Moto e motociclisti: nuove categorie alla riscossa (e con ironia)

Moto e motociclisti: nuove categorie alla riscossa (e con ironia)

Dividere in famiglie la realtà è sempre un gioco divertente da fare come individuarne delle nuove. Eccone alcune diverse dalle solite

Nicolò Bertaccini

21.02.2022 10:33

Uno degli esercizi più divertenti e naturali per l'uomo è quello di organizzare in categorie la realtà. Il nostro cervello ne ha bisogno, funziona semplificando e ordinando gli input che riceve. Ecco perché fare categorie ci viene facile ed è uno di quegli strumenti comunicativi che semplifica le relazioni. Comunicare e capirsi è complesso, farlo attraverso categorie rende leggibile la realtà da entrambi i lati. Anche noi motociclisti ci divertiamo a suddividere e suddividerci in categorie. I parametri possono essere molteplici, dai marchi alla “destinazione d'uso”. Abbiamo Ducatisti, Hondisti, Harleysti e abbiamo anche enduristi, pistaioli, mototuristi.

Proviamo a definire un paio di categorie forse poco visibili, forse non proprio immediate ma che sicuramente tutti noi saremo in grado di riconoscere. Per essere più precisi dovrei dire che sono sottoinsiemi, fanno parte di suddivisioni macro.

Cosa significa essere "Guzzista"?

Ci sono i “nasty local” della moto

Nel mondo del surf i “nasty local” sono i surfisti stanziali che occupano sempre lo stesso spot e tendono a proteggerlo con atteggiamenti da “gang mentality”. Fra le onde questo modo di essere è superato da una maggior voglia di condivisione ed integrazione, lo spirito di condivisione e pace ha prevalso. Sulle due ruote, sopratutto negli Appennini che vanno da Bologna a Pesaro, è facile imbattersi in motociclisti stanziali, quelli che fanno sempre lo stesso passo o che al massimo raccordano gli stessi tre passi. E' un fenomeno che difficilmente si riscontra sui passi alpini, dove di solito passano motociclisti di ogni fattura. Sui passi appenninici, invece, ci sono quelli del Giogo, quelli della Futa, quelli del Muraglione e via dicendo. Temo siano soggetti in via di estinzione, difficile che un ventenne o un trentenne si leghi in maniera esclusiva ad un passo, solitamente si tratta di biker over cinquanta. Hanno anche nomi di battaglia che sono a metà strada fra quelli da ghetto, tipici degli sportivi americani, e quelli che Enrico Papi urlava ai protagonisti di Sarabanda. Ne conosciamo tutti almeno un paio, sono sempre seduti sulle stesse sedie, hanno tute in pelle, sorrisi induriti e occhi vispi. Sembra che passino la loro giornata su quella sedia ma ad un certo punto si sente accendersi un tuono e capiamo che si stanno preparando a scendere, a ripercorrere quel nastro ideale di asfalto, largo al massimo venti centimetri, dove hanno imparato è più efficace mettere le ruote.

I retrò

Guidano solo moto datate, almeno Euro 0, che attirano gli sguardi ammirati di chi gira su ammiraglie full-optional. Aborrono la tecnologia ma solo se integrata alla moto, invece spesso sono molto pratici di navigatori che sincronizzano con la mappa stellare, hanno smartphone con cui possono fare diagnosi a tutte le moto tranne che alla loro, di cui capiscono i problemi rigorosamente ad orecchio. Vestono un mix di stili studiatamente casuale che si compone della miglior versione mai prodotta di ogni componente. I più virtuosi, quelli che dovremmo ammirare in maniera incondizionata, quando si tolgono il casco indossano una berretta nera con la scritta Motor Show in arancione. Nelle loro mani non invecchia nulla, solo il minimo necessario per far capire che l'insieme pilota-moto non è da esposizione ma da vita vera. Questa è una categoria trasversale, li troviamo in sella a moto da enduro, stradali, sportive.

I MANIACI DELLA PULIZIA

Un ultima categoria, poi magari prossimamente giochiamo ancora, specie se me ne suggerite altre, è quella dei maniaci della pulizia. Sono sempre perfetti, anche la drosofila melanogaster non riesce a scalfire il loro essere perfettamente immacolati. Ci sono parti delle nostre moto che si sporcano usciti dalla concessionaria e che non torneranno mai come prima che da loro sono sempre pulite. Quando partono, durante i giri, quando arrivano, tutto è sempre perfetto. E non temono nulla, hanno giacche color sabbia che restano linde, pantaloni bianchi perfetti anche per una Cresima che restano perennemente candidi. Scelgono la moto anche considerando le difficoltà di pulizia. E la scelgono difficile da pulire: spigoli, parti che si sovrappongono, ali aerodinamiche, pertugi, accettano ogni sfida. Non esiste moto che non possa rimanere pulita nelle loro mani. Il rischio, con loro, è di guardare la moto e chiedere “bella, è nuova?”. 

Ecco, voi avete in mente altre categorie simili? Vengono in mente anche “le guide indiane”, quelli che sanno sempre dove andare anche se non ci sono ancora stati; “i ginnasti”, che salgono e scendono da moto pachidermiche nonostante cavalli non troppo distanti da terra, che da lontano riescono sempre ad individuare il parcheggio con la pendenza a loro favore.

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