Rewind, KTM 1190 RC8: arma da taglio

Rewind, KTM 1190 RC8: arma da taglio

Nel 2007 KTM entra nel mondo delle supersportive con questa spigolosissima bicilindrica che corse nella Superstock e nella Superbike tedesca ma senza però raccogliere molto

Redazione - @InMoto_it

18.03.2022 17:33

In sella nella configurazione strada, quindi bassa, la RC8 è sorprendentemente comoda, i manubri larghi dalla facile presa, il serbatoio non disturba, anzi non lo si tocca nemmeno con la pancia, e le pedane non costringono le ginocchia ad angoli impossibili. In movimento, nei percorsi cittadini, si dimostra amichevole e docile. Il motore ai medi regimi vibra poco e sfoggia un'erogazione lineare su tutto l'arco, mentre la taratura delle sospensioni è piuttosto frenata, specie al posteriore, dove consigliamo vivamente di togliere un po' di precarico molla e aprire di qualche click compressione ed estensione.

KTM 1190 RC8

KTM 1190 RC8

Nel 2007 KTM entrò nel segmento delle supersportive con un modello spigolosissimo e molto divertente da guidare, con cui il marchio austriaco corse nella Superstock e nella Superbike. Nel misto stretto si rivelò estremamente efficace, grazie alle prestazioni del suo bicilindrico. Ecco le foto della nostra prova

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Motore facile, ciclistica agile

Una volta imboccata una strada di montagna con curve e tornanti, questa purosangue fa sfoggio delle sue doti, rivelandosi molto divertente nei tratti di misto stretto, poiché grazie alle doti di coppia e linearità del bicilindrico a V stretto, la spinta è forte sin dai giri più bassi. Abbiamo provato ad uscire da alcuni tornanti a 2.500 giri e la RC8 non
ha fatto una piega, una prova sicuramente estrema che dà l'idea dell'ottima curva di coppia e dell'ottima messa a punto del sistema di iniezione elettronica Keihin.

Ma è in pista che questa Superbike sfoggia il meglio di sé, basta trasformarla in pochi minuti (con un paio di chiavi a brugola si smontano gli specchi, il portatarga e si alza il piano di seduta) e lanciarla tra i cordoli. Intuitiva e agile, mette subito a suo agio chi è alla guida. Sorprende la sensazione di leggerezza. Se non fosse per il rumore del motore sembrerebbe di guidare una 600 giapponese! Possiamo affermare di non aver mai provato una bicilindrica stradale così leggera e facile da domare nei cambi di direzione. Nel misto stretto è molto veloce nell'inserimento e va alla corda rapidamente e non allarga durante la percorrenza. In uscita si può spalancare il gas senza avvertire perdite di aderenza al posteriore. Merito anche dei pneumatici Pirelli SC2 con cui l'abbiamo usata in pista. Nei curvoni da quarta e quinta piena rimane piacevolmente neutrale e precisa in traiettoria. Una stabilità ineccepibile, anche se lo sforzo richiesto al pilota per tenerla in traiettoria aumenta al crescere del ritmo. Il motore spinge poderoso ma senza picchi di potenza, lineare a tal punto da non trasmettere appieno la sua reale potenza, ma che al contrario si percepisce quando si inizia ad aumentare il ritmo. Infatti dai 6.500 a 10.000 giri sale in modo energico con una bella spinta ma senza i picchi ai quali siamo abituati dalle altre bicilindriche. Le vibrazioni trasmesse si percepiscono solo quando il motore è in pieno tiro, e si accentuano sulla soglia dei 7.000 giri, mentre nelle altre condizioni il lavoro dei due contralberi di bilanciamento è ineccepibile. Il cambio invece non ci è sembrato tra i migliori, perché è ruvido e in qualche frangente non molto preciso. La mancanza della frizione antisaltellamento quasi non si avverte nell'uso su strada e anche in pista quando il ritmo non è al limite, perché il comportamento della ciclistica è talmente armonico da non innescare fastidiosi saltellamenti. Chiaramente le cose cambiano quando si cerca il limite... In questo caso è facile avvertire un leggero sbandamento del posteriore, che però non saltella, quindi è comunque controllabile. Ottima e grintosa, comunque, la frenata, da vera racer replica.

Tutte le nostre prove Rewind le puoi trovare QUI

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