Honda Super Cub by Motocicli Audaci: l'off che non c'era

Honda Super Cub by Motocicli Audaci: l'off che non c'era

Nasce in Sardegna questo esperimento "off road" su base Honda Super Cub: sospensioni maggiorate, tassello e una storia che va oltre la pura meccanica, fatta di solidarietà e passione

Paolo Sormani - Foto: Andrea Caredda

17.03.2022 10:25

Progettato assieme ai ragazzi del liceo

Il parafango posteriore a coda d’anatra in metallo è stato realizzato su misura da Serri Motorsport e incorpora la luce a led completa di frecce. Azzeccatissima la soluzione del doppio terminale di scarico fatto apposta dal Sarto dei Metalli. È nascosto e protetto dalla paratia paracalore in carbonio, che fa pendant con la tabella portanumero nera sul lato opposto. E neri a polvere sono pure i cerchi originali con le gomme tassellate belle cicce. Il discorso si fa più interessante sulle plastiche anteriori e il copridisco. Sono stati progettati al CAD e stampate con il coinvolgimento del FabLab NAT14, il laboratorio digitale nato nell’istituto superiore “Giorgio Asproni” di Iglesias.

Guidati dal professor Massimo Lumini, i liceali hanno affrontato per la prima volta un progetto di grande portata, con una Casa importante. La scommessa è stata quella di realizzare un design che richiamasse l’avventura e l’enduro, perfettamente integrato con la modernità dei copriforcella originali. "È il “dietro le quinte” del 125X che racconto più volentieri» dice Nicola Manca. «Viviamo in una regione apparentemente priva di vocazione motoristica, ma con un altissimo tasso di abbandono scolastico. Il radicamento sul territorio, il Sulcis Iglesiente è la provincia più povera d’Italia, l’attenzione e il rispetto a ciò che ci sta intorno è il vero messaggio che volevamo lanciare con il nostro Super Cub, che è anche un po’ di questi ragazzi. Vedere il loro entusiasmo nell’approcciare un lavoro di questo tipo, ha portato un’ondata di fiducia, di entusiasmo".

IL 125X nasce da un pensiero profondo e canta l’estate come una cicala. Per immaginarlo è stato il panorama sociale a contare, non quello geografico. Certo che la bellezza della Sardegna aiuta, così come la possibilità di pagarsi le bollette facendo altro nella vita “normale”. Nel gruppo MAAN c’è chi è medico, chi l’art director, chi si occupa di logistica e chi lavora nell’industria aerospaziale. Soprattutto Matteo, Alberto, Alessio e Nicola, sono un collettivo, un laboratorio di sperimentazione intorno alla moto con la libertà di poter dire di no, di lavorare a modo proprio su una special, come nell’organizzazione di un evento.

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