Rewind, Gilera Bullit 50... e il "tubone" si fece moto

Rewind, Gilera Bullit 50... e il "tubone" si fece moto

Era decisamente qualcosa di più di un semplice ciclomotore. La proposta della Casa di Arcore vantava numerosi particolari di derivazione motociclistica

Redazione - @InMoto_it

25.03.2022 17:34

Gilera Bullit 50: come andava

Il Bullit non aveva certo l'aspetto di un ciclomotore, era ben dimensionato ed ergonomicamente ben studiato, infatti offriva un'abitabilità veramente generosa. Secondo il nostro giudizio l'impostazione era una delle migliori della categoria, la sella, lunga e spaziosa, era piazzata ad una giusta distanza dal manubrio e dalle pedane consentendo anche ai più lunghi di assumere una posizione di guida sufficientemente comoda e rilassante. I comandi, tutti posizionati in modo da essere localizzati immediatamente, facevano sì che il Bullit fosse un ciclomotore alla portata di tutti: intuitivo ed estremamente sicuro nella guida con un ottimo comfort di marcia ben gestito dalle sospensioni veramente equilibrate ed a prova di bomba, vantava un'ottima sensibilità anche sulle serie di buche consecutive. Dovemmo annotare alcune vibrazioni sul manubrio soprattutto quando il motore raggiungeva il massimo regime, questo non accadeva procedendo ad una velocità più bassa e meno impegnativa per il piccolo "cuore" da 50 cc del nuovo Gilera.

L'estrema leggerezza e l'interasse molto contenuto, donavano al Bullit la personalità di districarsi nel traffico caotico delle grandi città con molta facilità senza impegnare il pilota. Questa dote apprezzabilissima, era però inversamente proporzionale alla stabilità che accusava qualche imperfezione nei tratti di strada veloci, con inserimenti in curva repentini. Questo "neo" era dovuto in parte all'eccessiva maneggevolezza, ma soprattutto alle coperture "made in Korea" caratterizzate da una mescola "marmorea" che limitava l'aderenza con il terreno. La frenata era estremamente sicura ed allo stesso tempo modulabile grazie all'efficentissimo impianto frenante a disco anteriore.

Il Gilera Bullit era equipaggiato con un motore totalmente nuovo, progettato con criteri degni di moto di maggior cilindrata. Il propulsore del Bullit si faceva apprezzare per l'equilibrio delle prestazioni, nonostante le norme veramente limitative imposte dal codice. Il motore girava splendidamente con una tonalità di scarico degna di una 125 ed il cambio a tre rapporti non penalizzava eccessivamente l'erogazione del motore Gilera nonostante i giri calassero molto fra un rapporto e l'altro. Impressionante appunto era l'elasticità del propulsore. La frizione era un po' "ruvida" nella fase di stacco ma comunque non accennava a calare di efficacia anche dopo l'uso prolungato. Il motorino elettrico garantiva avviamenti rapidi.

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