Ducati Monster 1200 R - Mostro Stravolto

Ducati Monster 1200 R - Mostro Stravolto

Arriva la R, la più potente Monster mai costruita. Nuovo assetto, nuovi componenti e ben 160 cavalli grazie agli interventi effettuati sul Testastretta. E diverte anche in pista

Redazione - @InMoto_it

23.05.2016 14:58

La Guida

Il Circuito Ascari di Ronda ha uno sviluppo di oltre 5.400 metri. Il tracciato è piuttosto impegnativo perché l’andamento dell’asfalto ricalca i numerosi dislivelli presenti nell’area: vi sono quindi salite e discese, veloci curve paraboliche e tornanti lenti dopo lunghi rettifili che mettono a dura prova la tenuta ciclistica delle moto.

Un balzo in avanti già al primo contatto

La Monster R ha superato a pienissimi voti il nostro test: già dalle prime tornate è stato evidente il salto in avanti in termini di feeling di guida rispetto all’allestimento S. Agile, efficace ma soprattutto estremamente divertente: la nuda Ducati si è trasformata in una vera e propria arma da circuito. La prima cosa che colpisce è la precisione con cui la Monster asseconda i voleri del pilota: rispetto alla S l’erogazione è più dolce ai bassi regimi e il Testastretta riesce ad essere maggiormente generoso agli alti giri e capace di distendersi in allunghi inaspettatamente sfruttabili. Il merito è degli interventi subiti dal bicilindrico che vanta nuovi corpi farfallati ellittici (di diametro equivalente a 56 mm), un inedito impianto di scarico e un rapporto di compressione più spinto. A questi si aggiunge una nuova conformazione del posto guida che garantisce un più efficace controllo della moto in tutte le condizioni di guida: la luce a terra è migliorata e in ingresso di curva è possibile spostarsi sulla sella senza il minimo impedimento. Ducati è intervenuta anche sulle quote andando ad alzare il posteriore di 15 mm; tale scelta regala una seduta più caricata sull’asse frontale che determina un sempre eccellente controllo della ruota anteriore. A questo si deve aggiungere un reparto sospensioni raffinato e molto a punto, in grado di resistere e offrire supporto anche nella guida più impegnata. La forcella Ohlins ha un set-up sostenuto ma la scorrevolezza è molto buona e anche nelle frenate più insistenti o nelle accelerazioni più repentine non si riscontrano eccessivi trasferimenti di carico o reazioni difficilmente controllabili. Altrettanto efficace è il lavoro svolto dal monoammortizzatore anche se nei curvoni più veloci è possibile innescare qualche (comunque gestibile) ondeggiamento. Ci sono però i mezzi per adeguare il comportamento alle proprie esigenze: le sospensioni (compreso l’ammortizzatore di sterzo, anch’esso Ohlins) sono interamente regolabili. Quanto è stato ampio dunque il passo in avanti della Monster R rispetto alla versione S? Davvero molto, e sotto numerosi punti di vista. La potenza in aggiunta, circa 10 CV stando ai dati dichiarati da Ducati, è in effetti poco avvertibile e il carattere della supernaked bolognese sembra addirittura più dolce che non in passato; la curva di coppia è però più generosa e l’erogazione della potenza è lineare e progressiva. Questa inaspettata trattabilità si sposa perfettamente con una struttura affilata, pensata per dare il meglio in pista, ma a suo agio anche nella guida quotidiana. I consueti surplus elettronici non fanno che aumentare la sensazione di sicurezza che si prova alla guida: la verità è che la nuova Monster R è riuscita a colmare il gap che separava la precedente versione dalle più efficaci interpretazioni del segmento. Bastava poco, occorreva farlo, ora la Ducati l’ha fatto.

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