Suzuki RF 600 R, trent’anni della sport tourer ispirata alla Ferrari Testarossa

Suzuki RF 600 R, trent’anni della sport tourer ispirata alla Ferrari Testarossa

Nonostante il design attraente, la potenza e la rottura con le forme del Marchio, questo modello non decollò a causa dei troppi consumi e del prezzo

Redazione - @InMoto_it

28.02.2023 10:37

Di moto sportive e supersportive Suzuki non è mai stata carente. Il successo della famiglia GSX-R ne è un esempio, e in qualche modo possiamo citare anche le GSX-F, moto sportive sì, ma meno impegnative e più facili da guidare. Per questo, quando nel 1993 la Casa di Hamamatsu lancia sul mercato la sua RF 600 R in molti restano stupiti.

Al periodo andava a scontrarsi contro "mostri sacri" come Honda CBR 600 F e Kawasaki ZZR 600, e lo fece in modo del tutto personale differenziandosi dai canoni stilistici delle rivali, ma anche della precedente GSX-F. Si tratta di una sport tourer dal look accattivante, con forme della carena che rompevano completamente con modelli visti il passato. Tra le novità tecniche più interessanti spunta il telaio a doppia trave in acciaio (per la prima volta su una Suzuki) e verniciato in tinta con la carrozzeria.

Nuovi canoni

Dicevamo che la RF 600 R rompe con il design a cui Suzuki ci aveva abituato in quegli anni. Le forme affilate della carenatura erano ben diverse da quelle più arrotondate della famiglia GSX. Altro dettaglio, sempre sul telaio citato poco sopra, riguarda il colore: lo stesso (rosso o grigio, le colorazioni del 1993)  per carena a telaio, dando così l’impressione di una forma aerodinamica. E a renderla ancora più aggressiva e affiliata ci pensano le lamelle laterali sulle prese d’aria, che a qualcuno avranno di certo ricordato le fiancate della Ferrari Testarossa.

La sella era per due, ma con sedili separati, e per dare l’idea di una monoposto, anche il sedile del passeggero era stato verniciato con lo stesso colore del resto della carrozzeria. In fase di realizzazione si è pensato anche alla comfort: la posizione di guida era abbastanza comoda, né troppo da sportiva né troppo da turismo.

Le caratteristiche

A spingerla c’era un versione rivista del quattro cilindri che montava la GSX-R 600 distribuita al periodo negli Stati Uniti, in grado di erogare 100 CV a 12.500 giri/min, dotato del sistema di raffreddamento a liquido SACS (Suzuki Advanced Cooling System).

A rendere questa moto ancora più particolare ci hanno pensato le firme luminoso subito riconoscibili, a partire  dall’enorme gruppo ottico posteriore alle luci di posizione e di stop. Discorso analogo per la strumentazione, composta da tre quadri analogici disposti orizzontalmente per tachimetro, contagiri e temperatura del liquido di raffreddamento. La RF 600 R montava cerchi in lega da 17” a tre razze, forcella tradizionale, monoammortizzatore posteriore con leveraggio Link-Type e freni anteriori a doppio disco con pinze a doppio pistoncino. Nota a parte il silenziatore dello scarico 4-1: verniciato in nero in occasione della primissima presentazione della RF 600 R, poco armonizzava col resto della moto. Ecco che in occasione del lancio ufficiale arrivo con un più elegante inox naturale.

Arrivata ufficialemte sul mercato ad inizio del 1993, la Suzuki RF 600 R venne prodotta fino al 1998 (arrivò anche con cilindrata di 900 cc), ma nonostante caratteristiche di assoluto rilievo non ebbe il successo sperato. Tra i (pochi) difetti i consumi non proprio contenuti.

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