Roma dice no a moto e auto storiche: non possono circolare perché inquinano

Roma dice no a moto e auto storiche: non possono circolare perché inquinano

Da ASI, Registri Storici e FMI arriva la protesta: “Se non circolano, i veicoli storici muoiono e con loro muore tutto il mondo a essi collegato”

Redazione - @InMoto_it

24.02.2023 ( Aggiornata il 24.02.2023 17:51 )

L’Automotoclub Storico Italiano e i Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia (enti certificatori di cui all’art. 60 del Codice della Strada) hanno presentato un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma che vietano la circolazione dei veicoli storici, poiché compresi senza opportuna distinzione nel parco circolante più datato e inquinante.

È quanto si legge in una nota sul sito ufficiale ASI. Al coro di proteste, si aggiunge anche la FMI (Federazione Motociclistica Italiana), intervenuta nel dialogo con il Comune di Roma per chiedere l’attivazione di opportune deroghe, e “chiamata in causa come parte interessata e avrà modo di intervenire ad adiuvandum per sostenere l’iniziativa a fronte del Presidente della Repubblica”.

Le dichiarazioni

In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli – spiega Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – e, di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi ultimi che risultano certificati come storici è del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare la risorsa culturale ed economica che sono per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione. Pur essendo pochi e percorrendo una media chilometrica annua bassissima (1000 km circa) in fase di trattativa ASI non ha chiesto ai rappresentanti di Roma Capitale di farli circolare liberamente ma mantenendo alcune opportune limitazioni”.

I numeri

Ma di quanti veicoli, tra moto e auto storiche, parliamo? “Sul territorio della Città Metropolitana di Roma - si legge ancora sul sito dell’ASI - i veicoli d’uso quotidiano circolanti (dati MTCT) sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato alla Motorizzazione sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorre annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano (fonte: censimento FIVA e dati compagnie assicurative). È solo per questi veicoli che si chiede una deroga, perché i veicoli storici certificati sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale e la loro possibilità di circolare in maniera controllata rientra tra le azioni di tutela e salvaguardia: se non circolano, i veicoli storici muoiono e con loro muore tutto il mondo ad essi collegato, causando enormi danni sociali, culturali ed economici. Non si tratta di privilegi, ma di tutele nei confronti di un patrimonio storico, culturale, tecnologico ed artistico italiano che non ha pari al mondo”.

La proposta di ASI

ASI ha dialogato con l’amministrazione di Roma Capitale – spiega il presidente Scuro – portando proposte mirate alla possibilità di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l’uso quotidiano e pendolare. Inoltre, proponiamo di monitorare, a un anno dall’entrata in vigore delle eventuali deroghe, il loro effetto. Essendo i veicoli storici per cui chiediamo le deroghe registrati alla Motorizzazione, il loro numero e la loro anzianità sono facilmente valutabili. Proponiamo di monitorarli e di valutare dei correttivi dopo dodici mesi dalla loro applicazione, nella massima trasparenza e concretezza”.

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