Moto elettriche: dove sono finite?

L'elettrico in realtà cresce, ma non qui

Quindi le case produttrici hanno smesso di investire nell'elettrico? Non proprio. Il Salone di Tokyo che si è svolto appena prima di EICMA ha visto parecchie novità elettriche da parte dei "Big 4" giapponesi (come il concept Yamaha Motoroid 2 di copertina), anche interessanti prototipi fuel cell con alimentazione a idrogeno, ma niente di tutto ciò è stato portato negli stand europei.

Questo perchè il palcoscenico era completamente diverso e dedicato all'utenza (e alla stampa) di tutta l'area asiatica, ed è lì che la mobilità elettrica sta prendendo davvero piede assieme a una sempre più grande sensibilità nei confronti dell'ambiente e a una richiesta di mobilità molto più alta rispetto alle nostre strade. Consideriamo che il mercato Europeo - per esempio - di Honda vale solo il 3,3% circa delle vendite globali.

Sembra che l'elettrico stia lentamente prendendo una sua precisa connotazione, e in Europa prende la forma di biciclette a pedalata assistita e monopattini, che fanno numeri ben più grandi degli scooter elettrici e nelle nostre città sembrano molto più pratici ed economici da mantenere. Per quanto riguarda le moto grosse, quelle nate per divertire, continua ad esistere il problema dell'autonomia e del prezzo che sono giocoforza svantaggiosi, e le prestazioni del tutto peculiari della propulsione elettrica non valgono - per il momento - la spesa.

Il futuro in Europa è destinato a non basarsi su scooter e moto elettriche? Saranno piuttosto le soluzioni ibride e i carburanti alternativi ad accompagnare la svolta green delle due ruote? Viviamo una fase transitoria nella quale i nuovi equilibri di mercato stanno lentamente prendendo una forma concreta, ma sembra che l'ultimo EICMA abbia stabilito una direzione ben precisa, e non sembra quella della moto a batteria.

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