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Coronavirus, Yamaha chiude tutti gli stabilimenti in Giappone

Si mettono male le cose in Giappone. Il settore dei motori sta vivendo una drammatica crisi causata dall’emergenza sanitaria da coronavirus. Il crollo della domanda ha obbligato le aziende, una dopo l’altra, a chiudere i loro stabilimenti e ad annunciare lo stop temporaneo. L’ultima in ordine di tempo ad abbassare la serrande, dal 18 al 22 maggio, è Yamaha con le sue 46 sedi produttive e circa 9.200 dipendenti.

La decisione

Yamaha aveva cercato di arginare la situazione annunciando già la sospensione delle attività in sei stabilimenti di moto (compreso il principale a Iwata) per otto giorni e due impianti di assemblaggio di motori fuoribordo per 16 giorni, entrambi durante il mese di maggio. Ma questo non è stato sufficiente e adesso il lockdown è completo, con la sola eccezione di due fabbriche di Hamamatsu, che si occupano robotica. La domanda continua a scendere, il resto del mondo è ancora bloccato e a Yamaha non resta che adeguarsi, in attesa che la situazione migliori.

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