Husqvarna Nuda 900

Husqvarna Nuda 900
Vitaminizzata motard dalle prestazioni esaltanti ma non ingestibili, ha linea modernissima e prezzo abbordabile: 9.990 Euro

Redazione - @InMoto_it

01.02.2012 ( Aggiornata il 01.02.2012 15:35 )

La Guida

La nuova Husqvarna Nuda va a introdursi in un segmento del mercato di cui nessuno, ancora, ha compreso le vere possibilità. Quello delle maximotard è un mondo a parte, lontano dai concetti più definiti delle altre tipologie. Tutte le moto fatte così, con le ruote da strada, il manubrio dritto, le sospensioni a lunga escursione e il motore a due cilindri, sembrano badare solo alla filosofia del divertimento, offrendo potenze elevate ma gestibili, ciclistiche agili e minor peso possibile. La Nuda dice questo, ma non solo: fra il carbonio degli accessori spuntano le valigie e il cupolino alto, strumenti lontani dal mondo delle fun-bike. C’è la linea, invece, che punta dritto al futuro e il Marchio sul serbatoio che racconta quella che potrebbe essere la bella favola della piccola Casa che tenta il salto di qualità, buttandosi nella vasca degli squali. Un luogo pericoloso, dove l’immagine conta più della sostanza e il prezzo, spesso, è un vanto e non un limite. Per questo l’ombra dei capitali e della tecnologia BMW (e la forza della sua presenza) potrebbero fare la differenza. Forse più del conto finale, nemmeno troppo salato.
COMFORT PILOTA Il compromesso fra sportività e comfort di marcia che i tecnici sono riusciti a trovare favorisce il pilota in tutti i casi. La compattezza degli ingombri lascia molta libertà di movimento e non obbliga a nessuna forzatura delle articolazioni. Il manubrio è molto largo e non lontano, le pedane poco arretrate e, anzi, fin troppo vicine al suolo, la sella abbastanza morbida e spaziosa. Solo i meno alti troveranno qualche difficoltà a poggiare entrambi i piedi a terra: 870 mm non sono pochi e per questo, come optional, è disponibile la sella più bassa che accorcia di 1 cm la distanza con il suolo. La possibilità di trasformare questa moto in una piccola viaggiatrice grazie al set di borse e al cupolino più alto non contrasta né con la filosofia della moto né con le articolazioni del pilota. I chilometri si susseguono senza dolori.

VIBRAZIONI I bicilindrici paralleli sono motori notoriamente prodighi di vibrazioni e, nonostante l’impegno nell’isolarlo, anche quello della Nuda non è differente. Ai regimi medi e bassi la vitalità di questi 100 cavalli è sopportabilissima, mentre se ci si inerpica verso la parte alta del contagiri i tremolii diventano una presenza più ingombrante, soprattutto al manubrio. La differenza con il propulsore da cui deriva, l’800 BMW, è evidente anche al minimo. Le modifiche apportate alla ricerca di cavalli e la differente distanza fra gli scoppi (qui a 315°) la rendono un po’ zoppicante ai regimi più bassi e cattiva al salire di giri.

SOSPENSIONI Nonostante l’impianto sospensivo non adotti soluzioni particolarmente innovative, il rendimento è buono. La taratura di serie predilige il comfort di guida e la moto risulta piuttosto morbida. Questa caratteristica rende però corpose le variazioni di assetto. Il rimedio però è alla portata: la Nuda è molto sensibile alle regolazioni e intervenendo sul monoammortizzatore (regolabile) si può trovare senza difficoltà l’assetto che meglio si sposa allo stile di guida.

PROTETTIVITÀ In configurazione standard il riparo aerodinamico è praticamente nullo. La carrozzeria stretta e aderente alla meccanica non fornisce alcun tipo di schermatura contro il vento e le intemperie. Per viaggiare un po’ più serenamente Husqvarna mette a disposizione il cupolino più alto.
MANOVRABILITÀ Fatta eccezione per l’altezza da terra, che può creare qualche problema ai piloti meno alti, la Nuda è leggera e perfettamente manovrabile grazie anche alla corretta distribuzione delle masse e al largo manubrio che viene in aiuto sia come appiglio che come braccio di leva.

COMANDI Molto bella la pompa dei freni Brembo, radiale, che offre una grande modulabilità ed è regolabile nella distanza dal manubrio. I blocchetti elettrici sono classici e non dicono nulla di nuovo.
Le pedane, invece, sono rivestite da uno spesso strato di gomma contro le vibrazioni, e sono correttamente distanziate dalle leve del cambio e del freno posteriore.
I tasti di selezione delle funzioni del cruscotto sono posizionate ai lati della strumentazione, quindi per intervenire durante la guida bisogna staccare le mani dal manubrio.

CAVALLETTI La bella stampella laterale in alluminio ha un aspetto molto curato e una base di appoggio larga e circondata da una bella guarnizione in gomma che la rende innocua sia nei contatti con l’asfalto che con le gambe del pilota, e impedisce alla moto di bucare l’asfalto quando questo diventa molto caldo e morbido. Insomma un particolare molto ben studiato.

RETROVISORI I retrovisori allungati si integrano bene nella linea della moto e non risultano nemmeno troppo scomodi per quello che sono costruiti: vedere dietro. La panoramica, tuttavia, non è molto ampia, né il range di regolazione.
RUMOROSITÀ Molto piacevole il borbottio del bicilindrico parallelo ai bassi regimi. La voce è rauca, il tono basso e virile, come avviene per l’800 della BMW da cui deriva. Che qualcosa sia cambiato qui però è evidente anche solo sentendo il suo scalpitare ai regimi più bassi. Al salire di giri il suono allo scarico si fa più compatto e ovattato, quello meccanico più insistente. Tutto avviene comunque nei limiti consentiti dalla legge e dal buonsenso, e piace ancora di più.

ILLUMINAZIONE Il bel disegno del fanale anteriore nasconde un impianto d’illuminazione che poco ha che fare con le moto da enduro, cui assomiglia. Il fascio di luce è potente e sufficientemente profondo.

CAPACITÀ DI CARICO Capacità di carico della moto di serie? Poca, pochissima, quasi nulla. Lo spazio per il pilota c’è, per il passeggero anche, per i bagagli no. Per arrivare al sottosella, nullo, bisogna smontare la sella con la brugola in dotazione (nel sottosella), insomma una matrioska da cui è difficile uscire. Nella lista di accessori le possibilità di incrementare la capacità di carico sono molteplici, pur rimanendo nei limiti strutturali di una moto costruita innanzitutto per divertirsi senza altro peso...
La cura cui è stato sottoposto il bicilindrico ha dato risultati insperati. Il cambio di carattere è impressionante, sottolineato da un tiro emozionante in grado di divertire piloti di qualsiasi calibro e in qualsiasi frangente di guida e con l’aiuto aggiuntivo di una doppia mappatura in grado di venire incontro anche alle esigenze dei piloti meno sportivi.
MANEGGEVOLEZZA Peso e misure compatte sono favorevoli a questa nuova maximotard. La Nuda è agilissima e pronta in tutti quei frangenti in cui i chilogrammi in meno contano più dei cavalli. Nel misto la posizione di guida e il largo manubrio la rendono estremamente agile e maneggevole, con l’aiuto di un motore sempre pronto ad offrire quella spinta in più per cavarsi fuori da ogni situazione, senza pesare mai sul corpo del pilota.

FRENATA L’impianto frenante è potente senza essere troppo aggressivo e questa caratteristica favorisce la modulabilità e la capacità di sfruttare a fondo il notevole potenziale, senza troppi pensieri.
Se si va di fretta, tuttavia, un pizzico di mordente in più non avrebbe guastato, così come una forcella leggermente più frenata in compressione ed estensione.
Per l’utilizzo stradale si sente la mancanza dell’impianto ABS, non ancora disponibile.

STABILITÀ Per ottenere il massimo sotto questo aspetto è meglio irrigidire un po’ la taratura del monoammortizzatore. In configurazione standard la Nuda è fin troppo morbida: tutto perfetto se si guida con calma, ma se ci si lascia andare un po’ non si riesce a sfruttare a fondo le notevoli potenzialità della moto.
Il compromesso è però a portata di mano, grazie alla regolazione del precarico dell’ammortizzatore che non richiede l’uso di attrezzi.

IN PIEGA Una volta trovato il giusto compromesso con l’impianto sospensivo, il feeling in piega diventa perfetto e ci si può abbandonare a notevoli inclinazioni affidandosi ciecamente alla coerenza di una ciclistica obbediente e molto sincera.
Attenzione alle pedane: se ci si lascia troppo andare raschiano per terra con una certa facilità, ma senza danni.

EROGAZIONE Più cilindrata, più potenza, più coppia... il bicilindrico ha proprio cambiato carattere mantenendo un corpo uguale solo esternamente. Il carattere è rabbioso, ma la scalata alla parte alta del contagiri inesorabile e pulita, senza sbavature. Il risultato? Una guida emozionante e sicura ma soprattutto estremamente divertente. Attenzione agli apri-chiudi: qui la cattiveria viene fuori prepotentemente, ovviamente solo utilizzando la mappatura più sportiva.
Con la “rain” non cambia il numero di cavalli ma ci si trova a guidare una moto più cauta e tranquilla, sicura anche per chi non è abituato alla prorompente forza di un bicilindrico arrabbiato.

CAMBIO Veloce e ben spaziato. La rapportatura è corta, esaltando tutte le caratteristiche della Nuda, e permette di sfruttare al meglio tutte le sei marce, anche dove gli spazi sono limitati. Solo qualche punto di ruvidità nei passaggi di marcia più rapidi.

FRIZIONE Non molto morbida ma modulabile e precisa negli stacchi, non dà segni di cedimento nemmeno quando il lavoro si fa duro.

TRASMISSIONE La trasmissione finale a catena è silenziosa anche sotto sforzo, quando si riprende a bassa velocità dai rapporti più alti.
PNEUMATICI I Metzeler offrono un ottimo grip una volta scaldati a dovere e sembrano tenere a bada senza problemi la grande coppia motrice del bicilindrico della Nuda.
 
PESO L’ottima centralizzazione delle masse e le misure contenute la rendono neutra alla guida e leggera nelle manovre da fermo. In sella e col motore acceso, i 191,8 kg rilevati non bussano mai alle spalle del pilota e anche le manovre più impegnative sono facilmente gestibili. 

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