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Norme antinquinamento, come hanno cambiato le moto

Era il 1999 e il mondo del motociclismo iniziava la sua trasformazione. Con la normativa Euro1, tutti i motocicli immatricolati dal 1° gennaio dovevano rispettare alcune normative europee in merito alle emissioni inquinanti, addattandosi alle regole già in essere per le auto dal 1993. A distanza di 22 anni siamo arrivati all'Euro5 e le regole sempre più restringenti hanno cambiato sia tecnicamente che esteticamente le moto, costringendo i costruttori a inventarsi nuove soluzioni e tecnologie.

Come sono cambiate le normative "Euro"?

Ma queste normative cosa sono, in concreto? Con l'introduzione dell'Euro1 alla fine del secolo si è messo un tetto alle sostanze inquinanti emesse dallo scarico delle moto. Il limite massimo è stato stabilito in 13 g/km di monossido di carbonio (CO), 3 g/km di idrocarburi incombusti (HC) e 0,3 g/km di ossidi di azoto (NOx). Come si è ovviato al problema? semplicemente dotando gli impianti di scarico di catalizzatore come già accadeva sulle auto da qualche anno, e tutte le moto in produzione sono riuscite agilmente a superare il test.

Ora siamo arrivati al quinto aggiornamento di queste regole, e con l'Euro5 del 1° gennaio 2021 la cosa è diventata ben più complicata: tutte le moto immatricolate da quest'anno non possono superare 1 mg/km di CO, 100 mg/km di HC e 60 mg/km di NOx, ma ci sono anche altri parametri da rispettare e che sono stati introdotti nelle precedenti versioni della legge come il particolato (PM) che non deve essere sopra i 4,5 mg/km e gli idrocarburi non metanici (NMHC), non oltre i 68 mg/km. Passare da grammi a milligrammi non è stato facile in questi anni, ma ora quasi tutti stanno rientrando nei limiti imposti e ci rendiamo ben conto di quanto questa riduzione di inquinamento sia stata grande negli ultimi due decenni.