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Parigi, venduta all'asta la moto di serie più antica che esista

Gli albori del motociclismo sono stati un'epoca selvaggia. Dai motori legati ai telai di ignare biciclette ai velocipedi a vapore, le persone erano desiderose di trovare modi nuovi e migliori per spostarsi. Le nuove frontiere tecnologiche sono tipicamente un'epoca di grande sperimentazione, e questa era del motociclismo non era certo diversa.

Chi coltiva una passione per qualcosa non è solo interessato a provarla o averla nel presente, ma è mosso anche da curiosità riguardanti il suo passato. Per i motociclisti questo potrebbe essere la conoscenza della moto di serie più vecchia al mondo. Ebbene, vogliamo soddisfare questa piccola curiosità presentandovi la Hildebrand & Wolfmüller del 1894, il primo mezzo a prendere il nome “motocicletta”, messa all'asta questo mese da Bonhams Parigi. Questa storica motocicletta, in realtà, è già stata venduta al gran prezzo di 195.500 euro. Bravo chi non se l'è lasciata scappare!

La  storia della Hildebrand & Wolfmüller 

Nacque dalla mente e dalle mani dei fratelli Heinrich e Wilhelm Hildebrand e Alois Wolfmüller e il suo meccanico Hans Geisenhof. Lavorando duramente, i quattro riuscirono a realizzare per questa motocicletta di serie un propulsore bicilindrico parallelo a 4 tempi raffreddato ad acqua. Da quanto si apprende, il motore erogava 2,5 CV di potenza a 240 giri al minuto e raggiongeva una velocità massima di 45 Km/h. Se nel 2023 non desta alcuna sorpresa o sbalordimento, all'epoca ebbe una grande risonanza, considerata la scarsità di vetture a motore.

Bonhams la descrive così: "La pratica delle locomotive a vapore era ulteriormente richiamata dalle lunghe bielle che collegavano direttamente i pistoni alla ruota posteriore, la quale apriva e chiudeva le valvole di scarico meccaniche tramite aste di spinta azionate da una camma sul mozzo. Quest'ultimo conteneva un ingranaggio di riduzione epicicloidale e non c'era il volano dell'albero a gomiti, che veniva utilizzato dalla ruota posteriore a disco pieno. Gli elastici assistevano i pistoni nella corsa di ritorno. Il carburante veniva alimentato dal serbatoio a un carburatore di superficie e poi, attraverso le valvole di aspirazione atmosferica, ai cilindri dove veniva acceso da un tubo caldo al platino, sviluppato da Daimler”.

Il parafango posteriore a forma di scatola fungeva da serbatoio per l'acqua di raffreddamento del motore, mentre uno dei tubi del telaio fungeva da serbatoio dell'olio. I pneumatici, prodotti su licenza da Dunlop da Veith in Germania, furono i primi di tipo pneumatico mai montati su una motocicletta", questo quello che si legge. L'esemplare messo all'asta ha il numero di telaio 619 e il numero di motore 69, ed è considerato il primo numerato ancora esistente. Nella vendita è compresa la documentazione d'epoca del marchio e i documenti dell'epoca. L'unica cosa che è stata cambiata sono le gomme e le fasce, per il resto la moto è, si può dire, quasi nuova.

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