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Itinerari moto Sardegna: le miniere di Montevecchio

La Sardegna, è nota per essere un territorio dalla bellezza assoluta e in cui non mancano le emozioni da vivere esplorandola su due ruote. Un esempio si trova vicino Capo Mannu con le incredibili scogliere, le antiche torri e la splendida vista sull’isola di Mal di Ventre.

Dopo essersi goduti un po' il paesaggio, senza paura di infilarsi nella fitta trama di strade sterrate, si sale in sella costeggiando il mare lungo la SP66 fino al sito archeologico di Mont’e Prama, noto per il complesso statuario dei Giganti. Si prosegue tra filari di vite, ulivi e fichi d’india, fino a raggiungere San Salvatore di Sinis, apprezzata location cinematografica ai tempi degli “spaghetti western” e le meraviglie di Tharros: in un contesto paesaggistico formidabile, questo parco archeologico affascina con le sue colonne bianche, che si stagliano nell’azzurro del mare della penisola del Sinis; probabilmente, una delle “cartoline” piu? belle di tutta la Sardegna, un museo a cielo aperto che racconta una storia antica, iniziata con i fenici nel VIII secolo a.C.

Un viaggio in moto ricco di suggestioni

Ma siamo soltanto all’inizio! Da una meraviglia all’altra, “da una Sardegna all'altra” passata Cabras, con il celebre stagno (qui si produce una bottarga di muggine tra le più rinomate), pochi chilometri lungo la bella SP65 che lambisce lo stagno Marceddì e – toccata la costa all'altezza della meravigliosa Torre dei Corsarisi punta alle Minieri di Montevecchio: un imponente sito di estrazione, che racconta la radicata tradizione mineraria dell'isola.
Vi si arriva percorrendo la curvosa SP4, che mantiene alta la fama delle strade sarde, tra le più belle al Mondo da percorrere in moto. Una volta raggiunta la cittadina di Montevecchio, presso il Centro Visite si può scegliere uno dei numerosi percorsi dedicati alla scoperta di questi insoliti e affascinanti luoghi.

Miniere di Montevecchio

L'area estrattiva, inaugurata nel 1847, si estendeva su una superficie di 1200 ettari, ed è rimasta in attività fino al 1991, anno della definitiva chiusura. Fu una delle miniere di zinco e piombo più importanti d'Europa.
Accompagnati da una guida, la visita inizia camminando lungo i tracciati del sito minerario, con la possibilita? di osservare da vicino i vari fabbricati, ognuno indissolubilmente legato alle storie dei minatori e delle loro famiglie. Il primo settore di cui si va alla scoperta e? “Piccalinna”, dove si possono osservare da vicino la struttura del pozzo di San Giovanni e le gabbie che trasportavano i minatori all’interno pozzo minerario; poi, a seguire, la sala argano, la laveria, la lampisteria e la sala compressori, dove troneggia il Sullivan da 120 cavalli, grazie al quale si otteneva un’estrazione di 20 metri cubi di materiale all’ora. La visita prosegue attraverso l’area “Mezzena”, il cuore tecnologico della miniera, e poi nel settore Calderai, fino all’Officina Meccanica, in cui venivano controllati e messi a punto i pezzi di ricambio e i macchinari prima di essere impiegati.

Costeggiando il piazzale, e? poi possibile osservare il “Pozzo Sartori”, che con i suoi 520 metri e? il piu? profondo tra tutti e sei i pozzi di estrazione del sito, per poi raggiungere la zona denominata “Sant’Antonio” da cui si gode una suggestiva vista dell’intera vallata che ospita i “Cantieri di Levante”. Infine, gli stabili musealizzati, alcuni dei quali ospitavano il deposito minerario, la casa degli operai, le stalle e altri ambienti di servizio, in cui scoprire la condizione di lavoro di uomini, donne (e un tempo, anche bambini) della “Moneta Montevecchio”.

Nella pagina successiva consigliamo la moto più adatta con cui  avventurarsi in questo itinerario!