Oltre alla notizia del primo decesso, un motociclista 60enne che aveva partecipato al raduno, una ricerca della San Diego State University stima che i casi positivi legati, direttamente e non, alla manifestazione starebbero crescendo a dismisura
Sono ormai molte settimane che, regolarmente, vi aggiorniamo sulle conseguenze dell’edizione 2020 dello Sturgis Motorcycle Rally, tenutosi ad agosto nella località di Sturgis, nel Sud Dakota. Alla fine del mese scorso i contagi confermati erano un centinaio di persone provenienti da ben 8 stati differenti. Era inevitabile che la situazione degenerasse e, infatti, le ultime notizie dagli Stati Uniti parlano di oltre 250mila positivi al Covid-19 collegati, direttamente e non, all’evento e il primo morto in Minnesota, un motociclista partecipante. Altro che focolaio…
Sturgis Motorcycle Rally, crescono i contagi: test di massa sui residenti
L'uomo era sulla sessantina, in buone condizioni di salute. Dopo il rientro dallo Sturgis Motorcycle Rally sarebbe stato trasportato di fretta in terapia intensiva. Secondo un sondaggio di una settimana fa dei dipartimenti sanitari del Washington Post, il caso sarebbe stato uno tra i circa 260, in 11 stati diversi, legati direttamente all’evento. Ma non è tutto. Si tratterebbe, in base al parere degli esperti, di una sottostima, in quanto alcuni partecipanti all’evento non si sarebbero sottoposti ai test per verificare o meno la positività al Covid-19.
Col passare dei giorni, la situazione si è fatta più preoccupante, tanto da spingere quattro ricercatori del centro per l'economia sanitaria della San Diego State University a intraprendere uno studio il cui risultato è andato oltre alle peggiori aspettative: l’edizione 2020 dello Sturgis Motorcycle Rally potrebbe aver causato addirittura il 19% dei casi di Covid-19 registrati negli Stati Uniti ad agosto. Cosa ci si poteva aspettare da un evento che si è svolto non tenendo affatto conto delle norme anti contagio? Sempre secondo lo studio della San Diego State University, i contagiati che sarebbero riconducibili allo Sturgis (alcuni direttamente, altri no), sono più di 250.000. Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno utilizzato i dati dei telefoni cellulari, resi anonimi per tracciare i viaggi dei partecipanti prima e dopo la manifestazione. I partecipanti, dunque, sono stati tracciati tramite la loro impronta mobile e, di conseguenza, collegati alla loro città natale dove sono stati poi registrati i casi di Coronavirus. Elaborando i dati è emerso che nelle contee con più residenti che avevano preso parte all’evento i positivi sono aumentati del 10% in più rispetto agli stati vicini che non avevano partecipanti.
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