Stop auto e moto a benzina dal 2035, in troppi rischiano il lavoro: l'allarme di ANFIA

Stop auto e moto a benzina dal 2035, in troppi rischiano il lavoro: l'allarme di ANFIA

L'Italia potrebbe perdere circa 73.000 posti di lavoro a causa della transizione ecologica: l'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica chiede più certezze al governo

Redazione - @InMoto_it

23.12.2021 ( Aggiornata il 23.12.2021 09:53 )

Tra crisi dei chip, ritardi nella produzione e un futuro industriale che ha ormai preso la strada dell'elettrificazione, dalla riunione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE) tenutasi lo scorso 10 dicembre, è arrivato l'annuncio dello stop alla vendita di auto e moto a benzina (per le quattro ruote, coinvolto anche il Diesel) a partire dal 2035, con un'eccezione rivolta ai furgoni e ai veicoli commerciali, per cui la data prevista è il 2040. Una decisione per certi versi attesa da un momento all'altra, ma che ha lasciato basiti l'intera filiera automotive e tutti gli utenti della strada. E a tal proposito, a lanciare l'allarme è stata l'ANFIA.

ANFIA CHIEDE CERTEZZE

L'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica ha espresso le sue perplessità tramite un comunicato: "La transizione produttiva di un settore chiave per l'economia dell'Italia non può essere fatta di annunci sulla stampa - A nome di tutte le imprese della filiera, degli imprenditori italiani e dei lavoratori del settore automotive, auspichiamo un ripensamento, o comunque un chiarimento, su quanto espresso nella nota di ieri e, soprattutto, chiediamo al Governo italiano di fare quello che i governi degli altri Paesi hanno già fatto: dare delle certezze alla filiera e definire al più presto la road map italiana per la transizione produttiva e della mobilità sostenibile". L'accelerazione verso l'elettrico appare infatti troppo spinta, e di conseguenza crescono i timori per tutti i lavoratori della filiera che a causa della transizione potrebbero perdere il posto di lavoro.

MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO

Secondo uno studio della CLEPA, l'Associazione Europea della Componentistica, l'Italia rischia di perdere, al 2040, circa 73.000 posti di lavoro, di cui 67.000 già nel periodo 2025-2030. La conclusione dell'Anfia è che "se rispecchia realmente le posizioni del Governo italiano, il CITE non può non aver tenuto conto di questi impatti e non può aver preso e comunicato alla stampa una decisione così forte senza aver contemporaneamente predisposto un piano di politica industriale per la transizione del settore automotive, operativo sin da oggi". Tutte le parti in causa, insomma, chiedono una transizione ecologica che tenga conto delle reali necessità del Paese.

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