        La bella stagione &egrave; arrivata e molti motociclisti tornano a guidare quotidianamente la propria due ruote, dagli spostamenti di tutti i giorni che per qualche giro fuoriporta. Ma ovviamente tutto deve essere al suo posto e occorre fare un regolare check-up del mezzo. Per i clienti Royal Enfield, la Casa mette a disposizione l&rsquo;opportunit&agrave; di effettuare 10 controlli gratuiti, fino al 12 maggio 2024. Ecco come funziona. Sconti e promozioni Si chiama New Season Check-up e consiste in 10 controlli prestabiliti nelle Concessionarie autorizzate del Marchio. Il check-up comprende: il controllo di livello olio, catena, pressione pneumatici, stato pneumatici, stato serraggio raggi, olio freni, interruttore stop, regolazione faro, regolazione frizione, trasmissione acceleratore. Tra le promozioni di primavera &egrave; compreso anche uno speciale sconto del 10% sui ricambi originali attinenti alla manutenzione ordinaria e sull&rsquo;abbigliamento tecnico e casual Royal Enfield. Infine, se dovesse servire, la rete del Marchio propone ai propri clienti la tranquillit&agrave; di poter contare sulla moto cortesia Royal Enfield, per il tempo necessario a permettere di ripartire in sella alla propria moto in tutta sicurezza (la moto cortesia &egrave; soggetta a disponibilit&agrave;, previo conferma del concessionario Royal Enfield).  ROYAL ENFIELD BULLET 350: ECCO TUTTE LE NOVIT&Agrave; DEL MODELLO 2024       

Fino al 12 maggio 2024 i clienti possono portare la loro moto nelle Concessionarie autorizzate del Marchio, ma ci sono anche altre promozioni

Royal Enfield: 10 controlli gratuiti con New Season Check-up

        In un modo o nell&rsquo;altro, scooter e bici elettriche stanno sempre al centro dell&rsquo;attenzione. Da una parte per i grandi numeri di vendite che li vedono protagoniste e per i continui modelli che le Case propongono, dall&rsquo;altra per il problema delle batterie. Le batterie sono un argomento piuttosto delicato, di cui a parlare &egrave; anche il New York Times che dedica al tema un lungo e dettagliato articolo: nel 2022, nell&rsquo;area metropolitana della citt&agrave; di New York, sono stati registrati oltre 215 incendi causati dalle batterie, che hanno portato alla morte di sei persone. Un problema sempre pi&ugrave; frequente &ldquo;Quelle dei veicoli per la mobilit&agrave;&nbsp;- ha spiegato il portavoce dei Vigili del Fuoco -&nbsp;sono grandi, soggette a usura consistente, a intemperie e danneggiamenti&rdquo;. Non poca preoccupazione, dunque, visti gli incidenti causati, soprattutto all&rsquo;interno delle abitazioni. L&rsquo;abitudine, infatti, &egrave; quella di prendere le batterie estraibili (di cui sono dotate la maggior parte delle e-bike) e poi portarle in casa a ricaricare per la notte. Ma se mal conservate, difettose, o ancora danneggiate e ricaricate in maniera sbagliata, il pericolo sta dietro l&rsquo;angolo. Non ci sono particolari soluzioni a questo problema, se non cambiare la composizione delle batterie (alcune Case ci stanno lavorando, ma la strada &egrave; ancora lunga), anche se c&rsquo;&egrave; chi chiede maggiore qualit&agrave; per quelle attualmente in commercio e un controllo maggiore. La cosa pi&ugrave; opportuna da fare &egrave; ricaricare le batterie solo di giorno, &ldquo;sorvegliando&rdquo; la ricarica: facile a dirsi, difficile a farsi, considerato che nell&rsquo;arco della giornata le persone sono impegnate a lavoro, e solo la sera trovano il tempo di smontare le batterie e ricaricarle. Nel frattempo, la situazione di New York &egrave; arrivata al consiglio comunale che ha intenzione di fare il possibile per risolvere il problema. HONDA EM1, LO SCOOTER ELETTRICO IN EUROPA NELL&rsquo;ESTATE 2023       

Nel 2022 si sono registrati oltre 215 episodi che hanno portato alle fiamme e alla morte di sei persone. Ma trovare una soluzione non &egrave; semplice

Batterie di bici e scooter elettrici, è allarme incendi a New York

Se avete intenzione di fare una passeggiata per New York attenzione a passare accanto a scooter elettrici o&nbsp;e-bike. Secondo gli ultimi dati infatti quattro volte a settimana una batteri&nbsp;scoppia e causando un piccolo incendio a volte con conseguenza poco piacevoli, soprattutto per mezzi parcheggiati nelle vicinanze o malcapitati utenti.&nbsp;I numeri delle persone rimaste ferite o addirittura decedute sono impressionanti.  ECOBONUS ED E-BIKE: L&#39;ANCMA FA CHIAREZZA  Surriscaldamento e combustione  Il sito NPR ha reso noto che nella Grande Mela si sta assistendo un vero e proprio fenomeno senza precedenti. L&#39;evento in questione non si verifica tanto durante la pedalata in strada o al parco, quanto durante la ricarica dei mezzi green stessi: la batteria a litio, se caricata con un dispositivo non idoneamente prodotto, genera un sovraccarico di energia a ricarica completa creando cos&igrave; un surriscaldamento. Immediato il processo di combustione interna, il quale fa immediatamente prendere fuoco la batteria. Il Comandante dei vigili del fuoco del dipartimento di New York ha spiegato: &quot;Abbiamo visto incidenti che le persone descrivono come un esplosione, con potenza cos&igrave; elevata in grado di far crollare muri tra camere e appartamenti&rdquo;. Sono 174 batterie andate a fuoco nel 2022, con 6 decessi e 993 feriti.&nbsp;  SKARPER, IN ARRIVO IL KIT CHE TRASFORMA LA BICI TRADIZIONALE IN E-BIKE  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp; 

Nel 2022 sono 174 batterie andate a fuoco nel 2022, eventi che hanno portato alla morte di 6 persone e&nbsp; il ferimento di altre 993&nbsp;

E-Scooter e E-Bike: boom di batterie esplose a New York

A parte la responsabilit&agrave; di diventare un nuovo riferimento sul mercato per Noale, la nuova Aprilia Tuareg si porta dietro un nome storico, importante per l&#39;azienda di Noale perch&egrave; si chiamava proprio cos&igrave; la serie che ha portato Aprilia nell&#39;olimpo del motociclismo internazionale. Cosa hanno in comune le due diverse generazioni, soprattutto la 660 con la vecchia 600 Wind?  Pochi richiami estetici    Per la nuova Tuareg 660, Aprilia non &egrave; andata a cercare un&#39;immagine vintage che richiamasse il passato, anzi, ha deciso di puntare dritta al futuro con un linguaggio estetico nuovo che ha stupito un po&#39; tutti. Ci si sarebbe aspettati qualcosa di neo-classico o - pi&ugrave; coerentemente - qualcosa in linea con il family feeling di Tuono ed RS, ma qui il frontale ha linee completamente diverse non solo dalla produzione attuale ma anche da qualsiasi altra cosa sul mercato (a dirla tutta, ci ricorda un pochino la curvatura del plexi della Caponord 1000 di primi &#39;00) e che reintepreta in modo del tutto personale il design dei mezzi impegnati nei Rally Raid&nbsp;. Il posteriore &egrave; da capire meglio, magari dal vivo, mentre sono le fiancatine e il serbatoio ad essere un po&#39; pi&ugrave; classiche.    Le colorazioni e le combinazioni grafiche erano forse l&#39;elemento col quale si poteva richiamare meglio il passato, ma anche qui il distacco &egrave; netto, e solo sulla palette di base si rivedono un po&#39; le stesse tonalit&agrave; della Tuareg 600, bench&egrave; con diverse combinazioni e grafiche. Qualcuno si lamenta del fatto che nella prima foto disponibile lo schema grafico sembri pi&ugrave; richiamare la Africa Twin 1000/1100 che la Tuareg Wind, ma ci riserviamo di vederla dal vivo prima di giudicare.  Filosofia e concetto: obbiettivo centrato    Tecnicamente la nuova si pu&ograve; definire coerentemente erede della vecchia. I tecnici Aprilia hanno studiato bene il passato del marchio e del modello e non hanno voluto rinunciare all&#39;indole puramente fuoristradistica, con un occhio alle lunghe distanze. La ruota anteriore da 21&quot; e la grande luce a terra, il telaio a traliccio di chiara ispirazione off-road e la sella lunga e piatta che sembra fatta pi&ugrave; per gli spostamenti del sedere in passaggi tecnici che per portare comodamente un passeggero. Certo, ora il motore ha un cilindro in pi&ugrave;, ma il gusto dakariano di fondo c&#39;&egrave; ancora e il questo nome pu&ograve; essere scritto con fierezza sul serbatoio (anch&#39;esso bello grosso come in passato).  Cosa per&ograve; hanno pi&ugrave; in comune Tuareg 660 2021 e 600 1988 &egrave; senza dubbio la filosofia e l&#39;inserimento del modello nel mercato. Negli anni &#39;80 Aprilia arrivava come outsider in un contesto di mercato dove le dakariane di media cilindrata erano tutte giapponesi: C&#39;erano la T&eacute;n&eacute;r&eacute; di Yamaha, l&#39;Africa Twin di Honda e la Djebel di Suzuki. Oggi accade lo stesso, ma il contesto non &egrave; pi&ugrave; costruito sullo sfondo della competizione africana, bens&igrave; sulla moda delle crossover/enduro che Aprilia sceglie di affrontare con una ruota da 21&quot; per sfidare faccia a faccia la T&eacute;n&eacute;r&eacute;, anche lei erede di un nome importante.  Questa volta, per&ograve;, la storia dovrebbe svilupparsi in maniera un po&#39; diversa, perch&egrave; l&#39;aspettativa degli appassionati e del mercato sono altissime. Alla luce del successo della piattaforma stradale 660 di Aprilia, questo potrebbe essere il best seller che la vecchia Tuareg 600 non ha mai rappresentato. Non ci rimane che attendere il listino, perch&egrave; se la moto dovesse incastrarsi fra i 10 e gli 11 mila euro (ma ci sembra difficle) potrebbero esserci vere gatte da pelare per i concorrenti nipponici.      Rewind, Enduro 1988: sfida a colpi di monocilindrico  &nbsp; 

La media enduro veneta riporta sui listini lo storico nome Tuareg. Ma quanto ha in comune la nuova&nbsp;660 con la progenitrice 600 degli anni &#39;80?&nbsp;

Come &egrave; cambiata: Aprilia Tuareg

        Per il mese di aprile 2022 chi possiede un modello dell&rsquo;azienda indiana potr&agrave; usufruire di 10 controlli diversi per verificare la totale efficienza e sicurezza del mezzo. Baster&agrave; affidarsi alla propria concessionaria Royal Enfield di fiducia per approfittare anche di altre scontistiche. ROYAL ENFIELD, SCRAM 411: LA ADV CROSSOVER DAL GUSTO SCRAMBLER Ulteriori sconti Torna anche quest&rsquo;anno il New Season Check Up di Royal Enfield che d&agrave; la possibilit&agrave; di ricevere gratuitamente una revisione al proprio modello. Il check up completo sar&agrave; effettuato in concessionaria previo appuntamento. I controlli previsti sono ben 10: livello dell&rsquo;olio, catena, pressione degli pneumatici, stato serraggio dei raggi, olio dei freni, interruttore &ldquo;stop&rdquo;, regolazione del faro e della frizione e della trasmissione dell&rsquo;acceleratore. Per chi vorr&agrave; usufruire del check gratuito &egrave; riservato anche uno sconto speciale del 10% sui ricambi originali (attinenti alla manutenzione ordinaria) e sull&rsquo;abbigliamento del marchio. Per avere maggiori informazioni sull&rsquo;iniziativa e prenotare il controllo baster&agrave; collegarsi al sito ufficiale www.royalenfield.com. ROYAL ENFIELD HIMALAYAN 450 LC AVVISTATA: LE FOTO SPIA       

Oltre a 10 controlli, i clienti potranno usufruire di un'ulteriore scontistica del 10% su ricambi e abbigliamento

Royal Enfield, revisioni gratuite con la New Season Check Up

Vi ricordate quando usc&igrave; sul mercato la CBR1000RR? Era il 2004 e le supersportive erano il cuore caldo del mercato come mai prima di allora, una situazione molto diversa da quella attuale in cui le SBK sono moto destinate a pochi sia in termini prestazionali che di listino, con raffinatezze degne di vere moto da competizione. Eppure l&#39;ultima CBR1000RR-R 2020 ha molte pi&ugrave; somiglianze con la progenitrice di 16 anni prima piuttosto che con la moto che ha appena sostituito.  Nel 2004 la prima CBR pensata per la Superbike  La prima 1000 della serie prendeva le distanze da tutte le versioni precedenti (900, 929 e 954), imponendosi come una vera concorrente per le pi&ugrave; sportive moto del mercato. Il regolamento 1000 era appena stato lanciato nel campionato Superbike e Honda aveva voglia di riportare in vetta al gradino pi&ugrave; alto una sua moto dopo il successo di Colin Edwards e della bicilindrica VTR1000SP2 qualche anno prima, un pezzo di storia del mondiale che ancora ricordiamo. La soluzione era lanciare una CBR che fosse anche una ottima base per le competizioni, e dopo vari tentativi arriv&ograve; anche il mondiale con James Toseland nel 2007.&nbsp;    La CBR1000RR-R di recente presentazione ha in comune con questa progenitrice questi due aspetti: in primis ha preso le distanze da tutte le CBR prodotte nell&#39;ultimo decennio, con soluzioni all&#39;avanguardia dal punto di vista tecnico per colmare il gap prestazionale dalle concorrenti che nel mentre hanno raggiunto potenze sempre pi&ugrave; elevate e hanno vinto a man bassa nel gioco dei numeri della scheda tecnica.  In secondo luogo anche questa volta l&#39;evoluzione &egrave; legata alle competizioni, perch&egrave; Honda vuole fortemente riportare il suo nome in vetta al mondiale Superbike e la base tecnica tipicamente stradale delle precedenti CBR non poteva di certo porsi come riferimento per il campionato. In realt&agrave;, nonostante l&#39;investimento importante del marchio nella SBK 2021, i risultati sembrano ancora lontani, ma anche la precedente RR del 2004 non ha iniziato subito a vincere, vedremo i prossimi anni.    &nbsp;  Quello che &egrave; cambiato di pi&ugrave; &egrave; il segmento stesso    Nelle similitudini che possiamo riconoscere fra la prima e l&#39;ultima 1000 di Honda, ci sono di mezzo quasi 20 anni di evoluzione del segmento supersportive che non possiamo non considerare. Nel 2004 l&#39;arrivo di una CBR cos&igrave; estrema (per quanto estreme potessero essere le supersportive dell&#39;epoca, che rimanevano ancora moto godibili su strada) aveva fatto molto pi&ugrave; rumore perch&egrave; c&#39;era un mercato fervente, che si giocava su grandi numeri di vendita in tutta Europa. I 172CV per 176kg di questa moto avevano un valore ancora pi&ugrave; importante dei 217CV per 201kg della RR-R agli occhi degli appassionati.  Quando a EICMA 2019, invece, abbiamo visto la versione per il 2020 &egrave; stato palese il salto di livello del modello verso un mondo ancora pi&ugrave; racing, ma non possiamo dire che rappresenti una rivoluzione come &egrave; stata la prima RR della serie. Vedremo se nei prossimi anni la situazione del mondiale SBK si sbloccher&agrave;, perch&egrave; per essere ricordata da tutti in futuro, questa moto ha bisogno di eccellere anche nelle competizioni.    Old Vs. New: Aprilia Tuareg 

Dalla prima 1000 del 2004 all&#39;ultima RR-R 2020 quanto &egrave; cambiata la filosofia della moto supersportiva e come si &egrave; evoluto il modello? A sorpresa, l&#39;ultima ha molto pi&ugrave; in comune con la prima 1000 della serie rispetto a quelle che l&#39;hanno preceduta, ecco perch&egrave;

Come &egrave; cambiata: Honda CBR1000 RR Fireblade

        Brembo compie sessanta anni e per questo non si &egrave; lasciata sfuggire l&rsquo;occasione per presentare un concept di pinza freno capace di anticipare, e non poco, il futuro della mobilit&agrave;. Si chiama New G Sessanta e, anche se prende ispirazione dalla prima pinza freno per motocicletta prodotta dall&rsquo;azienda, porta con s&eacute; una notevole particolarit&agrave;: utilizza una tecnologia Led sul corpo al fine di esaltarne forme e prestazioni. Brembo: fatta per l'acquisizione del 100% di J.Juan Tecnologia applicata alla tradizione Secondo la Casa, infatti, il concept &egrave; stato pensato per essere personalizzabile nella tonalit&agrave; di colore, gestendolo attraverso una tecnologia wireless, e per essere in grado di ricevere e inviare dati e informazioni sullo stato del veicolo e sulla pinza stessa, o ancora per ritrovare il veicolo parcheggiato grazie alle luci di cortesia presenti sulla pinza. Rispettando le linee e le forme della prima pinza Brembo realizzata nel 1972, quindi, l&rsquo;Azienda &egrave; riuscita a concepire un nuovo prodotto capace di coniugare la tradizione delle proprie origini ma che comunque getta le basi per un futuro al passo con le nuove tecnologie. Brembo, nuova mescola SR per chi "strapazza" i freni        

Con il concept, presentato per festeggiare i suoi primi sessant&rsquo;anni, Brembo immagina nuove funzionalit&agrave; e soluzioni, strizzando l&rsquo;occhio al futuro senza scordare il passato

Brembo New G Sessanta, la pinza freno del futuro

        Presentato all&rsquo;Arena Palma di Trevignano Romano il film documentario &ldquo;50.000 passi&rdquo;, con il motociclista paralimpico e Brand Ambassador BMW Emiliano Malagoli e diretto da Michelangelo Gratton. La storia di un&rsquo;impresa epica, quella della Maratona di New York 2019 disputata dall&rsquo;atleta superando gli ostacoli della propria disabilit&agrave;: Malagoli ha perso la gamba destra in seguito a un incidente in moto nel 2011. Anche per questo motivo, BMW Motorrad Italia &egrave; stata al suo fianco nella serata di presentazione del docufilm, confermando un legame con il protagonista che, dopo il recupero dal grave incidente, &egrave; tornato in sella a una moto da corsa &ndash; la BMW S1000RR &ndash; e ha fondato l&rsquo;associazione Di.Di Diversamente Disabili.  BMW AL FIANCO DI MALAGOLI Con la sua associazione, Emiliano Malagoli ha voluto ridare fiducia e mezzi a tutti coloro che hanno subito danni e limitazioni fisiche dopo incidenti stradali e ha aggiunto a questa missione un&rsquo;ulteriore testimonianza, completando i 42,195 chilometri della Maratona di New York. BMW Motorrad Italia ha supportato Emiliano in questa sfida insieme alla Scuola Holden, con cui collabora da anni: &ldquo;Oggi pi&ugrave; che mai infatti il tema della responsabilit&agrave; sociale d&rsquo;impresa &egrave; diventato centrale nella vita delle imprese e delle persone. Avere uno scopo pi&ugrave; grande del semplice business &egrave; un dovere, soprattutto per le aziende leader. Ma altrettanto importante &egrave; lo storytelling, che viene insegnato alla Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attraverso la narrazione, soprattutto di iniziative belle e capaci di ispirare come quelle che fa Emiliano, possiamo provare a cambiare la societ&agrave;, migliorandola. Facendone un luogo dove &egrave; pi&ugrave; bello vivere e dove la cultura della differenza e della diversit&agrave; diventa un fattore capace di arricchire la vita di ciascuno. In questa giornata vogliamo celebrare Emiliano, che abbiamo avuto modo di apprezzare sia in pista, dove corre con la nostra BMW S1000RR, ma anche nella vita al di fuori del circuito&rdquo;, sono le parole del GM BMW Motorrad Salvatore Nicola Nanni parlando del programma BMW SpecialMente. PROGRAMMA DI RESPONSABILIT&Agrave; SOCIALE Questa non &egrave; l&rsquo;unica iniziativa di BMW per i ragazzi con disabilit&agrave;: la Scuola di SciAbile in Piemonte &egrave; un alto valido esempio che vede la collaborazione con lo stesso Malagoli e che si inserisce nel programma di Corporate Social Responsability curato dalla Casa motociclistica. Ancora Nanni: &ldquo;Se volessimo fare una similitudine con lo sport, un programma strutturato di CSR &egrave; paragonabile a una maratona. La maratona non si improvvisa e necessita di un impegno costante, che dura nel tempo e che mira ad un obiettivo ambizioso, ma affascinante e appagante nel momento in cui si taglia il traguardo. Allo stesso modo un programma di Corporate Social Responsibility, come il nostro, &egrave; composto da tante iniziative che si susseguono, che concorrono a comporre un disegno pi&ugrave; grande. Alla fine dello scorso anno abbiamo raggiunto un milione di persone attraverso le nostre attivit&agrave; &ldquo;on land&rdquo; (di esperienza diretta) e &ldquo;on line&rdquo;. E anche nel 2020 non ci siamo fermati, neppure nei mesi di lockdown, perch&eacute; tematiche come l&rsquo;inclusione sociale e l&rsquo;intercultura non possono avere pause e hanno bisogno di ciascuno di noi ogni giorno. Affiancando Emiliano oggi, esprimiamo esattamente il desiderio di dare il nostro contributo, di diffondere un messaggio di speranza. Ci piace ricordare che almeno metaforicamente, una parte di quei 50 mila passi l&rsquo;abbiamo fatta insieme. E che anche in futuro le nostre strade continueranno ad incrociarsi&rdquo;. &nbsp; I PASSI NECESSARI I 50.000 passi del titolo sono quelli che Malagoli ha calcolato di dover fare per completare il percorso newyorkese, passi di cui racconta anche nel libro autobiografico &ldquo;Continua a correre&rdquo; pubblicato il 18 giugno. &ldquo;Dopo il mio incidente non mi sono fermato al problema, ma fin da subito ho cercato di capire come risolverlo e come valorizzarlo, perch&eacute; solo in questo modo potevo superare la paura della disabilit&agrave;: devi riuscire sempre a superare le tue paure altrimenti diventano i tuoi limiti. Per fare questo fin da subito mi sono posto obiettivi importanti: in primis ho voluto tornare a correre in moto! Potr&agrave; sembrare assurdo, ma ho capito che se fossi riuscito a ritornare su una moto da corsa, tanti altri limiti li avrei superati di conseguenza, a partire dal dovermi guardare allo specchio con un arto artificiale. Ho usato la passione per la moto come una freccia per il mio arco: dovevo fare centro e riprendere in mano la mia vita! Dare la possibilit&agrave; ad altre persone di continuare ad inseguire i propri sogni &egrave; stato il secondo obiettivo creando la Onlus Di.Di, fino ad arrivare a correre la maratona di New York. I 50.0000 passi sono quelli che ho calcolato essermi necessari per chiudere gli oltre 42Km su cui si sviluppa questa gara. A New York ho voluto portare con me idealmente tutte quelle persone che almeno una volta nella vita hanno pensato di non farcela. Raggiungendo il traguardo, con la mia gamba in titanio e carbonio, ho voluto dimostrare che i limiti pi&ugrave; grandi sono quelli che ci diamo noi stessi&rdquo;. BMW lancia il nuovo Adaptive Cruise Control        

Il motociclista paralimpico &egrave; Brand Ambassador della Casa ed &egrave; il protagonista del documentario che racconta la sua impresa alla Maratona di New York 2019 e l'associazione Di.Di Diversamente Disabili&nbsp;

BMW a fianco di Malagoli nel docufilm "50.000 passi"

        Che il team Icon si divertisse ad armeggiare con le vecchie moto (quando non lo fa con abbigliamento tecnico e caschi) &egrave; cosa risaputa. Non sapevamo che facesse anche eccezioni, ma la proposta di mettere le mani su una Suzuki Katana nuova &egrave; arrivata direttamente dalla Casa madre. Nasce cos&igrave;, in appena un mese di lavoro, Brand New Jack.  Suzuki: la moto si prenota online Omaggio agli anni &rsquo;80 Nella sede di Portland di Icon hanno lavorato con la testa al Giappone. Tornando indietro di qualche decennio, negli anni &rsquo;80, e lasciandosi ispirare dai manga (ma soprattutto dai mecha, cio&egrave; i robot dei fumetti), il team statunitense ha messo in atto la metamorfosi della Katana facendola diventare una special per robot manga. C&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;, anche il nome non &egrave; un caso: si tratta di un omaggio a un&rsquo;altra special di Icon, la&nbsp;New Jack, realizzata su base&nbsp;Suzuki Katana del 1982. Occhio alle prestazioni Su meccanica e prestazioni, i ragazzi di Icon ci sono andati gi&ugrave; pesanti con le modifiche. Via le sospensioni originali, al loro posto arriva una forcella Nitron di una Kawasaki ZX-10 e un monoammortizzatore con serbatoio esterno, sempre Nitron. L&rsquo;impianto frenante porta la firma di EBC che, proprio per la Brand New Jack, ha realizzato i dischi a pista piena. Idem per i cerchi forgiati di Galespeed. Da un&rsquo;altra special Suzuki Icon, la Colonel Butterscotch, arriva l&rsquo;idea del doppio tappo per il rifornimento sul serbatoio mentre l&rsquo;impianto di scarico &egrave; di LeoVince. Se ne va anche il manubrio originale. Al suo posto un Driven Racing dotato di comandi idraulici Magura. ANCMA, appello a Conte: "Le moto non vengano dimenticate" Suzuki, mecha e fantasia Manca un dettaglio. Le ali sulla carenatura frontale. Hanno funzione aerodinamica? Non lo sappiamo, ma di certo si sposano bene con l&rsquo;estro, lo stile e la fantasia che hanno dato vita a questa moto mecha. Diciamo la verit&agrave;, la Brand New Jack non avrebbe affatto sfigurato all&rsquo;interno di una manga. Suzuki Katana: a MBE arriva la speciale 7584       

Il brand specializzato in caschi e abbigliamento tecnico, si &egrave; divertito a trasformare una Katana nuova in un esemplare ispirato al Giappone e ai robot mecha degli anni &lsquo;80

Brand New Jack by Icon, special “manga” su base Suzuki Katana

Il brand specializzato in caschi e abbigliamento tecnico ha messo in atto una metamorfosi: una Suzuki Katana nuova si è trasformata in un esemplare ispirato al Giappone e ai robot mecha degli anni ‘80  

Brand New Jack by Icon, special “manga” FOTO

        Con oltre 780 dealer in 90 Paesi nel mondo, Ducati ha esteso la sua presenza globale a livelli mai visti prima. Ora l&rsquo;apertura del Ducati New York, che promette di essere un punto di riferimento per la casa motociclistica di Borgo Panigale. Del resto, proprio gli Stati Uniti rappresentano il mercato pi&ugrave; importante per Ducati. Il nuovo Flagship Store di New York &egrave; stato inaugurato alla presenza del CEO Ducati Motor Holding Claudio Domenicali e del CEO Ducati North America Jason Chinnock. Testimonial di questo &ldquo;opening&rdquo; anche il pilota del Ducati Team MotoGP Jorge Lorenzo, che ha fatto tappa a New York, per poi spostarsi in Texas dove, sul circuito di Austin, si terr&agrave; questo fine settimana la quarta tappa del Mondiale MotoGP. Un luogo di aggregazione - "L'apertura del nuovo Ducati Store rappresenta un ulteriore passo avanti nel processo di espansione internazionale della nostra rete, New York &egrave; una delle citt&agrave; pi&ugrave; importanti del Nord America e il suo impatto si fa sentire a livello globale",&nbsp;ha dichiarato Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati. &ldquo;Negli USA i motociclisti hanno una vera passione per le moto, e il territorio &egrave; molto vario, dai paesaggi urbani in citt&agrave; alle strade rurali a poche ore di distanza dal centro.  &ldquo;Crediamo che questo nuovo showroom possa essere un luogo di incontro e aggregazione dove, motociclisti di ogni livello, possono provare i nostri modelli in uno spazio rinnovato, per poi dirigersi verso le loro strade preferite in sella a una Ducati&rdquo;. COM&rsquo;E&rsquo; FATTO LO STORE - Situato in una posizione strategica al numero 155 della 6th Avenue di SoHo, il Ducati Store di New York dispone di uno showroom di oltre 7.500 metri quadrati. Gli spazi interni sono stati ridisegnati per accogliere i nuovi modelli Ducati in un ambiente che coniughi lo stile italiano con l'estetica moderna del brand. Al suo interno si trovano un&rsquo;area dedicata all'abbigliamento e una riservata agli accessori, oltre a un evoluto reparto Ducati Service. Ducati New York &egrave; anche la patria dello Scrambler, con uno Scrambler Camp dedicato a moto, abbigliamento e accessori dell&rsquo;iconico brand. Durante la presentazione &egrave; stata esposta tutta la gamma Ducati 2018, compresi il nuovo Scrambler 1100, superbike di punta, la Panigale V4, che aggiunge una dimensione inedita alla Land of Joy, e la, la prima moto prodotta in serie dalla Casa bolognese ad essere equipaggiata con un motore 4 cilindri strettamente derivato dal Desmosedici della MotoGP. Nella foto in apertura, al Ducati Store New York, da sinistra, Steven Radt (General Manager Ducati NY), Jorge Lorenzo (Ducati Team MotoGP pilot), Claudio Domenicali (CEO Ducati Motor Holding), Jason Chinnock (CEO Ducati North America)       

Anche Jorge Lorenzo alla "opening" del Ducati Store a New York. "Crediamo che questo nuovo showroom possa essere un luogo di incontro e aggregazione dove, motociclisti di ogni livello, possono provare i nostri modelli in uno spazio rinnovato", dice Claudio Domenicali

Ducati approda a Manhattan

Direzione Messico, passando dalla Grande Mela,&nbsp;riscoprendo il calore umano di amici italiani e non lasciando alle spalle il grande gelo che ha complicato non poco la parte iniziale dell&#39;avventura...

Coast to coast en diagonal: meno freddo, tanti amici e un po' di made in Italy

Secondo appuntamento con il diario&nbsp;del Coast to coast en diagonal, il viaggio avventura di Giampiero Pagliochini che raggiunger&agrave; Montevideo in Uruguay, partendo da Toronto, in Canada.  13, 14 E 15 MARZO - Tre giorni caratterizzati da neve, ghiaccio e freddo, con l&rsquo;aggiunta di un forte vento che ha fatto scendere le temperature a 9 gradi sotto lo zero! Resto chiuso in casa, esco per acquistare da mangiare, poi torno in compagnia del gatto Scout. Siamo diventati amici e ogni tanto esige delle coccole! Approfitto di questa situazione per chiedere agli amici bikers canadesi dove acquistare delle manopole riscaldate. Grec, non lo sapevo, gestisce un negozio di vendita moto ed accessori. Lo chiamo marted&igrave; mattina, facciamo tutto online, assicurandomi che il mercoled&igrave; le avr&ograve;. All&rsquo; indomani, puntualmente verso le 12:00, mi suona il ragazzo dell&rsquo;UPS. Mi metto all&rsquo;opera rientrando saltuariamente a casa per scaldare le mani, c&rsquo;&egrave; il sole ma siamo sempre sotto zero. Nel frattempo sulle strade sono all&rsquo;opera gli spazzaneve, tanti, mi viene da dire anche troppi. Ci sono anche tante persone che, un p&ograve; per divertimento, un po&rsquo; per dedizione, completano l&rsquo;opera ai bordi delle strade. Jeff rientra a casa mercoled&igrave;. Finalmente lo conosco... dopo essere stato suo ospite! Ha uno spiccato spirito civile, con quella passione che ci accomuna. Con Jeff a casa Scout non mi si fila pi&ugrave;... ma &egrave; normale!&nbsp;  16 MARZO - Jeff mi apre il sentiero dalla neve per portare fuori dal retro la kappona. Carico tutto, facciamo una foto di rito insieme, con la classica pacca sulla spalla. Jeff &egrave; il mio nuovo amico, col quale mi scrivo sempre su Facebook. Mi dirigo verso sud, destinazione Buffalo, bordeline tra Canada e USA. Non mi stupisco pi&ugrave; se, come accade sempre, la moto diventa il problema per attraversare una frontiera. Devo tirare fuori tutti i documenti, poi mi portano in uno stanzone dal non si pu&ograve; uscire senza autorizzazione. &Egrave; permesso solo andare al bagno. Sar&agrave; l&rsquo;effetto Trump? Non lo so, per&ograve; sorrido... Arriva il mio turno. Sportello 3. Le solite domande di rito: &ldquo;Chi sei, cosa fai, dove vai...&rdquo;. Mi sembra di essere a &ldquo;Non ci resta che piangere&rdquo;, il film con Troisi e Benigni, per&ograve; qua al posto dei fiorini di sono i dollari! Passo alla cassa, solo la Visa viene accettata; sono 6 dollari. Vivo un momento indecisione. Non so se chiedere dove fare l&rsquo;assicurazione per la moto. Meglio aspettare. Vista la situazione... non si sa mai! Imbocco l&rsquo;86 East. In USA le HW che vanno in orizzontale hanno numeri pari, in verticale numeri dispari. Destinazione New Haven nel Connecticut. Ho un appuntamento con Rob e Dorothy. Una storia da altri tempi, sempre in contatto sempre premurosi di sentirci ogni tanto. Mi fermo a dormire a Owego una cittadina dello stato di NY.  17 MARZO - Fa freddo, le strade sono pulite, le mani sono calde e al resto pensa la D-Explore della Dainese unita al materiale intimo. Causa un paio di ingorghi, vado lungo con l&rsquo;orario, entro in New Haven, chiedo per un hotel a prezzo modico; una perdita di tempo che non porta a nessun risultato. Solo domani potr&ograve; vedere i miei amici, di ritorno dalla Bahamas. Il New Haven Hotel si presenta bene, direi oltre le mie disponibilit&agrave;. Alla reception il ragazzo ha un sorriso a 32 denti. Gli chiedo se &egrave; pakistano; mi risponde che &egrave; afghano. Non ci sono andato lontano... Mi spara un 190 dollari e parte il solito siparietto, come se avessi dei crampi allo stomaco. Al momento non capisce poi scoppia in una risata. &ldquo;What is your budget?&rdquo;, mi dice. Penso un attimo... 80 dollari. Lui rilancia a 90 dollari con la colazione. L&rsquo;affare &egrave; fatto. Per una notte mi sento un motociclista fighetto; troppo lusso. Doccia e via per il downtown. Nei pub e fast food ci sono tanti giovani. D&rsquo;altronde qui c&rsquo;&egrave; l&rsquo; universit&agrave; di Yale, tra le pi&ugrave; antiche e prestigiose degli USA.  18 MARZO - Non ho fretta, anche perch&eacute; i chilometri che mi separano dalla casa di Rob e Dorothy sono 60. Sempre cauto e con gli occhi sul contachilometri, salgo sulle colline d Middletown, poi svolto a sinistra ed entro nella tenuta. I cavalli, che sono la loro passione, fanno buona vista lungo la stradina. Mi vengono incontro al rombo della moto. Come sempre &egrave; un piacere incontrare delle persone care. Mi mettono a disposizione una grossa porzione della casa, direi una villa in stile 900. Faccio quattro passi tra la neve e i loro animali... che meraviglia! Una volta a casa Rob mi invita a fare un giro nella tenuta, con un strano mezzo a 4 ruote motrici che usa per trasportare il fieno. Sembriamo due ragazzini che si divertono da morire, fino a quando il mezzo si blocca per la troppa neve, costringendoci a tornare indietro a prendere il trattore, che &egrave; inarrestabile! Nel pomeriggio scendiamo verso Essex, sul Connecticut River, prima per&ograve; passiamo da Lino&rsquo;s, un negozio di prodotti italiani gestiti da una famiglia Siciliana. Salvatore &egrave; l&rsquo;unico rimasto della generazione venuta dall&rsquo;Italia. &Egrave; nato a Siracusa, e come tutti i siciliani &egrave; molto disponibile. Cos&igrave;, prima di salutarci, mi offre del pecorino. Io aggiungo che ci vorrebbe del buon vino e lui mi risponde: &ldquo;Si ma quello prodotto da me, perch&eacute; qui sono diventati tutti grandi produttori&rdquo;. Una battuta che fotografa la realt&agrave; locale. Ceniamo in un tipico pub e una volta casa trascorriamo le ore davanti al camino, parlando di ricordi e della nostra quotidianit&agrave;. Cose normali, che nel mondo di oggi sono merce rara.  19 MARZO - Sontuosa colazione, consumata con calma. La fretta non fa parte di questi momenti. Lascio i miei amici verso le 11:00. Torno verso New Haven, imbocco la 95 South. Ai lati c&rsquo;&egrave; ancora tanta neve ma il peggio &egrave; alle spalle. Pi&ugrave; mi avvicino a New York, pi&ugrave; si concretizza l&rsquo;idea che entrer&ograve; in citt&agrave;. La scritta Bronx, non lascia dubbi, sono nella Grande Mela. Costeggio il fiume Hudson. Il ponte di Brooklyn, mi fa ricordare una pubblicit&agrave; che collego alla mia infanzia. Quando parcheggio a Battery Park ho in prospettiva la Statua della Libert&agrave;. Il dito freme per scattare una foto. Ho la moto parcheggiata dove non dovrebbe essere ma soprassiedo al pensiero e mi godo la baia. Riparto ed entro nell&rsquo;Holland Tunnel. Dopo pochi chilometri sono in New Jersey. Ancora 40 chilometri e raggiunger&ograve; la destinazione. Dormire a New York &egrave; impossibile; troppo costoso. Sono stanco ma prima mi organizzo per l&rsquo;indomani, anche se per collegarmi ad internet ingaggio un corpo a corpo, metaforico, con l&rsquo;omino della reception, il quale non riesce a spiegarmi perch&eacute; non posso accedere. Una volta in camera ho una illuminazione, eliminare le protezioni, lo so in tanti mi diranno che &egrave; pericoloso ma anche inevitabile!  20 MARZO - Oggi faccio il turista, la moto mi occorre per fare spola dall&rsquo;hotel alla stazione di Morritown. In un ora sono a Pennsylvania Station, a due passi dalla quinta strada, dove ho un appuntamento con Giuseppe, un umbro di Gubbio che fa impresa qua. Ci prendiamo un caff&egrave;, lui al lavoro ed io a fare il turista. Scendo lungo la Broodway, fino a dove ero ieri. Mi godo la baia sotto un sole primaverile. Ci sono ancora cumuli di neve che si sta sciogliendo. Riprendo la strada verso nord, con una visita a Ground Zero, meta di un&rsquo;infinit&agrave; di persone. Laddove sorgevano le torri gemelle ora c&rsquo;&egrave; una mega piscina, la balaustra che gira intorno al perimetro, riporta i nomi di coloro che sono deceduti in quell&rsquo;11 settembre. Sono stanco, in albergo una lunga doccia rilassante, domani si torna a viaggiare in moto.  Qui potete leggere la prima parte del coast to coast en diagonal. 

Attraversare le frontiere americane non &egrave; mai facile... Provare per credere! In ogni citt&agrave; ci sono ancora generazioni di italiani. Da Salvatore, siciliano di Siracusa, a Giuseppe, umbro di Gubbio...

Coast to coast en diagonal: da &quot;Non ci resta che piangere&quot; agli italiani all&#39;estero

        New Era, brand noto in tutto il mondo per la produzione legata alle principali franchigie e leghe sportive americane, ha creato una linea di &ldquo;snapback&rdquo; dedicata alla Casa motociclistica bolognese. I modelli &ldquo;59Fifty&rdquo; e &ldquo;9Forty Adjustable&rdquo; saranno proposti anche nella linea &ldquo;New Era X Ducati&rdquo;. Ducati, infatti, ha affidato per tre anni alla storica azienda statunitense la realizzazione dell&rsquo;esclusiva collezione di cappellini: dal 1920 New Era punta su creativit&agrave;, qualit&agrave; e originalit&agrave; e vanta&nbsp; modelli &ldquo;cult&rdquo; come il famoso True Fitted 59Fifty, ovvero il 6-panel dalla visiera piatta. New Era &egrave; il produttore ufficiale dei cappellini che vestono la MLB (Major League Baseball), la NBA (National Basketball Association) e la NFL (National Football League).&nbsp; Baseball, basket, hockey, football: le pi&ugrave; importanti squadre americane &ldquo;take the field&rdquo; con lo snapback di New Era. I nuovi cappellini New Era X Ducati saranno disponibili a partire da aprile nei Ducati Store, negli store New Era e sui siti www.ducati.it e&nbsp;www.neweracap.eu &ldquo;New Era &egrave; un brand straordinariamente diffuso e riconosciuto per il suo stile nel mondo, con un seguito incredibile soprattutto fra i giovani&rdquo;, commenta Alessandro Cicognani, direttore delle licenze Ducati Motor Holding. &ldquo;Aver concluso questo accordo non &egrave; solo motivo di orgoglio, ma inserisce Ducati nell&rsquo;esclusivo club di franchigie e leghe sportive americane che indossano i cappellini New Era&rdquo;. &ldquo;Siamo davvero entusiasti della nostra nuova partnership con Ducati&rdquo;, aggiunge Paul Gils, VP EMEA di New Era. &ldquo;Per noi &egrave; una grande opportunit&agrave; produrre cappelli di qualit&agrave; per un brand italiano globalmente riconosciuto per la sua autentica performance&rdquo;.       

Dall'accordo tra Ducati e New Era nasce un'esclusiva linea di cappellini a marchio Ducati, Ducati Corse, Ducati Historical e Ducati Scrambler.

In Ducati inizia una New Era

Dando seguito al recente annuncio della partnership con Emirates Team New Zealand avvenuto a Milano in occasione di EICMA 2016, Dainese equipagger&agrave; il Team neo-zelandese per l&rsquo;ultima tappa della Coppa America 2016 con Sea-Guard, una giacca protettiva salvagente utilizzata durante le regate.&nbsp;  Frutto della collaborazione tra i tecnici di Dainese e i membri dell&rsquo;equipaggio di Emirates Team New Zeland, Sea-Guard e? il primo dispositivo di protezione appositamente studiato per il mondo delle competizioni veliche. Indossata ufficialmente per la prima volta durante l&rsquo;ultima tappa della Louis Vuitton America&rsquo;s Cup a Fukuoka, grazie a un bilanciamento tra materiale Crash Absorb e PE low density, la giacca Sea-Guard garantisce le funzioni di protezione da impatto e di supporto al galleggiamento in un&rsquo;unica soluzione integrata. La giacca offre inoltre la possibilita? di integrare una &ldquo;oxygen tank&rdquo;, una bombola di ossigeno che gli atleti utilizzano in situazioni di emergenza in caso di ribaltamento della barca, e presenta un &ldquo;emergency opening system&rdquo;, una zip studiata per la rimozione rapida del capo.&nbsp;  La nuova giacca Sea-Guard e? equipaggiata con la piattaforma di raccolta dati del D-air, il sistema airbag di Dainese, grazie alla quale sara? possibile analizzare le dinamiche tipiche delle competizioni veliche e studiare una futura applicazione del sistema di protezione D-air anche in questo settore. Creato inizialmente per i campioni del mondo di motociclismo, il sistema D-air e? stato successivamente sviluppato &ndash; in collaborazione con la FIS &ndash; per gli sciatori professionisti ed e? ora ufficialmente utilizzato nella Coppa del Mondo di Sci.&nbsp;  I nuovi catamarani AC50 con cui si disputera? la prossima Coppa America sono quanto di piu? avanzato esista nello sport della vela in termini di tecnologia e prestazioni. Queste barche saranno in grado di raggiungere velocita? mai viste prima, dunque la sicurezza a bordo e? diventata un aspetto fondamentale della preparazione del Team. 

L&rsquo;azienda di Molvena continua a sviluppare la tecnologia moto per creare sistemi di protezione adatti anche ad altri sport, e debutter&agrave; nella Coppa America 2016

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