di Riccardo Piergentili
Yamaha sta sviluppando un
bicilindrico in linea dotato di
turbocompressore, nato dal foglio bianco, che quindi non avrà molto in comune col
motore della MT-07 (sopra). Si tratta di un
propulsore di media cilindrata che sta nascendo con l'obiettivo di ridurre i
consumi e le
emissioni inquinanti. Un prototipo, che molto probabilmente non sarà svelato a
EICMA e che potrebbe restare nel
reparto di ricerca e sviluppo. La
notizia shock, però, è l'esistenza di questo
motore. Anche in
Yamaha, quindi, credono nel ritorno dei
motori sovralimentati sulle
moto e ci stanno lavorando.
COME NELLE AUTO - A differenza di quanto fatto da
Kawasaki, che ha industrializzato un grosso
propulsore sovralimentato tramite un
compressore centrifugo, montandolo sulle H2 e H2R
(qui potete leggere il nostro test in pista, a Losail, in Qatar), Yamaha ha deciso di replicare quanto fatto dai
Costruttori di automobili, che, attraverso l'ormai noto
downsizing (riduzione delle cilindrate dei motori aspirati, i quali, per non perdere potenza, sono abbinati ad almeno un turbocompressore) sono riusciti a omologare
propulsori molto potenti, rispettando delle
normative anti inquinamento sempre più severe.
MAGGIORE COPPIA, MENO ALLUNGO - Molto probabilmente il
nuovo propulsore Yamaha non raggiungerà
elevati regimi di rotazione. La sovralimentazione tramite
turbocompressore, infatti, permette di
incrementare i valori di
coppia e potenza soprattutto ai medi regimi, in modo
"gratuito". A differenza del
compressore centrifugo delle Kawasaki H2 e H2R, collegato all'albero motore e quindi
azionato meccanicamente, la girante del
turbocompressore viene azionata dai gas di scarico, con ovvi vantaggi a livello di
consumi (l'energia necessaria ad azionare il
compressore centrifugo viene fornita dal motre, mentre il
turbocompressore viene azionato "gratuitamente" dai gas di scarico).
I LIMITI DEL TURBO - È fatto noto che il
limite del turbocompressore è proprio nel suo layout, che rende l'
entrata in coppia piuttosto brusca. Oggi, però, si possono utilizzare
turbocompressori piccoli e leggeri, rispetto a quelli di vecchia generazione. Inoltre, sulla girante, è stata introdotta la
tecnologia a geometria variabile delle palette, che possono cambiare la loro inclinazione a seconda del flusso gassoso,
ottimizzando il funzionamento del turbocompressore. Infine c'è l'
elettronica, che permette di monitorare e variare moltissimi parametri, rendendo progressiva anche l'
erogazione di un
motore turbocompresso. In pratica, mentre i motori delle
H2 e H2R, come tutti i
motori sportivi aspirati, hanno bisogno di raggiungere
elevati regimi di rotazione per assicurare elevate pressioni di sovralimetazione
(ai bassi e medi regimi il motore Kawasaki funziona come un aspirato), il
motore turbo della Yamaha (come tutti i motori turbo), non dovrebbe raggiungere elevati
regimi di rotazione, con ovvi vantaggi a livello di
consumi e riduzione della
rumorosità (altro parametro importantissimo in sede di omologazione).
RIVOLUZIONE TECNOLOGICA - Restando sul tema
omologazioni, va detto che è proprio a causa dell'imminente arrivo della
normativa Euro 4 che nelle moto sta avvenendo un radicale
cambio tecnologico, che ancora non è noto, perché sta accadendo nell'ombra. Tutto è iniziato al
Salone di Tokyo, nel 2013, quando i
Costruttori giapponesi hanno mostrato i primi prototipi di
motori sovralimentati. Non si trattava di semplici ostentazioni di tecnologia ma del
futuro delle due ruote. In seguito, nel 2014, tutti i manager delle più grandi Case giapponesi hanno sempre sottolineato che "
Non bisogna sottovalutare l'introduzione dell'Euro 4, che rappresenterà un punto di svolta nel mondo delle due ruote e obbligherà i Costruttori a fare degli investimenti enormi".
EURO 4, ANNO ZERO - Insomma, nel settore moto l'
Euro 4 sarà una sorta di
anno zero. Molti motori (attualmente omologati Euro 3) si
estingueranno, perché in tanti casi non sarà conveniente aggiornare unità che hanno qualche anno sulle spalle e sarà necessario
progettare nuovi propulsori, che, come è noto, rappresenta
uno degli investimenti più importanti che un Costruttore ciclicamente deve sostenere. Le
Case giapponesi, stanno guardando all'
Euro 4 come a un'occasione per svecchiare, cambiare,
proporre qualcosa di realmente nuovo.
NON SOLO TURBO - Yamaha ha già dichiarato che produrrà
moto a tre ruote, che, navigando con la fantasia, potrebbero essere equipaggiate con un bicilindrico turbo (che invece non è fantasia ma esiste ed è già funzionante), magari abbinandolo a un cambio a doppia frizione (anche quello in fase di sviliuppo). A Iwata hanno tanta carne al fuoco e molto presto inizieremo a vedere i frutti di un lavoro durato anni. Yamaha sta preparando il suo futuro, che sarà caratterizzato da numerose innovazioni.
C'È ANCHE SUZUKI - Yamaha sta lavorando al motore turbo, Kawasaki ha già spiegato che nel suo futuro ci saranno motori sovralimentati ma non bisogna dimenticarsi che c'è un altro costruttore che ha già fatto vedere un prototipo a due ruote equipaggiato con un motore turbocompresso (bicilindrico parallelo). Si tratta della Suzuki, che, sempre nel 2013, al Tokyo Motor Show, aveva presentato la Recursion. Quel prototipo difficilmente diventerà realtà, però il suo motore potrebbe essere la base intorno alla quale la Casa di Hamamatsu costruirà una parte del suo futuro. A EICMA ne sapremo di più. All'appello manca solo la Honda, che, dalle parole di Yosuke Hasegawa (qui potete leggere la nostra intervista), il responsabile delle piattaforme V4, ha fatto capire che i motori turbocompressi potrebbero essere un'ipotesi ma non una priorità.