Missione compiuta.
Ha percorso 938 km al giorno per due settimane consecutive su alcune delle
strade più impegnative del mondo come quelle della celebre
Trasiberiana: poteva sembrare una sfida impossibile per molti, ma n
Gianclaudio Aiossa, motociclista 33enne di Caserta,
esperto di viaggi estremi in moto, ha raggiunto i confini orientali del continente asiatico.
Un record completato con successo in sella alla
Yamaha MT-09 Street Rally, mezzo dall’animo motard caratterizzato dal nuovo motore a tre cilindri che
per tutti i 12.188 km irregolari di tragitto
non ha dato segnale di fatica o difficoltà.
La
grande sfida intercontinentale era cominciata lo scorso
15 luglio dalla sede di Yamaha Motor Italia in Brianza, nastro di partenza di un
viaggio su due ruote che ha portato Aiossa fino a Vladivostok (Russia), sul Mar del Giappone,
attraverso 7 Paesi (Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia e Russia) e
13 tappe complessive (Cracovia, Ludza, Mosca, Cheboksary, Ufa, Ishim, Novosibirsk, Kansk, Irkutsk, Chita, Skovorodino, Khabarovsk e Vladivostok).
Nel corso del lungo viaggio
Aiossa ha dovuto far fronte a repentine variazioni atmosferiche (spesso quasi al limite) ed
escursioni termiche di decine di gradi, anche nel corso della stessa giornata. Percorrendo
lunghi tratti spesso deserti o dominati unicamente o superando
sterrati polverosi e impegnative pietraie, Aiossa ha sempre guidato con in mente il proprio
obiettivo finale, Vladivostok, condividendo sistemazioni di fortuna con la gente del posto.
“
Sono davvero emozionato per aver concluso questa grande impresa - ha detto
Aiossa appena arrivato a Vladivostok.
Dopo le tante settimane su Google Maps alla ricerca delle vie migliori per raggiungere la meta, esserci arrivato rispettando i tempi e soprattutto senza particolari intoppi mi sembra un sogno. La Yamaha MT-09 Street Rally è stata grandiosa rispondendo sempre alle mie richieste su strade complicate e ovviamente a me sconosciute. Le sospensioni impostate fin dall’inizio più morbide hanno fatto il loro dovere su tutti i tipi di asfalti incontrati cosi come il motore, sempre pronto, che mi ha dato grande fiducia: ho guidato praticamente sempre con la mappatura B, più soft e gestibile in caso di imprevisti. Fondamentale è stato anche il supporto dell'ABS che mi ha permesso di rimanere in piedi malgrado tratti di strada più simili al ghiaccio che al cemento. La strumentazione infine mi ha aiutato per tutto il tragitto indicandomi dati utili e rendendomi tranquillo durante il lungo viaggio, durante il quale ho potuto incontrare, anche se per pochi istanti, luoghi, persone e paesaggi che mi rimarranno per sempre nel cuore”.