Dopo quasi vent’anni di onorato servizio, la Suzuki Hayabusa è uscita di produzione alla fine del 2018. Il motivo? Perché non in linea con le normative sulle emissioni (i limiti Euro 4 erano entrati in vigore ufficialmente il 1° gennaio 2017, ma alle aziende erano stati concessi altri due anni per vendere le rimanenti moto Euro 3). Sono ormai molti mesi che dal Giappone arrivano voci relative a un suo ritorno e non mancano notizie sulle possibili caratteristiche della maxi tourer: motore da 1.440 cc e 200 CV, telaio completamente nuovo e cambio semiautomatico. Ma non c’è niente di ufficiale per il momento, oltre alla mancanza di dichiarazione da parte della Casa di Hamamatsu.
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Nuovi dettagli
Avanzando verso il 2021, spuntano altri rumors (a parlare è la rivista giapponese Autoby). La nuova Suzuki Hayabusa dovrebbe arrivare con l’omologazione Euro5 e dotata di piattaforma IMU. Non è dato sapere, al momento, in che modo Suzuki abbia migliorato la moto attraverso l’aggiornamento agli standard di emissioni, ma è possibile ipotizzare che il grosso del lavoro sia stato fatto sul sistema di aspirazione e sullo scarico. Inoltre, come è successo in Yamaha con la YZF-R1, gli ingegneri dovrebbero aver aggiunto convertitori catalitici più piccoli lungo il sistema di scarico per abbassare ulteriormente i gas inquinanti.
Revisione esterna
Oltre agli interventi sulla meccanica, gli esperti di Hamamatsu molto probabilmente cambieranno anche qualcosa nell’aspetto. Premesso che la Suzuki Hayabusa non è mutata molto dal suo lancio nel ’99, si dovrà fare attenzione a non stravolgere l’immagine a cui gli appassionati sono abituati e affezionati, perché si tratta di un modello decisamente iconico. Dall’altra parte, non osare con le modifiche potrebbe ridurre l’appeal di novità sul cliente. E quindi? Va trovato un giusto compromesso e di certo non è un compito semplice.
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