La filosofia di Colin Chapman vive ancora... grazie alle moto

La filosofia di Colin Chapman vive ancora... grazie alle moto

"Aggiungendo potenza andrai più veloce in rettilineo, togliendo peso andrai più forte ovunque". Il pensiero del genio della Formula 1 Colin Chapman è nato per le auto, ma oggi sopravvive grazie alle moto, che possono ancora applicare i suoi principi alla lettera

08.03.2022 ( Aggiornata il 08.03.2022 11:31 )

Anthony Colin Bruce Chapman, nato in Inghilterra (Richmond) nel 1928, è senza dubbio nella top5 dei guru dell'automotive, quelli che con parole e azioni hanno dato una svolta significativa a tutto il settore. Lui era un ingegnere e un pilota di auto che poco ha avuto a che fare con le moto, ma anche fra i motociclisti è riconosciuto come un mito assoluto, dato che sono le moto ora a portare avanti i suoi principi, non più le auto

"Simplify, then add lightness"

La frase più famosa di Chapman è proprio questa, l'incitazione a togliere il superfluo non solo per avere un mezzo più facile da capire e maneggiare, ma anche più piccolo e leggero. Nella sua intera carriera la ricerca dell'efficienza e della leggerezza è stata quasi un'ossessione, e l'influenza che questa filosofia ha avuto nel mondo delle auto e delle moto è ancora alla base della ricerca delle prestazioni. 

Prima dell'inizio del campionato del mondo di Formula 1 del 1962, Colin invitò a cena Mike Costin, telaista della Lotus, e disegnò su un fazzoletto la sua ultima idea: una monoposto che invece di avere un traliccio in acciaio con la carrozzeria imbullonata sopra - come tutte le altre Formula 1 - aveva una struttura portante monoscocca che dava forma e struttura anche alla carrozzeria.

Da quell'idea nacque la Type 25, auto estremamente compatta e leggera che vinse il mondiale nel '63 e mise le basi per quelli che ancora oggi sono i criteri di costruzione dei telai di Formula 1. Il mondo delle moto non rimase di certo a guardare, e la filosofia di togliere peso e irrigidire la struttura è arrivata fino alle competizioni a due ruote (e in seguito alle moto stradali) con la nascita dei vari telai in alluminio pressofuso. Gli stessi doppio trave e i più recenti monoscocca sono figli di quel disegno fatto a penna su un tovagliolo 60 anni fa

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento