Realizzare una moto, come nasce l’idea? "Serve ascoltare i motociclisti"

Realizzare una moto, come nasce l’idea? "Serve ascoltare i motociclisti"

Un esperto di marketing e un designer ci raccontano il loro bellissimo e difficile lavoro di ideare e disegnare nuovi modelli di moto. Per la Honda

15.02.2022 18:27

Per l’anagrafe si chiamano Daniele Lucchesi e Paolo Cuccagna. Per il reparto R&D di Honda Europe sono rispettivamente il Planning Section Manager e il Design Director. Lavorano assieme da oltre 20 anni, sono amici, sono motociclisti. Il tutto si traduce nel fatto che uno immagina le nuove moto, Daniele, e l’altro le disegna, Paolo.

Ci interessava capire cosa c’è dietro il processo di ideazione di una nuova moto, quali valutazioni si fanno, come si arriva a disegnarne la linea. Di solito le persone che lavorano nei reparti di Ricerca & Sviluppo non parlano facilmente con la stampa. Sono i depositari dei segreti aziendali, conoscono i nuovi modelli che usciranno fra qualche anno. Ciononostante, Daniele e Paolo si sono resi disponibili per una intervista.

Eccoci allora in una videoriunione dal tono scoppiettante, una lunga chiacchierata fra amici (con Cuccagna ci si conosce da quando eravamo ragazzi), che ci ha regalato diversi spunti interessanti. Ve la raccontiamo in due puntate, la prima delle quali dedicata a capire l’aspetto più squisitamente di marketing. La seconda sarà invece rivolta più a temi di design.

Ma partiamo dal principio, e dalla nostra domanda a Daniele Lucchesi, l’esperto di marketing appunto, di raccontarci come si scandaglia il panorama dei motociclisti.

Ho la fortuna di condurre un sacco di interviste con i focus group. Ogni anno incontriamo 100-200 clienti, non solo Honda, ma anche di altre marche. E lo facciamo nei paesi principali: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna. Abbiamo molti dati, ma è sempre difficile trarne una generalizzazione. A me piace molto la matematica, quindi vedo la distribuzione gaussiana a campana. Gli estremi sono i motociclisti fuori dalla media, che possono essere per un attimo tolti. Poi c’è la parte di mezzo, quella che raccoglie e rappresenta il maggior numero di appassionati”.

Quindi focus group e analisi scientifica dei dati?

Non solo – interviene Paolo Cuccagna -. Quando abbiamo lavorato sul Fireblade abbiamo analizzato tantissimo i clienti. Abbiamo persino portato i dirigenti giapponesi sul passo della Futa, per farli parlare con i motociclisti che si incontravano. Anche quelli con moto di altre marche, ovviamente. In un solo giorno abbiamo incontrato tantissimi appassionati. E abbiamo ascoltato e parlato di cose che in Giappone difficilmente arrivano. Sono verifiche importantissime queste, per impostare i nuovi modelli”.

Un’altra volta – continua Paolo – quando abbiamo fatto il primo CB1000r, era il 2008, abbiamo passato una serata bellissima a Milano con dei motociclisti. Siamo stati con loro al ristorante fino all’una di notte. E fra un bicchiere di vino e un pezzetto di formaggio, abbiamo capito due o tre cose fondamentali su come dovevamo pensare quella moto. La stessa cosa, anni dopo, l’abbiamo fatta per realizzare l’Africa Twin”.

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