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Tre motivi che rendono le moto sexy: (parte 7) le Yamaha

Nel nostro viaggio attraverso le catteristiche più sensuali dei marchi motociclistici ci siamo imbattuti in nomi italiani, americani e giapponesi, con il settimo capitolo torniamo nel paese del Sol Levante per citare un altro brand che dell'identità sportiva ha fatto una vera e propria bandiera, Yamaha. Il suo modo di essere sexy? Senza dubbio è legato alle performance e a una filosofia motociclistica unica che ha reso tanti motociclisti dei veri "Yamahisti" fedeli al brand.

La storia in pista

Il blasone di questo nome mette le radici nei circuiti più importanti del mondo e si lega a doppio nodo a nomi leggendari del motociclismo come Giacomo Agostini, Kenny Roberts, Wayne Rainey, Eddie Lawson, Max Biaggi, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Chi sceglie Yamaha lo fa sognando questi nomi, immaginandosi al comando di una gara del Motomondiale e provando la sensazione di essere in sella a un oggetto fatto di tecnologia derivata direttamente dalle corse. 

Ovviamente le moto che guidiamo su strada non hanno nulla a che vedere con le GP, ma le capacità dell'azienda nel produrre moto emozionanti e capaci di farci sentire piloti, non si può discutere. C'è chi è cresciuto guardando le vittorie in blu (o in livrea Marlboro) degli anni '80 e '90 e chi ha scoperto i tre Diapason grazie a Valentino Rossi, ma rimane sempre un profondo legame fra chi ama il marchio Yamaha e chi ama le gare, anche se alla fine si sceglie un TMax.