        Il guardrail DSM sta per arrivare sulle strade italiane. A prevederlo &egrave; il nuovo Codice della Strada, con la recente approvazione di un emendamento presentato dalla Lega, a sostegno delle richieste avanzate dall'intergruppo per la mobilit&agrave; del motociclista presieduto dalla senatrice leghista Erika Stefani. In cosa consiste il guardrail salva-motociclisti Mentre il Governo e in particolare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini detta regole pi&ugrave; stringenti al fine di omologare a livello nazionale gli autovelox ed evitare che vengano installati col solo fine di fare cassa per i comuni, arriva un'altra novit&agrave; per quanto riguarda il Codice Stradale. I guardrail &ldquo;a tripla fascia&rdquo;, conosciuti anche come "salva-motociclisti" prevedono una terza banda di colore giallo, posizionata sotto le normali fasce del guardrail. Il sistema di sicurezza integra tale banda flessibile di 80 mm di altezza, che si applica al piede delle barriere stradali discontinue, fornendo una barriera aggiuntiva per proteggere i conducenti di moto in caso di urto. L&rsquo;obiettivo &egrave; appunto quello di diminuire i danni causati ai motociclisti durante incidenti stradali, spesso causati anche dal forte impatto con gli elementi strutturali della strada. ARRIVA L'OK PER I 125 CC IN AUTOSTRADA E TANGENZIALI: ECCO COSA ACCADR&Agrave;       

La novit&agrave; al Codice Stradale prevede una terza banda di colore giallo a 80 mm di altezza che attutisce il colpo dei motociclisti in caso di urto

Guardrail "a tripla fascia": arriva la banda gialla che salva i piloti

&Egrave; stato installato sulla litoranea SP 17, al km 26+900, una delle strade di competenza della citt&agrave; metropolitana di Cagliari, nell&rsquo;ultimo tornante di Solanas, dove si trova una delle pi&ugrave; belle e ampie spiagge della costa sud-orientale della Sardegna. Sono 92 metri di barriera stradale Classe H1 in acciaio zincato dotata di dispositivo salva-motociclisti (DSM) che ha superato i crash test necessari per l&rsquo;omologazione, sono stati donati dall&rsquo;Associazione Motociclisti Incolumi (AMI) alla citt&agrave; metropolitana di Cagliari grazie ai proventi del 5xmille e alle donazioni, per mettere in sicurezza una delle curve pi&ugrave; pericolose, su una delle strade pi&ugrave; frequentate, teatro di innumerevoli incidenti motociclistici e automobilistici. Una curva che si affaccia su una scarpata, dove l&rsquo;impatto contro i paletti di un&nbsp;guardrail senza DSM potrebbe causare gravi danni, anche letali.  Installazione senza costi aggiuntivi    I lavori di impianto sono stati seguiti personalmente da Michele Vacca, vice presidente di AMI, che ha potuto cos&igrave; sincerarsi del corretto montaggio e della corretta installazione della barriera affinch&eacute; in caso di urto non ci sia contatto tra il corpo dell&rsquo;utente e i montanti del guardrail, n&eacute; effetto ariete e rampa per le vetture in caso di urto con la parte iniziale della barriera.&nbsp;Davanti al guardrail &egrave; stata realizzata una via di fuga con funzione di riserva di sicurezza, utile ai motociclisti e agli altri utenti della strada.&nbsp;La citt&agrave; metropolitana di Cagliari si &egrave; impegnata a montare la barriera senza oneri aggiuntivi, secondo l&rsquo;accordo quadro riguardante i lavori sugli interventi di manutenzione ordinaria dei sistemi di ritenuta stradale.  &quot;Abbiamo scelto il prodotto di un&rsquo;azienda italiana sensibile alla sicurezza dei motociclisti, perch&eacute; offre un ottimo rapporto qualit&agrave;/prezzo&quot; afferma Marco Guidarini, medico traumatologo e presidente AMI. &quot;Oggi la tecnologia offre soluzioni abbordabili che consentono agli enti proprietari e gestori delle strade, a fronte di un minimo investimento, di mettere in sicurezza le curve pi&ugrave; pericolose, i tratti dove &egrave; pi&ugrave; facile perdere il controllo del veicolo e dove le conseguenze di un urto contro un guardrail di vecchia concezione possono essere drammatiche, come dimostra l&rsquo;elevato numero di vittime tra i motociclisti e gli automobilisti. Non &egrave; accettabile che in Italia ci si ostini a installare, anche su strade di nuova costruzione, guardrail ideati settant&rsquo;anni fa, senza DSM, pensati per un traffico molto diverso per tipologia e quantit&agrave; di veicoli. Spendere denaro per infrastrutture antiquate &egrave; come acquistare un&rsquo;automobile moderna priva di airbag e cinture di sicurezza. Se l&rsquo;industria automobilistica ha fatto enormi progressi per rendere pi&ugrave; sicuri i propri veicoli, a maggior ragione chi progetta e costruisce infrastrutture stradali deve adottare ogni possibile accorgimento per salvaguardare l&rsquo;incolumit&agrave; di tutti gli utenti, dal ciclista al motociclista, all&rsquo;automobilista&quot;.  COSA &egrave; L&#39;AMI  L&rsquo;Associazione Motociclisti Incolumi onlus (AMI) nasce nel 2003 dalle esperienze acquisite da piloti, medici, ingegneri e avvocati, nei settori dell&rsquo;istruzione alla guida, della progettazione di strade, della tutela dei diritti degli utenti della strada, della prevenzione e del risk-management. Il suo obiettivo &egrave; studiare gli incidenti stradali secondo il metodo scientifico della medicina, e il danno alla salute da essi provocato, per individuare i comportamenti atti a prevenirli. Nel 2007, con il progetto&nbsp;Forgiving drive, forgiving vehicles, forgiving roadsvince a Madrid il &lsquo;Prix Europeen De La Securite Routiere&rsquo; indetto ogni anno dalla Fondazione Norauto per premiare le migliori iniziative europee per la sicurezza stradale.  Nel 2015 lancia sul circuito di Misano l&rsquo;iniziativa&nbsp;#RunForSafety per riportare l&rsquo;attenzione generale sul problema dei guardrail ghigliottina e sulle infrastrutture stradali inadeguate. &Egrave; impegnata a migliorare la sicurezza dei motociclisti attraverso progetti, convegni, pubblicazioni, incontri con le scuole e le istituzioni, e la AMI Riding School, la scuola di pilotaggio il cui motto &egrave;: &ldquo;Un buon corso di guida fa guadagnare secondi in pista, anni di vita su strada&rdquo;.  STOP OBBLIGO CARTELLO MEDIO DEI PREZZI: LA DECISIONE DEL TAR DEL LAZIO 

92 metri di barriera stradale Classe H1 in acciaio zincato dotata di dispositivo salva-motociclisti (DSM) che ha superato i crash test necessari per l&rsquo;omologazione

Installato in Sardegna il 1&deg; guardrail salva-motociclisti

        &Egrave; la gomma riciclata che arriva dagli PFU-Pneumatici Fuori Uso, per Anas, il segreto della validit&agrave; dei nuovi guardrail salvamotociclisti. Il dispositivo di sicurezza (si tratta ancora di un prototipo) &egrave; stato testato, in campo prova certificato ai sensi della UNI CENT TS 17342, e i risultati sono stati pi&ugrave; che soddisfacenti. Materiale e sicurezza L&rsquo;esito positivo dei test si deve soprattutto all&rsquo;elasticit&agrave; e alla capacit&agrave; di assorbimento degli urti dei compound in gomma. Grazie a questa caratteristica, infatti, da una parte vengono limitate le lesioni gravi del motociclista in caso di impatto e dall&rsquo;altra si azzerano gli interventi di manutenzione, perch&eacute; a seguito dell&rsquo;urto la gomma torna al suo stato originario. Il guardrail fa parte del pi&ugrave; ampio progetto Anas di rendere le strade pi&ugrave; sicure per gli utenti pi&ugrave; deboli, come i motociclisti, e anche pi&ugrave; sostenibili. Il guardrail (progetto D.s.m.U Ecofriendly) &egrave; stato sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell&rsquo;Universit&agrave; degli Studi di Firenze, con l&rsquo;azienda&nbsp;Proge Plast&nbsp;e con&nbsp;Ecopneus. Andando pi&ugrave; nel dettaglio, dai crash test &egrave; emerso che il prototipo &egrave; in grado di&nbsp;impedire il contatto diretto&nbsp;di qualsiasi parte del corpo del motociclista sul montante metallico della barriera stradale. Questo permette di fornire massima protezione al motociclista. Non solo, grazie alla combinazione del design e all&rsquo;utilizzo del compound in gomma riciclata, il dispositivo &egrave;&nbsp;flessibile e modulare: si adatta, infatti ai diversi raggi di curvatura della strada ed &egrave; facile da installare. TRENTINO, AUMENTANO I CONTROLLI: "TROPPE VITTIME TRA I MOTOCICLISTI NON POSSIAMO FARE FINTA DI NIENTE"       

Il progetto D.s.m.U Ecofriendly fa parte del pi&ugrave; grande lavoro di Anas di rendere le strade sicure. Il dispositivo limita le lesioni gradi ed &egrave; ecofriendly&nbsp;

Guardrail salva-motociclisti: in arrivo protezioni in gomma riciclata

&ldquo;Oggi montiamo esclusivamente barriere idonee ai motociclisti. Tutti gli attuali guardrail dell&rsquo;ANAS hanno infatti il DSM, il Dispositivo SalvaMotociclisti, integrato&rdquo;. Per noi appassionati di moto &egrave; questa la frase pi&ugrave; importante pronunciata dall&rsquo;Ing. Nicola Dinnella, il responsabile del Settore Barriere di Sicurezza dell&rsquo;ANAS, che abbiamo incontrato in occasione di Motodays. Ed &egrave; sicuramente un enorme passo avanti rispetto a un passato recente, quando le amministrazioni responsabili delle strade si preoccupavano assai poco della sicurezza dei motociclisti.    CERTO SIAMO UN PO&#39; ALL&#39;ANNO ZERO,&nbsp;visto che i chilometri di barriere DSM installati a oggi sono pochi in relazione all&rsquo;estensione della rete stradale ANAS, ma &egrave; un ottimo inizio. &ldquo;Al momento abbiamo installato circa 250 km di barriere, per&ograve; quest&rsquo;anno ne prevediamo gi&agrave; pi&ugrave; di 400. Il programma, condiviso con il Ministero delle Infrastrutture, ci consentir&agrave; nel giro di pochi anni di arrivare a un&rsquo;estensione significativa. Nel 2021 contiamo di averne almeno 3mila km. Certo, non tantissimo rispetto ai nostri circa 33mila km di strade, ma &egrave; un grandissimo punto di partenza per preservare i motociclisti durante le loro passeggiate in moto&rdquo;.  SICURAMENTE SI, visto che dai dati ufficiali su tali strade gli incidenti dei mezzi a due ruote sono addirittura raddoppiati, passando dal 2 al 4% del totale, facendo segnare per&ograve; una riduzione della mortalit&agrave; del 18%. Qual &egrave; la peculiarit&agrave; dei vostri guard rail?  &ldquo;Abbiamo scelto una barriera di tipo continuo, cosa che evita durante l&rsquo;eventuale urto del motociclista che questo possa impattare contro i paletti. E abbiamo strutturato questo profilo continuo dentro la barriera. Tutti i test che abbiamo fatto, tutte le simulazioni, hanno tenuto conto di questa condizione di partenza. Non abbiamo mai pensato a una barriera commerciale a nastri e a paletti da aggiungere dopo, piuttosto abbiamo preferito concentrarci su un dispositivo che fosse parte integrante della barriera&rdquo;.  Con lo spartitraffico H4ST DSM di fresca omologazione e presentato a Motodays, sono ora 8 i modelli di guard rail utilizzabili dall&rsquo;ANAS. I precedenti sono tutti nelle tipologie &ldquo;Bordo laterale&rdquo; e &ldquo;Bordo ponte&rdquo;, suddivisi nelle classi H2, H3 e H4, in funzione della loro robustezza e della tipologia di strada sulla quale possono essere installati. &ldquo;A seconda del tipo di strada e di traffico c&rsquo;&egrave; un tipo di barriera. Dal punto di vista geometrico e costruttivo sono snelle: ci serviva una barriera sottile, per poterla installare facilmente anche dove c&rsquo;&egrave; poco spazio. Ma abbiamo pensato pure al design, per darle un profilo piacevole. Perch&eacute; quando siamo alla guida guardiamo a destra e a sinistra, e apprezziamo i paesaggi che ci circondano&rdquo;. &ldquo;Ora la nostra gamma di barriere &egrave; completa &ndash; dice l&rsquo;Ing. Dinnella -. Quello che mancava &egrave; lo spartitraffico ultimato qualche settimana fa. E questo permette di risolvere delle situazioni ricorrenti, quali le installazioni in spazi ridotti. Spesso sulle strade esistenti siamo costretti a intervenire con azioni di messa in sicurezza. Ma per installare barriere capita frequentemente che dobbiamo fare interventi di adeguamento sulla piattaforma stradale, per recuperare lo spazio necessario per il funzionamento. Questa barriera ci consente di fare lavori pi&ugrave; snelli e veloci, rendendo pi&ugrave; facile la messa in sicurezza della rete viaria&rdquo;.  Come &egrave; regolamentata l&rsquo;omologazione di queste infrastrutture stradali idonee per motociclisti? &ldquo;Attualmente esiste solamente una norma spagnola - la UNE 135900 - che l&rsquo;Italia si sta accingendo a recepire, in una bozza di decreto che sta circolando in questo periodo. Perch&eacute; al momento esiste solo una direttiva europea, la UNI-EN 1317-8, che riguarda l&rsquo;omologazione. L&rsquo;Italia sta facendo riferimento a quella spagnola, per definire qual &egrave; lo spazio normativo di riferimento per i motociclisti. Per la certificazione necessaria ci affidiamo al CSI di Milano, un organismo riconosciuto a livello europeo, presso il quale effettuiamo i crash test necessari&rdquo;.    Costano pi&ugrave; del normale le barriere salvamotociclisti? &ldquo;Sicuramente hanno un costo superiore, non foss&rsquo;altro perch&eacute; c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; materiale. Ma la spesa si ammortizza, se si pensa ai costi sociali che diversamente potremmo avere indotti dalle eventuali persone ferite o, peggio ancora, morte. Parliamo di decine e decine di migliaia di euro di differenza, se si considera che un morto costa pi&ugrave; di 1 milione e 600mila euro, mentre un ferito va dai 20 agli 80mila euro. Siamo un&rsquo;azienda statale, che risponde al ministro dell&rsquo;economia e a quello dei trasporti, abbiamo una logica di sicurezza complessiva, nella cui economia va anche il costo sociale&rdquo;.  Quanto tempo ci vuole per sviluppare una barriera? E con che logica si pianificano le sostituzioni? &ldquo;Se l&rsquo;idea c&rsquo;&egrave;, in circa 6 mesi si arriva dal progetto ai risultati dei crash test. Per la pianificazione delle manutenzioni abbiamo dei piani di monitoraggio molto intensi. Con questi cerchiamo di capire qual &egrave; lo stato della barriera, quali sono state le certificazioni precedenti e qual &egrave; la priorit&agrave; d&rsquo;intervento del tratto che stiamo analizzando. La nostra Azienda ha un contratto di programma con il Ministero che alla base degli interventi prevede uno studio funzionale delle infrastrutture che offre un quadro completo dello stato dell&rsquo;opera e un piano programmatico di interventi in base a precise priorit&agrave;&rdquo;.  LEGGETE LA NOSTRA INCHIESTA SUL NUMERO DI APRILE 2019 DI I NMOTO -&nbsp;L&rsquo;ANAS, che gestisce oltre 30mila km di rete viaria nazionale, &egrave; un&rsquo;isola felice in un panorama di amministrazioni regionali e provinciali che faticano a gestire le strade in loro concessione. Ovunque in Italia le strade sono percorsi di guerra, con costi sociali altissimi per gli incidenti causati dall&rsquo;incuria di chi dovrebbe fare manutenzione di asfalti, guard rail e segnaletica. Come venire fuori da questa situazione? Quali gli investimenti necessari? E con quali ritorni? Di questo e altro abbiamo parlato sul numero di Aprile 2019 di InMoto, in edicola dal 15 marzo.  Segui il profilo Instagram ufficiale di InMoto 

Nicola Dinnella, che all&rsquo;ANAS si occupa di barriere, ci parla di guardrail, della loro progettazione, delle politiche di tutela della sicurezza passiva degli amanti delle due ruote e della nuova linea di barriere con dispositivo salvamotociclisti

Solo guardrail salvamotociclisti per le strade statali

Solo guardrail salvamotociclisti per le strade statali - FOTO

Un appello per la sicurezza delle strade: a lanciarlo &egrave; il&nbsp;Moto Club Stelvio, che organizza il noto motoraduno Stelvio International.&nbsp;Lo scorso 4 dicembre, infatti, il Moto Club Stelvio International ha inviato alla Regione Lombardia e alla provincia di Sondrio una lettera&nbsp;con la quale fa presente la pericolosit&agrave; di una strada nel proprio territorio e suggerisce alcuni accorgimenti su guardrail.&nbsp;  &ldquo;Scriviamo come moto club organizzatore del Motoraduno Stelvio International Metzeler e&nbsp;siamo da sempre sensibili agli aspetti di sicurezza stradale, durante il nostro raduno cerchiamo con ospiti competenti in materia di sensibilizzare i motociclisti e i visitatori presenti.&nbsp;  &ldquo;Di recente, purtroppo, nel comune di Sondalo (SO) &egrave; venuto a mancare un uomo di 46 anni che cadendo con la moto ha subito un trauma dopo l&rsquo;impatto con il guardrail sulla strada S.P. 27 localit&agrave; Boscaccia. In questo tratto di strada non &egrave; la prima persona che muore e molti altri hanno avuto incidenti fortunatamente non cos&igrave; gravi. Sarete magari a conoscenza che da anni esistono guardrail pi&ugrave; sicuri per i motociclisti come il modello&nbsp;Anas H2 Bordo Laterale &ndash; SM&nbsp;o moduli di plastica generalmente di colore giallo&nbsp;DR 46 di Snoline&nbsp;che possono essere applicati ai guardrail esistenti, soluzioni entrambe che possono ridurre conseguenze in caso di incidente per un motociclista ma anche per chiunque ha impatto sul guardrail.  &nbsp;&ldquo;Detto questo, capiamo che sostituire tutti i guardrail o applicare i moduli DR46 a tutte le strade &egrave; abbastanza impensabile, sia come tempi che come costi, ma&nbsp;sarebbe invece utile iniziare a installare questi dispositivi in caso di sostituzione, in nuove applicazioni o in tratti in cui gli incidenti sono frequenti o ritenuti particolarmente pericolosi. Questi guardrail o dispositivi aggiuntivi sono s&igrave; utili ai motociclisti, ma sono altrettanto utili anche agli automobilisti, ciclisti, camionisti, eccetera. Insomma a tutti in quanto sono pi&ugrave; robusti e pi&ugrave; sicuri.&nbsp;Non succede cos&igrave; spesso, ma anche auto si sono trovate infilzate dai guardrail.&nbsp;Adottare guardrail pi&ugrave; sicuri oltre alla buona manutenzione della strada e del suo asfalto pu&ograve; davvero cambiare la vita, evitando incidenti che, a volte, possono essere mortali.  &ldquo;Il tratto di strada indicato inoltre &egrave; molto pericoloso anche nella stagione invernale in quanto rimane in una zona poco soleggiata e quindi con l&rsquo;umidit&agrave; dovuta alla vicinanza del fiume rimane pi&ugrave; facilmente con tratti gelati, sarebbe da valutare per questo tratto un asfalto antighiaccio tipo il Winterpav/Eco-S.&nbsp;  &ldquo;Speriamo che la nostra segnalazione sia utile e che possa esser fatto qualcosa per migliorare la sicurezza di questo tratto di strada, le indicazioni che abbiamo scritto in questa lettera speriamo vengano applicate il pi&ugrave; possibile sulle strade della Regione Lombardia e della Provincia di Sondrio&quot;, conclude il Moto Club Stelvio. 

Gli organizzatori del motoraduno Stelvio International hanno lanciato un allarme sicurezza sulla strada provinciale 27 e hanno chiesti l&#39;installazione di nuovi guardrail.

Il Moto Club Stelvio: &quot;Guardrail pericolosi sulla SP27&quot;

Il 2 aprile alle&nbsp;ore 10.00,&nbsp;in Piazza dei Martiri a Pianoro, sulle colline bolognesi,l'associazione&nbsp;MotorLab - Idee in Movimento A.s.d.&nbsp; organizza un momento pubblico aperto alla cittadinanza per dare visibilit&agrave;&nbsp;circa la realizzazione del progetto pilota che riguarda l'intervento di&nbsp;messa in sicurezza stradale&nbsp;di n&deg; 2&nbsp;curve&nbsp;della&nbsp;SP58 delle Ganzole, mediante l'inserimento di barriere &nbsp;di protezione&nbsp;denominate&nbsp;"DR46". Le barriere applicate si pongono l'obiettivo di ridurre in modo significativo la gravit&agrave; degli eventuali impatti o scivolamenti dei motociclisti (e ciclisti) sui pali di&nbsp;sostegno dei guardrail in caso di incidenti o scivolamenti accidentali.  Infatti, alcuni dei pi&ugrave; seri incidenti accadono quando il motociclista, scivolando sul manto stradale,&nbsp; finisce sotto il sistema di contenzione, simultaneamente andando a sbattere contro uno dei suoi pali di supporto.  La soluzione da adottare &egrave; un sistema di contenzione che sia &ldquo;moto-compatibile&rdquo; ovvero che prevenga lo scivolamento del motociclista sotto un sistema senza modificare le propriet&agrave; generali della barriera.  Il DR46 &egrave; un attenuatore studiato specificamente per proteggere i motociclisti dall&rsquo;impatto laterale contro la barriera stradale. E&rsquo; costituito da un corpo cavo in materiale plastico (polietilene) con una sezione a nastri appositamente calcolata. La forma adottata e il materiale utilizzato permettono una deformazione plastica e una compressione d&rsquo;aria tali da ridirigere e assorbire parzialmente l&rsquo;urto diretto contro i pali della barriera. Il dispositivo &egrave; modulare, ciascun modulo &egrave; lungo 3 metri, alto 3320 mm e largo 215 mm: la modularit&agrave; ne facilita l&rsquo;installazione sotto le lame delle barriere di sicurezza anche lungo curve di piccolo diametro.  Il DR46 pu&ograve; essere connesso a tutti i tipi di barriere metalliche (3-onda, 2-onda, etc), ed &egrave; facile da installare. Una squadra di quattro operai pu&ograve; installare 100 metri di DR46 in 15 minuti.  Il colore &egrave; giallo ma &egrave; realizzabile anche in altri colori, ed &egrave; testato secondo la norma spagnola UNE 135900-1.  La realizzazione del progetto di solidariet&agrave; civile promosso dall'associazione MotorLab - Idee in Movimento A.s.d. &egrave; stato possibile grazie a donazioni volontarie da parte di cittadini e la sensibilizzazione degli enti competenti, Comune di Pianoro, Citt&agrave; Metropolitana e aziende del settore sicurezza: Marchesi Movimento Terra S.r.l. e Area Sicura.  www.motorlab.it&nbsp;      

Il 2 aprile a Pianoro, sulle colline bolognesi, si presenta un progetto pilota sulle barriere di protezione

7 risultati per 'guardrail'

Guardrail "a tripla fascia": arriva la banda gialla che salva i piloti

Installato in Sardegna il 1° guardrail salva-motociclisti

Guardrail salva-motociclisti: in arrivo protezioni in gomma riciclata

Solo guardrail salvamotociclisti per le strade statali

Solo guardrail salvamotociclisti per le strade statali - FOTO

Il Moto Club Stelvio: "Guardrail pericolosi sulla SP27"

Curve in sicurezza