mancano la frenata rigenerativa e l'EBS. Le ruote sono di 14"x2,15" e 14"x3,00" con mozzi in alluminio forgiati e lavorati al CNC. La forcella è di tipo tradizionale ed ha un'escursione di 90 mm, mentre al retrotreno lavora un monoammortizzatore centrale con regolazione del precarico ed escursione di 120 mm.

Altamente personalizzabile

Tra le curiosità di questo Makka c'è come dicevamo la possibilità di trasformarlo con una serie di accessori. Si va dal classico portapacchi al cestino posteriore per trasporti generici fino al seggiolino per bambini per arrivare a scuola in grande stile. Non mancano i borsoni laterali waterproof marchiati Thule, un bauletto in alluminio da ben 35 litri, il sellino per il passeggero e l'immancabile porta-surf adattabile anche a sci, longboards e tavole in genere. Per chi vuole semplicemente proteggersi dagli spruzzi nelle giornate di pioggia, ci sono anche i "Prism" che sono letteralmente dei prismi colorati che fanno da windscreen sul manubrio e da protezione delle gambe.

Una guida sbarazzina

Abbiamo guidato il Makka per le vie di Milano e siamo rimasti contagiati dal suo spirito sbarazzino e un po' hipster intercettando molti sguardi incuriositi che spesso si sono trasformati anche in domande. A chi ha passato gli -anta ricorda l'adolescenza mentre per chi è più vicino ai trenta è un modo figo per muoversi senza temere pavé, marciapiedi e rotaie grazie alle gomme scolpite e cicciotte. Tra le sorprese abbiamo annotato la comodità inaspettata della sella che seppur non offra molte possibilità di movimento è più morbida di quanto l'aspetto lasci presagire. Inoltre si può regolare l'altezza come si faceva un tempo con i ciclomotori. L'ergonomia nell'insieme è piuttosto buona: il Makka non risulta minuscolo e non ci si sente come il classico orso su un triciclo. Larghezza e posizione del manubrio sono azzeccate e contribuiscono ad una generale sensazione di piacevolezza e spensieratezza mentre col sorriso si dribblano le insidie metropolitane senza difficoltà e in silenzio.

Le pedane sono forse un po' piccine e ci sarebbe piaciuto averle più larghe ma soprattutto più lunghe in avanti per consentire maggior movimento al piede. Già così, però, sono decisamente più comode dei pedali dei vecchi ciclomotori che possiamo considerare gli antenati di questo Makka, così semplice da essere antico e moderno assieme. Troviamo piacevole la grafica del piccolo dashboard che però quando il sole è a picco non è molto visibile. Nella guida non abbiamo notato dei punti deboli, anzi tutto funziona a dovere, dal motore alle sospensioni ai freni. La sensazione è quella di avere per le mani un mezzo leggero ma solido, decisamente poco impegnativo e che può essere maltrattato senza troppe remore. Esattamente ciò che mezzo secolo fa facevamo con i ciclomotori: che sia arrivato il momento del loro riscatto? Di certo l'elettrico unito allo stile Cake dà loro la chance di un nuovo futuro.