Rewind, Honda Varadero 1000 '99: endurona? Non proprio

Rewind, Honda Varadero 1000 '99: endurona? Non proprio

Una moto particolare, nata per essere una crossover ma con caratteristiche da vera GT. Molti non l'hanno capita, ma chi è riuscito a comprendere la sua natura, ancora ne parla a distanza di 20 anni. Ecco la nostra prova del 1999

27.01.2022 ( Aggiornata il 27.01.2022 13:43 )

Inquadriamo la Varadero nella sua epoca. A fine anni '90 il mondo crossover non viveva il suo momento migliore, anche perchè non destava tutto l'interesse di oggi. A capitanare le vendite di questo segmento era la solita BMW GS, con la versione 1100 (faro quadro) che sentiva gli anni e stava per essere rimpiazzata dalla più moderna 1150, mentre dal Giappone la voce grossa la faceva solo Yamaha con la TDM 850, e Triumph Tiger e Moto Guzzi Quota vendevano giusto una manciata di pezzi all'anno. 

In questo contesto, Honda decise di introdurre una moto nello stile crossover capace di svettare per look moderno e caratteristiche turistiche, perchè sapeva bene che l'utilizzo di questi mezzi con ruota da 19" era comunque prettamente stradale. La via scelta, dunque, era quella di realizzare una moto a metà strada fra una endurona e una GT, con il motore più adatto che poteva trovare in casa, ovvero quello V2 della sportiva semicarenata VTR 1000 Firestorm. Il risultato? Una moto nè carne nè pesce, che su questa sua apparente crisi d'identità ha costruito una personalità e un seguito notevole lungo gli anni, tanto che ancora ci fa parlare di lei.

Estetica da dakariana, ma si usa come una Gran Turismo

Il cuore del progetto è, appunto, il motore bicilindrico di 90° a carburatori, che nella versione montata sulla Varadero eroga 95CV e 100Nm di coppia. A differenza della più spinta unità montata sulla VTR, qui abbiamo masse volaniche maggiorate, carburatori ridotti nel diametro e teste riviste sia nella compressione che nel diametro delle valvole. Il motore funge anche da elemento stressato, avendo il forcellone bibraccio infulcrato direttamente nel suo basamento, mentre il telaio a traliccio di tubi in acciaio lo abbraccia attorno alle teste creando una struttura rigida ma altrettanto elastica per un uso confortevole su strada. 

Perchè è proprio il comfort il focus dei progettisti, che hanno dotato questa moto di sospensioni alte ma ben frenate (benchè non perfette nella taratura di base) e dimensioni abbondanti in grado di ospitare comodamente due persone senza farle stancare troppo anche dopo tanti chilometri. Ed è qui che l'estetica da moderna dakariana (stile del proiettore anteriore, serbatoio enorme, doppio scarico alto) sposa la funzionalità delle forme abbondanti per riparare al meglio dall'aria, con grossi fianchetti e parabrezza bello ampio. La sella è una poltroncina in due pezzi dalla seduta soffice che permette una posizione comoda a busto dritto, ma non proprio l'ideale per mettersi in piedi sulle pedane nei semplici tratti off che è capace di affrontare, complice anche il peso non da endurina di 220 Kg a secco.

Ma se questa moto è diventata un piccolo cult è perchè questa sua crisi di personalità ha esaltato una caratteristica su tutte: la guida su strada. Chiunque prova una Varadero ha più o meno la stessa esperienza: la sposti da fermo e sembra un macigno di 20 tonnellate, ma appena metti la prima e l'effetto giroscopico la tiene in piedi da sola, è come essere su una comodissima ammiraglia macinachilometri, morbida nei comandi e dalla grande confidenza. Nel 1999 abbiamo provato la prima versione ed ecco le impressioni alla guida del nostro tester.

Vai alla pagina successiva per leggere la prova della Honda Varadero del 1999:

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