Il presidente dell'Ancma, Mariano Roman: il motociclismo può crescere molto

Il presidente dell'Ancma, Mariano Roman: il motociclismo può crescere molto

All’indomani della sua elezione a presidente di Confindustria ANCMA, abbiamo intervistato Mariano Roman, che ha le idee molto chiare sui temi da affrontare

01.03.2024 ( Aggiornata il 01.03.2024 10:10 )

Mariano Roman è il nuovo presidente di Confindustria ANCMA, l’Associazione che riunisce le aziende produttrici di moto, bici e accessori. Veneto, ingegnere, ha dedicato la sua vita professionale ai mezzi a due ruote, firmando la nascita di molti modelli di riferimento della storia recente. Oggi, oltre a continuare la sua attività di dirigente d’azienda, prende l’impegno di rappresentare gli interessi dell’intero comparto industriale italiano delle due ruote. E un po’ anche i nostri, perché spesso gli interessi dei costruttori di moto collimano con quelli degli utilizzatori.

Nel comunicato che annunciava la sua elezione, si legge ad esempio un elenco di punti programmatici assolutamente condivisibili. Si comincia con la necessità di intensificare le attività di promozione dell'utilizzo delle due ruote, anche esaltando il valore sociale e la rilevanza economica del settore motociclistico. E si scende nel dettaglio, con la programmazione della mobilità urbana da parte delle amministrazioni locali.

La figura del presidente dell’ANCMA è dunque importante anche per noi motociclisti. Ecco perché, nei giorni immediatamente successivi alla sua elezione, abbiamo intervistato Mariano Roman, che oggi vi presentiamo. Anzi, lasciamo che sia lui a farlo.

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Mariano Roman, dalla passione per le due ruote alla presidenza di Confindustria ANCMA

Buongiorno ingegner Roman apriamo con una sua rapida autopresentazione?

Buongiorno! Iniziamo dal presente? Sono socio e amministratore delegato del gruppo Fantic Motor, che comprende Fantic, Minarelli e Bottecchia. Sono anche fra i soci fondatori di /twork, una società di imprenditori veneti che investono nel territorio. Ed è proprio con loro che a fine 2014 abbiamo deciso di acquistare e rilanciare il brand Fantic Motor”.

Tutta la mia vita l’ho passata nel mondo delle due ruote. All’inizio della mia carriera sono stato in Laverda, quindi sono passato in Aprilia. Lì mi sono fermato per 23 anni, nei quali ho avuto diversi ruoli, prevalentemente nell’ambito tecnico industriale. Quindi strategia prodotto, prodotto... Un po’ tutte le attività industriali. In questo ambito ho gestito anche il prodotto e la direzione tecnica della Moto Guzzi, quando nel 2000 l’abbiamo acquistata. Poi sono uscito un po’ dal mondo moto, per rientrarvi a fine 2014 con la Fantic, come detto”.

Tutto il mio mondo lavorativo si è imperniato sul prodotto a due ruote, ed è stata una vita lavorativa vissuta con grande entusiasmo per questo settore”.

Dunque le moto sono anche una passione!

Direi più una droga! - esclama ridendo -. Sono una passione che ti prende, ti totalizza. In Aprilia ho avuto anche la possibilità di sviluppare assieme ai miei collaboratori rapporti con aziende importanti. Come la BMW, con la quale sviluppavamo e realizzavamo dei prodotti; a suo tempo con la Suzuki, nell’ultimo periodo con Yamaha”.

Che moto ha avuto?

È un po’ un problema rispondere, ne ho avute tante”.

Ci dica le preferite.

Sicuramente l’RSV 1000 di Aprilia, la Caponord, il Caballero sia 500 che 700. Poi altre moto di quando ero giovane. Assieme ai miei collaboratori ho sviluppato l’AF1 125, e la Tuareg è sempre stata nel mio cuore. Poi, naturalmente, essendo stato in ambito prodotto, ero costretto, con grande piacere, a provare tutte le moto della concorrenza. Grande, grande, grande sforzo!”.

Sa che chi la sta intervistando da molti anni ha una Tuono?

La Tuono! Nennewitz! - si riferisce a Klaus Nennewitz, l’ingegnere cui viene riconosciuta la paternità della Tuono, ndr - Quella è nata da… volevamo fare la nuda più veloce al mondo in pista. Ed è uscita lei, che ha avuto un successo oltre le nostre previsioni”.

Veniamo al tema di questa intervista: come si arriva alla presidenza di Confindustria ANCMA?

I miei colleghi mi hanno chiesto la disponibilità per questo incarico. Probabilmente perché in tutti questi anni mi sono comportato in maniera positiva, dimostrando entusiasmo e un po’ di competenza; e ho mantenuto buone relazioni con tutto il nostro universo. Oltre al fatto che sono fra i pochi che gestiscono sia il mondo moto che quello bici; e anche un po’ quello degli accessori. In questo sono forse un po’ diverso dagli altri soci ANCMA”.

E l’hanno trovata disponibile.

Ho accettato perché ovviamente mi fa piacere. Ma ci tengo a sottolineare la cosa più importante, vale a dire che ho accettato per garantire continuità con la precedente gestione. Paolo Magri – il presidente uscente, ndr – ha saputo riportare l’Associazione molto vicina agli associati, e ha saputo acquisire credibilità presso le altre associazioni e le istituzioni. Io ero vicepresidente, assieme a Cristiano De Rosa. Quindi ho accettato in ottica di continuità, sapendo che avrò l’assoluta collaborazione di Magri e De Rosa che oggi sono i miei vicepresidenti”.


La squadra dirigente dell'ANCMA, da sinistra Paolo Magri, Mariano Roman e Cristiano De Rosa

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Dazi al 46% per l'export in Asia, necessario trovare un equilibrio

Tastiamo il polso al mondo della moto.

Stiamo vivendo un periodo abbastanza felice, e anche in Europa la crescita delle immatricolazioni è superiore al 10% sul 2022. Ci sono aziende che investono molto in tecnologia, anche e soprattutto europee, e il nostro continente sta riconquistando nel mondo delle due ruote una posizione che in passato aveva un po’ perso. Vediamo i successi degli amici di Ducati, di Aprilia; un pochino anche noi di Fantic, nel nostro piccolo, di Triumph che fornisce i motori 2T, BMW… tutte le aziende europee stanno attraversando una nuova primavera tecnologica”.

Un quadro positivo

Devo però sottolineare che dovremmo fare un discorso sull’equivalenza dei dazi, per rendere la competizione ‘fair’. Noi per andare in un paese asiatico dobbiamo pagare il 46% di dazio, questo paese, che disturba sempre, offre invece un finanziamento all’esportazione di un certo livello. Questo limita l’Europa in quella che è una fase di espansione in tutti i mercati mondiali. E questa cosa dovrebbe trovare un equilibrio. Nessun favoritismo, ma equilibrio”.

Se ne parla da molti anni

Ho capito, ma ci sarà un momento che dovremo mettere a terra le problematiche e risolverle. Perché non è che problematiche rimaste troppo aperte si risolvono da sole”.

Questa è una prima istanza importante

Credo si dovrà mettere sul tavolo anche il messaggio di sicurezza. Sollecitare l’opinione pubblica ad avere il rispetto del motociclista, e naturalmente educare anche il motociclista a comportarsi in un certo modo. Un discorso di sicurezza complessiva. Sulle bici bisogna invece lavorare su regolamentazioni che difendano il ciclista. Qui siamo veramente a una situazione troppo pericolosa, con troppi morti su strada”.

Magari anche una campagna di pacificazione fra ciclisti e motociclisti, perché sembra ci sia astio reciproco in molti casi.

Dobbiamo dare il nostro piccolo contributo di sensibilizzazione, perché le cose migliorano anche con piccoli passi. È chiaro che non è che domattina risolveremo tutti i problemi, ma mettiamo un seme perché ci sia uno sviluppo positivo della questione. Senza parlare del discorso inquinamento, che anche lì, sia la moto che la bici che la mobilità elettrica possono dare un grosso contributo”.

Inquinamento e motori elettrici, sono l'unica soluzione?

Ecco appunto, il 2035. Di moto non si parla, ma…

Oggi non se ne sta parlando, ma dal nostro punto di vista non riteniamo che la soluzione sia solo l’elettrico. Per questo come azienda abbiamo partecipato alla Parigi-Dakar con un team, utilizzando – e siamo stati il primo team al mondo – i biocombustibili. Non penso che l’unica soluzione sia l’elettrico. Nella moto l’elettrico può superare determinate problematiche legate al trasporto urbano, quindi piccoli percorsi. Ma quando parliamo di fun, la cosa diventa estremamente complessa, e la tecnologia delle batterie a oggi non sta ancora dando una risposta a queste problematiche”.

Biocombustibili, e-fuel, idrogeno, quali sono le soluzioni migliori?

Biofuel sicuro. Sull’idrogeno si sta lavorando molto. Nel 2000 ho fatto il primo scooter elettrico con le fuel cell – si riferisce all’Aprilia Sr Fc -, ma bisogna trovare delle soluzioni per il trasporto dell’idrogeno. La realtà è che a oggi tutte le tecnologie vanno analizzate e sviluppate, perché non si è ancora capito quale sia la soluzione migliore per risolvere questo problema dell’inquinamento”.

Il panorama dei motociclisti italiani vede un deciso turnover, con un radicale ricambio. I nuovi però sembrano essere più mossi dall’esigenza di velocizzare la loro mobilità che non da una vera passione viscerale. Come fare per far crescere in loro la passione?

Credo che la chiave sia nel concetto di community, un valore forte e attuale. Bisogna creare community intorno a un determinato prodotto, a un determinato stile di vita. Lasciare l’idea della moto semplicemente come oggetto per spostarsi dal punto A al punto B non è sufficiente per appassionare. Lo stiamo facendo con il Caballero, spingendo le persone a vivere insieme l’avventura. Si organizza e si fa il viaggio insieme, si fa la mangiata di salsicce assieme. E tante altre cose. Ecco che l’utente non motociclista riesce a trovarsi un ambito e un habitat. E ad appassionarsi. Questa è una delle possibilità”.

Rimane sul tavolo il tema dei costi crescenti per la gestione di un mezzo a due ruote.

In questo momento preferisco non rispondere, perché il tema coinvolge altre aziende, altri operatori del nostro settore. Chiaro che deve essere fatto un esame di coscienza su tutto. Dobbiamo creare le condizioni perché i nostri clienti siano appassionati e soddisfatti, e non siano solo dei navigatori attraverso una quantità di problemi importanti. La moto deve essere un gioco, uno svago, una passione. Non deve essere una preoccupazione”.

Sa che ha risposto da solo ad alcune delle domande che avevamo preparato?

Sorride con un po’ di imbarazzo: “da giovanissimo facevo il giornalista per passione, seguendo le partite di calcio. Questo delle moto è il mio mondo, mi piace anche ragionare”.

Buon lavoro e speriamo di incontrarci prima dell’Eicma.

Grazie e, vedrà, avremo occasione di incontrarci molto prima”.

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