Il fallimento della Benelli Q.J. &egrave; senza dubbio una delle vicende pi&ugrave; strane degli ultimi anni e non solo. Dopo i fatti&nbsp;qui riassunti, &egrave; doveroso passare alle spiegazioni dettagliate e alle ipotesi di cosa accadr&agrave; in futuro, pieno di incertezze, in un periodo (quello a ridosso del Salone di Milano) in cui servirebbero entusiasmo e massima libert&agrave; di azione.  DECISIONE SBAGLIATA - Se Benelli Q.J. consegner&agrave; i libri in tribunale, il suo fallimento sar&agrave; ricordato come uno dei pi&ugrave; assurdi, nel settore moto. Benelli Q.J., infatti, &egrave; stata dichiarata fallita solo a causa di un debito di 120.000 euro, perch&eacute; i valori finanziari passivi degli ultimi anni sono stati sistemati con iniezioni di liquidit&agrave; effettuate dal Qianjiang Group. La &ldquo;vicenda fallimento&rdquo; nasce da un ordine (sospensioni destinate all&rsquo;attivit&agrave; di R&amp;D, non componenti per l&rsquo;OEM) di circa 120.000 euro che Benelli ha inoltrato a WP. In un secondo momento Benelli Q.J. ha bloccato l&rsquo;ordine ma WP, pronta all&rsquo;evasione della merce, ha comunque richiesto il pagamento delle sospensioni, che non sono state spedite alla Benelli Q.J. perch&eacute; non pagate, in quanto non pi&ugrave; volute. Le due aziende non hanno trovato un accordo ed hanno passato la questione ai rispettivi legali. Benelli Q.J. ha commesso un errore manageriale gravissimo, perch&eacute; ha scelto di non pagare WP, sicura di avere bloccato l&rsquo;ordine nei tempi e con le modalit&agrave; correte. In sostanza, i manager di Benelli Q.J. si sono presi un rischio enorme per una cifra modesta. Purtroppo per Benelli Q.J., la sentenza di primo grado ha dato ragione alla WP e questo ha innescato la procedura fallimentare.  SITUAZIONE ASSURDA - Dopo la sentenza (19 luglio 2016) Benelli Q.J. ha pagato il debito con WP ma questo non ha cambiato nulla, in quanto attualmente a capo dell&rsquo;azienda pesarese c&rsquo;&egrave; un curatore fallimentare (Vincenzo Galasso), che di fatto non pu&ograve; svolgere le sue normali funzioni. Infatti, dopo l&rsquo;iniezione di liquidit&agrave; di Qianjiang Group e il pagamento del debito con WP, Benelli Q.J. &egrave; un&rsquo;azienda che sta lavorando normalmente (acquistando, fatturando, prototipando, pianificando), non un&rsquo;azienda da tenere sotto controllo per assicurare il pagamento dei debiti. Il curatore fallimentare rester&agrave; in Benelli Q.J. fino al 31 ottobre 2016 ma il suo incarico potr&agrave; essere rinnovato. In pratica, nel periodo in cui l&rsquo;azienda sta preparando il Salone pi&ugrave; importante dell&rsquo;anno, quello di Milano, tutto &egrave; gestito da un curatore fallimentare! A EICMA, Benelli Q.J. presenter&agrave; diversi modelli, tra cui la versione definitiva della Leoncino, che potrebbe nascere con una societ&agrave; ed essere venduta con un&rsquo;altra...  UNA NUOVA BENELLI? - Sembra una battuta ma non lo &egrave;. Attualmente, infatti, dal punto di vista giuridico, Benelli Q.J. deve essere considerata fallita. L&rsquo;azienda ha per&ograve; presentato richiesta di appello, che non &egrave; ancora stato fissato. Inoltre, anche se attualmente Benelli Q.J. sta pensando al suo futuro, avendo le disponibilit&agrave; economiche per farlo, potrebbe essere obbligata a consegnare i libri in tribunale, se in appello sar&agrave; confermata la sentenza del primo grado di giudizio. La giurisprudenza spiega che in questi casi c&rsquo;&egrave; un 50% di possibilit&agrave; di ribaltare la situazione. In sostanza, se non cambier&agrave; nulla, Benelli Q.J. non esister&agrave; pi&ugrave;; probabilmente sar&agrave; sostituita da un&rsquo;altra societ&agrave;, identica a quella attuale ma con una diversa denominazione. Tutto questo per 120.000 euro... 

Dalla decisione di non trovare un accordo con la WP, al curatore fallimentare che ora &egrave; a capo di un azienda che sta preparando EICMA...

Fallimento Benelli QJ: i retroscena di una vicenda assurda!

La Benelli &egrave; una Casa motociclistica che non ha bisogno di tante presentazioni perch&eacute;, come gli appassionati di due ruote ricorderanno, ha una importante storia da raccontare. La Benelli &egrave; una delle prime aziende italiane ad essere stata acquistata (nel 2005) da un colosso cinese, la Qj (Qianjiang Group). La Benelli, che a EICMA 2015, con il prototipo Leoncino (sopra, in apertura)&nbsp;sembrava pronta a tornare protagonista, &egrave; stata dichiarata fallita dal tribunale di Pesaro. La sentenza &egrave; stata emessa il 19 luglio e il tribunale ha nominato come curatore il commercialista Vincenzo Galasso. Il termine per il deposito dell&rsquo;ammissione allo stato passivo &egrave; stato fissato al 26 settembre.  ALLA WP MANCANO 120.000 EURO -&nbsp;La vicenda, incredibilmente, &egrave; inizia dalla richiesta di circa 120.000 euro presentata da un fornitore della Benelli, la WP, il produttore di sospensioni che lavora soprattutto per il Gruppo KTM (che possiede quote della WP). La richiesta della WP &egrave; lecita, perch&eacute; riguarda un debito contratto dalla Benelli e non pagato entro i termini prestabiliti. Per questo motivo, come scritto, il 19 luglio il tribunale di Pesaro ha dichiarato il fallimento dell&rsquo;azienda (Benelli), pronta a ricorrere alla Corte d&rsquo;Appello.&nbsp;Spiegata in questi termini, la vicenda potrebbe sembrare uno scherzo, perch&eacute; per un&rsquo;azienda che produce moto (attivit&agrave; che prevede elevati costi di progettazione, R&amp;D e produzione) ed &egrave; partner di un colosso industriale cinese, 120.000 euro sono una goccia nel mare. 120.000 euro &egrave; una cifra che pu&ograve; iniziare ad essere considerata importante per una piccola realt&agrave; artigianale. Questa premessa &egrave; doverosa per capire di cosa stiamo parlando, una vicenda poco chiara.  IL RECLAMO ALLA CORTE D&#39;APPELLO - I manager della Benelli sono rimasti sorpresi dalla sentenza ed &egrave; difficile dare loro torto. L&rsquo;azienda pesarese ha fatto sapere che &ldquo;Il credito vantato dalla societ&agrave; fornitrice che ha proposto l&rsquo;istanza era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l&rsquo;intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta gi&agrave; organizzando il reclamo alla Corte D&rsquo;Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio &egrave; solido e dispone di liquidit&agrave; sufficiente per l&rsquo;adempimento delle obbligazioni assunte&rdquo;.  BILANCI IN PASSIVO -&nbsp;In realt&agrave;, volendo essere pignoli, il bilancio 2015 della Benelli si &egrave; chiuso con un passivo di 5.700.000 euro, cifra che va sommata al passivo 2014, circa 800.000 euro. La sentenza di fallimento per&ograve; &egrave; arrivata in un periodo moderatamente positivo, sia perch&eacute; le vendite dei cinquantini e delle moto di oltre 300 cm3 sono in crescita, sia perch&eacute; la Benelli con il prototipo Leoncino (svelato a EICMA 2015) ha stupito tutto il mondo, dimostrando che in Italia possono ancora nascere moto meccanicamente semplici ma stilisticamente interessanti.  OLTRE 100 ANNI DI STORIA -&nbsp;La Benelli &egrave; un pezzo importante della storia del nostro Paese. L&rsquo;azienda, fondata nel 1911 dai fratelli Benelli (Tonino, Francesco, Giovanni, Giuseppe, Filippo e Mimmo), ha pi&ugrave; di cento anni di storia e un passato glorioso, ha partecipato al Mondiale con piloti del calibro di Renzo Pasolini, Walter Villa e Jarno Saarinen; rappresenta anche quell&rsquo;imprenditoria italiana a conduzione familiare che ha rischiato e, partendo dal nulla, ha costruito qualcosa di importante. I fratelli Benelli, infatti, vennero aiutati dalla madre, che vendette numerosi terreni per costruire la prima officina meccanica, a Pesaro.&nbsp;  TUTTI I PROPRIETARI - Dopo le due Guerre Mondiali, la storia della Benelli riparte tra alti e bassi: dai litigi tra i fratelli, ai modelli di successo come il Leoncino, ai passaggi di propriet&agrave;: dagli eredi Benelli a De Tomaso, da Giancarlo Selci di Biesse alla Fineldo della famiglia Merloni e infine, nel 2005, alla Qj. Con il colosso cinese sembrava che la Benelli potesse crescere in fretta, invece l&rsquo;azienda non &egrave; mai ripartita davvero. La Benelli gestita dai cinesi non ha mai presentato modelli in grado di catturare l&rsquo;attenzione internazionale e in generale quell&rsquo;azienda italiana che avrebbe potuto tornare protagonista &egrave; rimasta nell&rsquo;anonimato. Oggi, infine, il fallimento, assurdo per cifra e modalit&agrave;... 

Per un&rsquo;azienda che progetta, prototipa e produce moto e che &egrave; partner di un colosso cinese,&nbsp;120.000 euro dovrebbero essere una goccia d&rsquo;acqua nel mare, eppure...

Benelli: &egrave; davvero possibile fallire per 120.000 euro?

E&rsquo; stato Davide Storti, giudice del tribunale di Pesaro, a dichiarare il fallimento di Benelli Moto per 120.000 euro. Quotata in Borsa a Shangai e dal 2005 di propriet&agrave; del gruppo di propriet&agrave; cinese (Qianjiang), la storica Casa pesarese pu&ograve; contare sul lavoro di 45 persone assunte nella fabbrica marchigiana e su un ultimo bilancio semestrale in attivo. Il primo dopo molti anni, grazie alle vendite dei suoi cinquantini e di nuovi modelli naked e stradali di piccola e media cilindrata.  PARTITA DI AMMORTIZZATORI - La somma a causa della quale il giudice ha preso questa decisione &egrave; riferibile ad una partita di ammortizzatori ordinata 8 anni fa all&rsquo;azienda WP. Un ordine che Benelli dichiara di non aver mai ricevuto. Per questo importo &egrave; partita quindi una procedura legale che ha portato ad un decreto di sequestro di una serie di modelli pronti per essere consegnati ai concessionari di tutto il mondo e, successivamente (visto il protrarsi del mancato pagamento) la dichiarazione di fallimento e relativa nomina del commercialista Vincenzo Galasso come curatore fallimentare.  PRONTA A PAGARE - Attraverso una nota ufficiale, la Casa ha dichiarato di essere rimasta sorpresa &ldquo;in quanto il credito vantato dalla societ&agrave; fornitrice che ha proposto l&#39;istanza era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l&#39;intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta gi&agrave; organizzando il reclamo alla Corte D&#39;Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio &egrave; solido e dispone di liquidit&agrave; sufficiente per l&#39;adempimento delle obbligazioni assunte&quot;.  CENTO ANNI DI STORIA - La speranza, ora, &egrave; che il pagamento arrivi a destinazione, modificando di conseguenza la decisione del giudice. In ballo ci sono 45 posti di lavoro e la storia centennale di un&rsquo;azienda nata nel 1911 da sei fratelli, capace negli anni di vincere due titoli mondiali e 16 italiani nelle gare su pista e di lanciare sul mercato modelli &ldquo;simbolo&rdquo; dell&rsquo;Italia a due ruote come il Leoncino, la Motorella e le pi&ugrave; recenti TNT e Tornado. 

Il tribunale di Pesaro ha dichiarato il fallimento della Casa motociclistica per 120.000 euro. Ma l&rsquo;azienda dichiara di essere pronta al pagamento e far&agrave; reclamo

Benelli &egrave; fallita. Ma arriva il ricorso

A pochi giorni dall'inizio della Six Days di Kosice (Slovacchia), KTM presenta i nuovi modelli in serie limitata "Six Days" Quest'anno la "Six Days of Enduro" (ISDE) si terr&agrave; a Kosice, in Slovacchia. La gara prender&agrave; il via il 7 Settembre per terminare il 14.  Le iscrizioni hanno evidenziato una massiccia di piloti che correranno con KTM (oltre il 50% dei partecipanti) e la Casa austriaca, come tradizione, festeggia l'inizio della competizione con i nuovi modelli Six Days, in edizione limitata, disponibili in tutte le cilindrate, da 125 a 500 cm3.&nbsp;  Non &egrave; solo una questione di colori (quest'anno omaggianti la bandiera slovacca): l'allestimento Six Days prevede infatti una componentistica dedicata.  Ecco nel dettaglio le modifiche e novit&agrave; rispetto ai modelli standard: &bull; Forcella WP Suspension 4CS a cartuccia chiusa   &bull; Sella &ldquo;camel&rdquo; pi&ugrave; confortevole   &bull; Protezioni motore e telaio   &bull; Piastre forcella lavorate CNC anodizzate arancione   &bull; Telaio arancione per un look Factory   &bull; Manubrio anodizzato nero con logo Six Days   &bull; Corona Supersprox Stealth realizzata in acciaio e alluminio   &bull; Disco posteriore pieno per migliorare le prestazioni durante le lunghe ore di gara   &bull; Disco anteriore flottante   &bull; Cavetto di sicurezza per la leva freno posteriore   &bull; Protezione carter   &bull; Specchietto racing   &bull; Filtro carburante all&rsquo;imbocco del serbatoio (solo modello 4T)  [gallery ids="25484,25482,25483"]  &nbsp;

A pochi giorni dall'inizio della Six Days di Kosice, ecco le nuove KTM in edizione limitata

KTM festeggia l'inizio della Six Days con una serie limitata

X-Blend Waterproof sono stivaletti di TCX e si presentano con una forte identit&agrave; urbana ed un animo vintage. Sono stati pensati in particolare per i riders amanti dello stile retr&ograve;, che prediligono l&rsquo;abbigliamento da moto fashion ma con contenuti tecnici di protezione. Nel rispetto della tradizione TCX, gli stivaletti sono dotati di rinforzi nell&rsquo;area dei malleoli, punta e tallone; all&rsquo;interno della suola &egrave; presente un sottopiede di montaggio in materiale termoplastico a spessori differenziati, che consente il superamento del test relativo alla rigidit&agrave; trasversale della calzatura, previsto dalla vigente normativa CE.  La tomaia, dalle linee essenziali, &egrave; in pelle pieno fiore, spazzolata per ottenere l&rsquo;effetto vintage ed integra un&nbsp; paraleva in pelle, tono su tono. La fodera &egrave; resistente all&rsquo;acqua per favorire l&rsquo;utilizzo in tutte le stagioni.  La calzata &egrave; facilitata da un pratico sistema di allacciatura tipo anfibio. La suola, in gomma resistente all&rsquo;usura, contribuisce a conferire alla calzatura una forte identit&agrave;, grazie al trattamento &ldquo;used&rdquo; e al battistrada tassellato.  La calzatura &egrave; Certificata CE.  Colori: marrone vintage, nero  Taglie: dal 39 al 47  Prezzo: &euro; 189,99 Fiammetta La Guidara  &nbsp;

Sono stivaletti pensati per la linea Urban Trend e si presentano con una forte identit&agrave; urbana ed un animo vintage

TCX e gli X-Blend Waterproof

Il gruppo Andreani propone un nuovo kit pensato appositamente per i monoammortizzatori delle moto da fuoristrada. Si tratta di un pistone in grado di migliorare sensibilmente la risposta del componente originale ed &egrave; compatibile con elementi Sachs, WP,Kayaba e Showa. Il kit comprende un pistone in ergal da 50 mm, la fascia pistone costruita per resistere alle alte temperature e una serie di lamelle per effettuare la giusta taratura.  Il prezzo del kit &egrave; di 158 Euro IVA esclusa. Per maggiori informazioni www.andreanigroup.com

Il kit pistone Andreani pensato per migliorare le prestazioni dei monoammortizzatori delle moto da fuoristrada

6 risultati per 'wp'

Fallimento Benelli QJ: i retroscena di una vicenda assurda!

Benelli: è davvero possibile fallire per 120.000 euro?

Benelli è fallita. Ma arriva il ricorso

KTM festeggia l'inizio della Six Days con una serie limitata

TCX e gli X-Blend Waterproof

Il kit pistone Andreani per i mono delle moto da fuoristrada