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La filosofia di Colin Chapman vive ancora... grazie alle moto

Anthony Colin Bruce Chapman, nato in Inghilterra (Richmond) nel 1928, è senza dubbio nella top5 dei guru dell'automotive, quelli che con parole e azioni hanno dato una svolta significativa a tutto il settore. Lui era un ingegnere e un pilota di auto che poco ha avuto a che fare con le moto, ma anche fra i motociclisti è riconosciuto come un mito assoluto, dato che sono le moto ora a portare avanti i suoi principi, non più le auto

"Simplify, then add lightness"

La frase più famosa di Chapman è proprio questa, l'incitazione a togliere il superfluo non solo per avere un mezzo più facile da capire e maneggiare, ma anche più piccolo e leggero. Nella sua intera carriera la ricerca dell'efficienza e della leggerezza è stata quasi un'ossessione, e l'influenza che questa filosofia ha avuto nel mondo delle auto e delle moto è ancora alla base della ricerca delle prestazioni. 

Prima dell'inizio del campionato del mondo di Formula 1 del 1962, Colin invitò a cena Mike Costin, telaista della Lotus, e disegnò su un fazzoletto la sua ultima idea: una monoposto che invece di avere un traliccio in acciaio con la carrozzeria imbullonata sopra - come tutte le altre Formula 1 - aveva una struttura portante monoscocca che dava forma e struttura anche alla carrozzeria.

Da quell'idea nacque la Type 25, auto estremamente compatta e leggera che vinse il mondiale nel '63 e mise le basi per quelli che ancora oggi sono i criteri di costruzione dei telai di Formula 1. Il mondo delle moto non rimase di certo a guardare, e la filosofia di togliere peso e irrigidire la struttura è arrivata fino alle competizioni a due ruote (e in seguito alle moto stradali) con la nascita dei vari telai in alluminio pressofuso. Gli stessi doppio trave e i più recenti monoscocca sono figli di quel disegno fatto a penna su un tovagliolo 60 anni fa