Benelli è fallita. Ma arriva il ricorso

Benelli è fallita. Ma arriva il ricorso<br />

Il tribunale di Pesaro ha dichiarato il fallimento della Casa motociclistica per 120.000 euro. Ma l’azienda dichiara di essere pronta al pagamento e farà reclamo

Federico Porrozzi

26.07.2016 ( Aggiornata il 26.07.2016 15:22 )

E’ stato Davide Storti, giudice del tribunale di Pesaro, a dichiarare il fallimento di Benelli Moto per 120.000 euro. Quotata in Borsa a Shangai e dal 2005 di proprietà del gruppo di proprietà cinese (Qianjiang), la storica Casa pesarese può contare sul lavoro di 45 persone assunte nella fabbrica marchigiana e su un ultimo bilancio semestrale in attivo. Il primo dopo molti anni, grazie alle vendite dei suoi cinquantini e di nuovi modelli naked e stradali di piccola e media cilindrata.

PARTITA DI AMMORTIZZATORI - La somma a causa della quale il giudice ha preso questa decisione è riferibile ad una partita di ammortizzatori ordinata 8 anni fa all’azienda WP. Un ordine che Benelli dichiara di non aver mai ricevuto. Per questo importo è partita quindi una procedura legale che ha portato ad un decreto di sequestro di una serie di modelli pronti per essere consegnati ai concessionari di tutto il mondo e, successivamente (visto il protrarsi del mancato pagamento) la dichiarazione di fallimento e relativa nomina del commercialista Vincenzo Galasso come curatore fallimentare.

PRONTA A PAGARE - Attraverso una nota ufficiale, la Casa ha dichiarato di essere rimasta sorpresa “in quanto il credito vantato dalla società fornitrice che ha proposto l'istanza era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l'intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta già organizzando il reclamo alla Corte D'Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio è solido e dispone di liquidità sufficiente per l'adempimento delle obbligazioni assunte".

CENTO ANNI DI STORIA - La speranza, ora, è che il pagamento arrivi a destinazione, modificando di conseguenza la decisione del giudice. In ballo ci sono 45 posti di lavoro e la storia centennale di un’azienda nata nel 1911 da sei fratelli, capace negli anni di vincere due titoli mondiali e 16 italiani nelle gare su pista e di lanciare sul mercato modelli “simbolo” dell’Italia a due ruote come il Leoncino, la Motorella e le più recenti TNT e Tornado.

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