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Moto Guzzi Dingo, sensazioni selvagge

Dopo alcuni anni dalla commercializzazione del Dingo nella versione utilitaria a tre marce, nel ‘67 Moto Guzzi propone il Dingo a quattro marce nelle versioni Super, Gran Turismo e Cross. La parte ciclistica è uguale per tutti e tre i modelli, sono solo i dettagli a caratterizzarne la vocazione.

IL CROSS ha lo scarico alto, ampio manubrio con traversino, pneumatici artigliati, parafango rialzato, griglia di protezione per il faro e paracolpi a protezione del motore.

IL SUPER, invece, contava su mezzi manubri, parafango anteriore lungo e aderente alla gomma, ruote da 18” con pneumatici stradali e marmitta cromata posizionata in basso sul lato sinistro.

IL GT a sua volta rimarca la vocazione turistica con manubrio rialzato, sella più corta per far spazio ad un pratico portapacchi posteriore, ruote da 17” con gomme da 2.50 e la presenza di una cassetta centrale porta-attrezzi.

IL MOTORE (che per i tre Dingo è lo stesso) era alimentato da un carburatore Dell’Orto UA 16 S e sviluppava circa 4 CV semplicemente eliminando le strozzature presenti all’aspirazione e allo scarico.

LA SERIE DINGO SI RINNOVA NEL ‘69 e la gamma si compone ancora di tre modelli: SuperSport, Granturismo e Cross. Il telaio rimane praticamente inalterato e tutte le versioni usufruiscono di un nuovo serbatoio da 8,5 litri abbinato ad un’inedita sella abbondantemente imbottita che va a sormontare la parte posteriore del serbatoio. Il Cross, disponibile in un bel colore giallo, mantiene la sua connotazione fuoristrada, e di tutte le versioni questo sarà il modello che riceverà maggiori consensi.

NELLE DUE VERSIONI STRADALI la personalità è data da piccole ma significative differenze. Il Supersport monta semi-manubri e parafanghi sportivi in inox. Allo stesso modo il Granturismo conserva gli elementi distintivi già noti, con entrambi i parafanghi avvolgenti, il manubrio alto ed il portapacchi posteriore. Su tutti i modelli viene installato il tachimetro/contachilometri, e anche il motore rinnova il gruppo termico con una più ampia alettatura squadrata e pistone a cielo piatto.

I DINGO – dal nome dei cani selvatici delle pianure australiane - avranno una buona diffusione anche in virtù della vasta rete di vendita e del prestigio di cui gode la casa dell’Aquila, ma non riusciranno ad infiammare gli animi dei ragazzini più esigenti.