Rewind, BMW K1: la super tourer che arriva(va) dallo spazio

Rewind, BMW K1: la super tourer che arriva(va) dallo spazio

Nel 1989 abbiamo avuto modo di mettere alla prova una delle moto più controverse di fine secolo. Una navicella spaziale che in realtà offriva prestazioni non proprio in linea con il suo look da Star Trek

16.06.2023 11:23

Scioccante, ingombrante,massiccia

La più grande novità sportiva del nuovo corso BMW è arrivata a oltre sei anni dalla presentazione della prima quadricilindrica della serie K. Forse nel momento peggiore, visto che in una fase di acceso fermento a favore dei più rigidi limiti velocistici, la casa di Monaco ha presentato la sua macchina più veloce. La nuova K1 ha comunque ben poco da spartire con le concorrenti, e si distingue per originalità filosofica, indole ed ecletticità di indirizzo, pur collocandosi nel settore delle sportive da Granturismo.

Prestazioni discutibilmente elevate, anche se ottenute con una potenza massima apparentemente modesta, convivono infatti con un look che definire originale è davvero poco. la K1 è scioccante, ingombrante, massiccia e con soluzioni stilistiche e cromatiche talmente temerarie che se fossero state realizzate da un'altra casa molto ciclistica sarebbero state brutalmente condannate e bocciate senza appello. Invece per "sua altezza BMW" siamo ancora in attesa di vedere se una volta introdotta in commercio risulterà più digeribile, se col suo caparbio design verrà a piacere come svariate altre volte è già successo in passato per i prodotti della casa di Monaco.

Resta comunque incontestabile il fatto che la K1 sia la proposta sportiva più singolare è da Ardita dell'intero panorama motociclistico, nonché un prodotto decisamente elitario, per una ristretta cerchia di facoltosi utenti alla ricerca di un segno di distinzione con una quota di commercializzazione praticamente fuori mercato: oltre 20 milioni di lire.

Potrebbe senza dubbio vincere il festival dell'originalità la Maxi sportiva BMW, ma purtroppo le soluzioni stilistiche è certa e geniali intuizioni sono mal concretizzate in un contesto sgraziato e poco convincente. Lo styling si estrinseca in forme debordanti, massicce, eterogenee, troppo ingombranti in zona mediane soprattutto in senso trasversale. L'abbondante stile della K1 è vestito con una livrea bicolore che invece di snellire ed affinare, tende addirittura ad evidenziare le parti meno armoniche. Verniciature e decorazioni sono poco resistenti ed anche  se la scelta dei componenti è di ottimo livello, poco elegante è la soluzione del parafango anteriore in due gusci e la scarsa precisione dimensionale degli accoppiamenti della carrozzeria. 

La K1 offre un inserimento ottimale nel corpo macchina con un corretto aggancio ai fianchi del serbatoio per una impostazione di guida che si rivela piuttosto Versatile, ma il curioso, larghissimo manubrio a sinusoide sembra proprio fuori luogo su di una macchina di questa estrazione. piacevole la sensazione di contenimento longitudinale dovuta al cuscinetto del codino regolabile, mentre la sella piuttosto larga trasversalmente intralcia un poco negli spostamenti. in entrambi i casi il passeggero gode di una ottimale collocazione con le gambe poco contratte ma senza un favorevole maniglione di appiglio.

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