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Kawasaki Z1000, primo contatto

La nuova supernaked di Kawasaki non ha solo l’aspetto da cattiva, ma è dotata anche di un carattere decisamente pepato e solo grazie alla grande trattabilità del suo quattro cilindri riesce a fare a meno di mappe motore e controllo di trazione. E’ proprio così, nell’era del boom dell’elettronica, la Z 1000 decide di adottare solo l’ABS (di serie in Italia), accontentando gli umori della clientela delle “Z”, che hanno mostrato di cercare emozioni da potenza “pura”, cioè priva di filtri elettronici. Al contrario dell’aspetto, che cambia tantissimo e secondo noi in meglio, le novità tecniche non sono molte e riguardano in primis la nuova forcella Showa SFF-BPF (separate function fork - big piston) da 41 mm, le nuove pinze freno radiali monoblocco Tokico e il propulsore con nuovo albero a camme, nuovi compensatori di pressione sul basamento e nuova mappatura anticipo e iniezione.

La sella impressiona subito per l’altezza ridotta, grazie alla quale il pilota è nettamente inserito nel corpo moto. Si crea così un deciso dislivello tra sella e manubrio, che permette una postura del busto quasi verticale. Maneggevole ma un po’ nervosa la ciclistica, con un motore potente, generosissimo e soprattutto molto pronto ai bassi regimi grazie alle nuove mappature e ai rapporti accorciati. La Z 1000 sarà disponibile a 12.290 € la versione base e 12.490 € la bicolore, a partire da Dicembre. Il Primo Piano completo potrate trovarlo sul  numero di InMoto in edicola dal 10 Dicembre..