Dopo mesi di numeri altalenanti e letture complesse, il mercato delle due ruote in Italia torna a sorridere al termine del primo semestre, almeno in apparenza. I dati di giugno 2025 raccontano un’inversione di tendenza: con un +6,26% rispetto allo stesso mese del 2024, le immatricolazioni tornano a crescere. Ma per capire davvero cosa sta succedendo al mondo moto bisogna andare oltre la superficie, e leggere i numeri nel contesto più ampio di un mercato che, da mesi, si muove su binari tutt’altro che lineari.
L'Euro5+ ha incasinato tutto
La vera chiave per interpretare il primo semestre del 2025 è il mese di dicembre 2024. In quel periodo, infatti, si è registrato un picco anomalo di immatricolazioni: quasi 30.000 veicoli targati in una sola volta, con un incremento di oltre il 200% rispetto all’anno precedente. Un’impennata che non ha nulla a che vedere con la domanda reale, ma tutto con la burocrazia: l’introduzione della normativa Euro5+ ha spinto Case e concessionari a immatricolare in massa moto e scooter Euro5 ancora in magazzino, trasformandoli in “km 0” da vendere successivamente.
Il risultato?
Un enorme anticipo di targhe che ha inevitabilmente "falsato" il quadro del primo semestre 2025. Molti clienti stanno acquistando oggi proprio quelle moto, nuove a tutti gli effetti ma già immatricolate mesi fa. Ufficialmente non sono nuove vendite, e quindi non entrano nelle statistiche. Anzi, sono moto che nelle statistiche sono già comparse lo scorso dicembre. Sul piano commerciale però occupano spazi di mercato, generano fatturato e soddisfano la domanda in maniera piuttosto regolare. È per questo che, nonostante il bilancio complessivo del semestre mostri un calo del 5,5%, non si può davvero parlare di crisi.
Va tutto alla grande
La domanda di moto e scooter in Italia è viva, forte, e soprattutto molto chiara: da un lato si cercano veicoli economici, pratici e affidabili, spesso usati in città o per piccoli spostamenti. Scooter e moto di media cilindrata fanno il pieno, e non a caso il segmento scooter è l’unico in crescita netta, con un +5,2% nei primi sei mesi dell’anno.
Dall’altro lato, il segmento premium tiene botta: le grandi crossover, le enduro da viaggio e i modelli di fascia alta continuano a macinare numeri solidi e sono mezzi che non hanno subito più di tanto il boom di immatricolazioni a km0. Loro non sembrano risentire del clima generale: chi cerca qualità, comfort e prestigio continua a trovare nell’alto di gamma la risposta ideale.
Tutto questo avviene mentre l’elettrico, invece, frena bruscamente. A giugno le immatricolazioni di moto e scooter elettrici sono crollate del 29,5%, e nel semestre la flessione supera il 16%. La fine degli incentivi e l’incertezza normativa pesano come macigni su un comparto che, al netto delle buone intenzioni, continua a non decollare in modo strutturato.
I prossimi sei mesi i numeri andranno a sistemarsi
Il panorama quindi è questo: un mercato apparentemente in flessione ma in realtà ancora vitale e in piena trasformazione. I numeri sono “sporchi”, inquinati da meccanismi contabili e normative transitorie, ma sotto la superficie si intravede una domanda solida, segmentata e lucida. La corsa alle "km 0" non è un sintomo di crisi, ma una risposta razionale a un cambio di regole imposto dall’alto. E se nei prossimi mesi il sistema saprà assorbire gli effetti di questa ondata, come previsto, potremmo tornare a vedere numeri finalmente più realistici. Nel frattempo, il mondo moto continua a girare. A volte più piano, a volte con qualche sbandata, ma sempre con il motore acceso.