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Kawasaki Mach IV 750 Special by Jan Sabro

La celebre Mach IV 750 era una leader indiscussa. La prima versione arrivò sul mercato nel 1972 e Kawasaki la proponeva come la moto di serie più scattante e più veloce del mondo. Era tutto vero. Sarà famigerata, ma indimenticabile. Vibrava, e aveva un impressionante rumore metallico, ma, soprattutto, decollava ad ogni partenza veloce.

LO SCOPO PRINCIPALE DI QUESTO MODELLO era tenere sempre in prima linea il nome Kawasaki sul fronte delle maximoto, e non c’è dubbio che l’obbiettivo sia stato perfettamente raggiunto. Ne è testimonianza il fatto che ancora oggi questo modello sia più ambito che mai dai collezionisti, ma anche da chi – come in questo caso – non esita a sacrificare un po’ di originalità per aumentarne la sicurezza ed usare la moto quotidianamente.

GLI INTERVENTI OPERATI SULLA TRICILINDRICA 2T hanno fatto guadagnare un risparmio di peso di circa 5 kg, ma ciò che più conta è che la ciclistica è stata notevolmente migliorata. All’avantreno si è provveduto a montare una forcella di Kawasaki Z 1000 del ’78, più robusta dell’originale, e con un’estetica che non interferisce con la linea della moto. DELLA Z 900 sono invece il manubrio e il faro, mentre il corto parafango anteriore proviene da una LTD 1000. Tutto Made in Kawasaki. L’impianto frenante anteriore, che contava su un solo disco da 296 mm è stato raddoppiato e coadiuvato da due valide pinze Billet a 4 pistoncini messe in posizione arretrata rispetto ai foderi.

LE RUOTE A RAGGI montano entrambe degli splendidi cerchi Akront in alluminio da 18”, con canale da 2,5” all’anteriore e da 4,25” al posteriore, e montano rispettivamente pneumatici da 110/80 e da 150/70. Al retrotreno sono spariti gli ammortizzatori di serie e il leggero braccio oscillante che lavorava su boccole in nylon. Ora le boccole sono in bronzo, gli ammortizzatori hanno ceduto il posto a dei validi Koni regolabili, e lo striminzito forcellone è stato sostituito con una splendida unità in alluminio a sezione rettangolare e di larghezza maggiorata della JMC.

CON L’ADOZIONE di nuovi pistoni Wiseco e di particolari accorgimenti, il montaggio di filtri conici K&N e delle splendide marmitte a camera di espansione fabbricate in Italia dalla Jolly Moto, la potenza è salita a 85 CV. Una livrea giallo limone, per diversificarla dalle altre pur mantenendo l’originale grafica a doppio filetto bicolore con movimento a onda completa questa Special classe 1973.

IL RISULTATO È UNA VERA MOTO/LEGGENDA DEGLI ANNI ’70 con più ciclistica e più esuberanza, ma dedicata a centauri esperti, in grado di non farsi intimorire dall’assenza di freno motore e dalla disposizione del cambio con la folle in basso e tutte le 5 marce verso l’alto.