A pochi giorni dall'inizio del Motor Bike Expo di Verona, ed ancora "accaldati" dalle novità di Milano, qualche piccola considerazione sulle grandi fiere invernali è d'obbligo. Ha senso, oggi come oggi, mettere in piedi strutture faraoniche, con spese conseguenti, per tre giorni di spettacolo e qualche settimana di "eco" qua e la? Non è forse vero che siamo ormai anche noi motociclisti un popolo "connesso"? Che le novità, qualsiasi novità del mondo moto (che poi è quello che ci interessa), rimane tale per un pugno di attimi e subito viene mangiata dalla "rete", inghiottita dal susseguirsi di news? Non è forse vero che tutti noi, più o meno, varcheremo il cancello di Verona con già una buona idea di quello che troveremo all'interno?
Si. Già. Allora che ci andiamo a fare?
Andiamo a toccare le moto. Almeno, io vado a toccare le moto. E, stando ai numeri dell'anno scorso riguardanti Verona, anche altri 140.000 appassionati vanno a fare la stessa cosa. A sentire i profumi delle moto d'epoca, vedere le martellate sui serbatoi in alluminio delle special, parlare con la gente. Guardare le standiste. Mangiare un panino con la porchetta e bere una sacrosanta birra fredda con il cappellino in testa e lo zaino sulle spalle. Fare foto che non riguarderemo mai più. Chissenefrega. Andiamo a sentirci parte di un gruppo. Un gruppo che non lo diciamo ma è più numeroso, più buono e spesso migliore degli altri. E andiamo per sognare un po', che magari l'anno prossimo la moto la cambiamo, che è la volta buona che ci facciamo una bella special.
Andiamo per poter dire di esserci stati. Per avere qualche "mi piace" su facebook, magari sotto la foto dove la modella ci sorride. Andiamo per prendere cataloghi e adesivi. Per incontrare qualche campione e fargli i complimenti e pensare che sotto sotto, avremmo potuto essere noi al suo posto.
A Verona sarà bellissimo incontrarci, come sempre. A presto.
Federico Garbin
