Moto in fuoristrada: parliamo del Decreto sulla viabilità forestale

Moto in fuoristrada: parliamo del Decreto sulla viabilità forestale

A un mese di distanza dal "divieto" di circolazione in off-road, tutto tace. Ma ci sono contatti in corso, per una scrittura più chiara. In risposta ai tanti dubbi degli appassionati, abbiamo chiesto il parere di un avvocato qualificato

17.01.2022 ( Aggiornata il 17.01.2022 10:47 )

Com’è finita con il decreto sulla viabilità forestale che tanto rumore ha fatto il mese scorso? In molti abbiamo sollevato dubbi sul nuovo testo di legge, tanto che il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) ha diffuso un chiarimento per dire che il decreto non cambia nulla in relazione alla regolamentazione della circolazione in fuoristrada, che resta competenza delle regioni (le quali ora hanno 180 giorni di tempo per adeguarsi alla nuova legge). Un chiarimento che però non ci ha convinto, come abbiamo scritto nell’articolo del 16 dicembre scorso.

Da allora tutto tace

Ma sappiamo che si sta lavorando comunque a una soluzione. Sul numero di In Moto di febbraio, in uscita in questi giorni, abbiamo pubblicato una rapida intervista con il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Giovanni Copioli, che appunto ci ha parlato dei contatti e degli incontri che la FMI sta avendo con il mondo politico, per ottenere una parola chiara su questo testo di legge.

Nel frattempo, abbiamo chiesto un parere all’Avv. Marcella Ferrari, del Foro di Savona. La legale ligure, articolista giuridica del sito Altalex.com, è già stata ospite sulle pagine di In Moto, in una precedente inchiesta sui ricorsi per danni causati dal pessimo stato delle nostre strade. Il suo è dunque un parere qualificato, anche se lei chiarisce che si tratta solo di una delle possibili interpretazioni di una norma poco limpida.

Parola all'Avvocato

Per capirne qualcosa di più bisogna leggere il lungo parere scritto che l'Avv. Ferrari ci ha fornito. E che abbiamo in parte sintetizzato.

Partiamo da una necessaria premessa: “Nel nostro ordinamento, la Costituzione (art. 117 Cost.) prevede quali materie siano di competenza dello Stato e quali delle Regioni”. E continua: “Nel caso in esame, viene in rilievo la gestione territoriale e forestale, che rientra nella competenza primaria delle Regioni e delle Province Autonome. In tale contesto, il MIPAAF svolge una funzione di indirizzo e coordinamento, fornendo dei criteri minimi nazionali, com’è accaduto con l’emanazione del decreto sulla viabilità forestale”.

Tutto però ha inizio nel 2018.A monte del decreto, si colloca il Testo Unico Forestale – TUFF - (d. lgs. 34/2018), ossia la legge quadro nazionale in materia di selvicoltura e filiere forestali, la quale definisce gli indirizzi normativi unitari e il coordinamento di settore. In buona sostanza, contiene le definizioni da applicare sul territorio in modo da uniformare il lessico, stabilisce cosa s’intende per bosco, definisce le attività di gestione come la viabilità forestale e così via".

"Il citato Testo Unico definisce – già dal 2018 – la viabilità forestale e silvo-pastorale come una ‘rete di strade, piste, vie di esbosco, piazzole e opere forestali aventi carattere permanente o transitorio, comunque vietate al transito ordinario, con fondo prevalentemente non asfaltato e a carreggiata unica, che interessano o attraversano le aree boscate e pascolive […]’ (art. 3 c. 2 lett. f) d. lgs. 34/2018). Inoltre, il TUFF prevede l’adozione di un apposito decreto che contenga i ‘criteri minimi nazionali’ in materia (art. 9 c. 2 d. lgs. 34/2018). È proprio in attuazione di tale disposizione che è stato emanato il decreto interministeriale sulla viabilità forestale che tanto ha fatto discutere”.

Un divieto non assoluto

Il decreto sulla viabilità forestale (datato 28.10.2021 pubblicato sulla GU Serie Generale n. 286 del 01.12.2021), specifica quanto già contenuto, dal 2018, nel Testo Unico Forestale. Infatti, prevede che le strade forestali e silvo-pastorali siano vietate al transito ordinario (in buona sostanza, è ammessa la circolazione solo dei mezzi autorizzati e citati nella tabella allegata al decreto stesso). Inoltre, aggiunge che le suddette strade non sono soggette alle disposizioni del Codice della Strada, in particolare, agli articoli 1 e 2”.

Tale rinvio ha sollevato molteplici perplessità, per tale ragione il Ministero ha precisato che le strade e le piste forestali non sottostanno ai criteri di sicurezza previsti per la viabilità ordinaria, poiché si tratta di viabilità esclusa dal Codice della strada. In tali circostanze, quindi, trova applicazione la singola legge regionale che disciplina la circolazione sulle strade forestali".

"Riassumendo, il decreto interministeriale non contiene un divieto nuovo, poiché, come ricordato, era già in essere dal 2018, ma specifica che la viabilità forestale non è soggetta alle disposizioni discendenti dagli articoli 1 e 2 del Codice della Strada”.

Quindi, il transito è concesso solo ai mezzi autorizzati, come i mezzi di servizio?

Il Ministero, nel comunicato stampa del 16 dicembre 2021, precisa che spetta alle Regioni ‘valutare gli effetti della fruizione pedonale, cicloturistica o con mezzi motorizzati diversi da quelli forestali sui tracciati, i cui effetti su fondi non asfaltati hanno impatti ben diversi tra loro’. Da tale precisazione si può inferire che il transito sulle strade sia consentito solo ai mezzi forestali e che le Regioni possano introdurre delle deroghe. Quindi, il divieto di transito non è assoluto ma rimesso alla valutazione degli enti regionali a seconda delle singole realtà territoriali”.

Manifestazioni ed eventi possono comunque essere svolti, nel rispetto della normativa regionale, atteso che non rientrano nel ‘transito ordinario’”.

Il risvolto inatteso del riferimento al Codice della Strada

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