L'azienda spagnola Ossa specializzata in moto da trial ha realizzato il cavalletto UPY che consente di supportare la moto e di poter lavorare comodamente su di essa o semplicemente per poterla posizionare correttamente.  Il cavalletto pu&ograve; essere regolato in diverse posizioni di altezza grazie al suo semplice sistema di apertura, e si adatta perfettamente alle diverse forme e tipologie di moto, una protezione in gomma protegge sia la moto che il pavimento.  Il cavalletto, distribuito da Ossa Italia SRG Motorcycles, pu&ograve; essere piegato con un minimo ingombro di solo cm 50 x cm 31 x cm 13. Costruito in alluminio, &egrave; uno dei cavalletti pi&ugrave; leggeri sul mercato: solo kg. 1,9  Prezzo: &euro; 75,00 Fiammetta La Guidara 

L'azienda spagnola specializzata in moto da trial ha realizzato il cavalletto UPY che consente di supportare la moto e di poter lavorare comodamente

Ossa cavalletto ultraleggero

Ha debuttato al Salone di Milano la Ossa Explorer 280, la proposta da moto-alpinismo della Casa spagnola in versione 2015.  E' stata progettata per "raggiungere i luoghi pi&ugrave; difficili", come dichiarano all'azienda spagnola. E per ottenere questo risultato a tecnici e progettisti non &egrave; bastato aggiungere un "kit" alla base del TRI, ma Ossa ha allestito la Explorer aggiungendo un telaietto posteriore con sella passeggero (&egrave; omologata per due persone) ed apportando diverse modifiche per meglio adattare la Explorer alla diversa destinazione d&rsquo;uso.  Il propulsore &egrave; strettamente derivato da quello con carter integrali in lega d&rsquo;alluminio 7075T6 della TR di cilindrata intermedia, ma &egrave; stato ulteriormente addolcito nell&rsquo;erogazione per renderlo pi&ugrave; adatto all&rsquo;uso disimpegnato; il comparto sospensioni abbandona le raffinate &ndash; ma costose &ndash; sospensioni della versione TR rivolgendosi ad unit&agrave; Olle,pi&ugrave; robuste ed in grado di accogliere due persone.  Il peso &egrave; aumentato di quasi 10 chili rispetto alla TR, anche a causa del serbatoio da 7,6 litri contro i poco meno di 3 della Trial, ma non trattandosi di una moto da competizione il maggior peso non &egrave; importante. Prezzo: &euro; 6.340,00  Scheda tecnica  Motore: monocilindrico 2T  Cilindrata: 247,7cc / 272,2 cc  Raffreddamento: liquido  Alesaggio motore: 72,5x60mm 76x60 mm  Alimentazione: iniezione elettronica Kokusan  Frizione multidisco in bagno d'olio  Cambio: 6 marce  Trasmissione Gear - Trasmissione finale: catena  Lubrificazione: miscela olio benzina 0,9% olio 100% sintetico  Telaio: tubolare CR-Mo / alluminio con serbatoio brevettato OSSA canotto e serbatoio in fusione d'alluminio  Sospensione anteriore: forcella Olle 40 mm multi-regolabile  Monoammortizzatore idraulico posteriore Olle regolabile nel precarico  Freno anteriore: disco 185 mm disco con pinza a quattro pistoncini  Freno posteriore: disco 180 mm con pinza a disco a quattro pistoncini  Ruota anteriore: 1,6 x 21 80 / 100-21 Ruota posteriore: 2.15 x 18 120 / 100-18, Carter motore made in AA075T6  Pedale accensione: alluminio forgiato  Leva del cambio e pedale freno: alluminio forgiato con punta pieghevole  Interasse: 1.328 mm  Altezza sella: 820 mm  Altezza minima da terra: 340 mm  Capacit&agrave; serbatoio: 7,6 litri  Peso: 74 kg  &nbsp;    &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    

Dalla Casa spagnola arriva il nuovo modello da moto-alpinismo. Deriva dalla TR ma &egrave; progettata per arrivare ovunque

Ossa 280 Explorer 

Da una trial rivoluzionaria &egrave; derivata una &ldquo;motoalpinista&rdquo; esclusiva ma neanche troppo costosa. Resta molto presente l&rsquo;anima trialistica, ma ci si pu&ograve; sedere e si va pi&ugrave; lontano  Dicesi motoalpinismo la disciplina motociclistica che fa percorrere sentieri, mulattiere, boschi in totale relax, per gustarsi il panorama, cercare funghi e scoprire nuovi orizzonti. Il motoalpinismo sfrutta moto leggere, maneggevoli, dalla sella bassa o molto bassa, silenziose, spesso economiche perch&eacute; poco pretenziose come dotazione e nella manutenzione. Mezzi che non si occupano delle prestazioni e per questo perfetti per mani poco esperte. Lo storico marchio spagnolo Ossa, da poco ritornato sul mercato dopo una lunga assenza, interpreta il motoalpinismo in chiave molto moderna, proponendo un modello sviluppato sulla base della propria trial TR 280i, una moto che l&rsquo;anno passato ha stupito e incuriosito per le innovative tecniche portate al debutto. La neonata &ldquo;motoalpinista&rdquo; Explorer &egrave; gi&agrave; in pronta consegna presso i concessionari del marchio al prezzo di 6.240 Euro franco importatore.  DA FERMO  Come molte delle motoalpinismo che si trovano sul mercato, anche la Explorer nasce sulla base di una moto da trial professionale, alla quale vengono aggiunte sovrastrutture con una sella realmente sfruttabile e un serbatoio che offre una maggiore autonomia. Per contenere poi i costi di produzione e ottenere un prezzo pi&ugrave; contenuto, si vanno a sostituire le sospensioni con unit&agrave; meno professionali e i particolari racing vengono rimpiazzati da componentistica meno pregiata. Questo &egrave; ci&ograve; che &egrave; stato fatto anche nel trasformare la professionale Ossa TR 280i in Explorer. Il reparto sospensioni vede una forcella con steli di 40 mm &Oslash;, con la regolazione della compressione nella parte alta dello stelo sinistro e quella del ritorno nel tappo forcella di quello destro. Al retrotreno, il mono non offre regolazioni dell&rsquo;idraulica ed &egrave; collegato al forcellone tramite un biellismo progressivo di ottima realizzazione. L&rsquo;Explorer rimane per&ograve; interessante dal punto di vista tecnico in quanto il particolare motore a 2T &egrave; rimasto praticamente invariato. Stiamo parlando di un propulsore a due tempi parecchio moderno con alimentazione elettronica che, assieme a una miscelazione (non automatica) dell&rsquo;olio alla benzina nella risicata percentuale dello 0,8%, promette un inquinamento assai contenuto. Le novit&agrave; non si fermano alla sola alimentazione ad iniezione per un motore 2T da fuoristrada. Sono innovativi: il corpo farfallato dell&rsquo;alimentazione posto anteriormente al cilindro con interposizione di pacco lamellare, l&rsquo;accoppiata testa/cilindro inclinata verso il posteriore e la luce di scarico che si rivolge verso il retrotreno. L&rsquo;andamento del collettore di scarico diviene cos&igrave; molto tortuoso nell&rsquo;annidarsi sotto la sella senza interferire con il monoammortizzatore (decentrato), collettore che &egrave; unito al silenziatore finale tramite una flangia imbullonata. Presente una piccola batteria per l&rsquo;alimentazione di servizio dell&rsquo;impianto elettrico nonostante l&rsquo;assenza dell&rsquo;avviamento elettrico. Il cambio a sei marce ha rapporti diversificati rispetto al modello da trial e collabora con una frizione a comando idraulico. Realizzazione molto particolare anche il serbatoio carburante che &egrave; diviso in due parti: la prima &egrave; una robusta realizzazione in alluminio che scende dal cannotto di sterzo verso la culla motore; il secondo, in materiale plastico, &egrave; posizionato nella canonica posizione tra sella e manubrio. L&rsquo;abbiamo pesata e con il pieno di 8,5 litri di miscela ha fatto segnare un totale di 83,4 kg, circa 77 senza carburante.  IN MARCIA  A bordo ci sente padroni del mezzo: i piedi toccano terra con facilit&agrave; e fermezza, anche se non si superano i 170 cm di statura, grazie alla sella bassa e ai fianchi strettissimi della moto. Il manubrio largo e vicino al busto offre un ampio e comodo timone di manovra. Solo le pedane, nella inusuale posizione da seduti per una moto come questa, risultano un po&rsquo; troppo arretrate e vicine alla seduta, costringendo le gambe a una piega un po&rsquo; eccessiva rispetto alla norma. La conformazione piana della sella lascia libero spazio ai movimenti longitudinali e offre un discreto comfort. Meno azzeccata la maniglia posteriore che viene urtata negli arretramenti dai centauri pi&ugrave; alti durante le discese. Rimuoverla &egrave; comunque semplice, come &egrave; semplice rimuovere le pedane destinate al passeggero (la moto &egrave; omologata per due). L&rsquo;avviamento &egrave; esclusivamente a pedale, mentre il magico bottoncino del motorino d&rsquo;avviamento farebbe veramente comodo in certe situazioni di equilibrio precario. Inoltre, calciare sulla leva non &egrave; proprio agevole in quanto si deve avanzare parecchio per spingere energicamente: uno scomodo obbligo, vista la cilindrata del grosso motore a 2T. Per contro, l&rsquo;avviamento &egrave; pronto e non occorre calciare ripetutamente. Fastidioso invece il saltuario incastrarsi della leva nella pedana. Il particolare sound emesso dal propulsore &egrave; purtroppo accompagnato da fastidiose vibrazioni al manubrio. Il tono di voce assai pacato che esce dal silenziatore ha tutto il DNA tipico dei motori da trial, con lo scoppio scandito, lento e profondo. Promette gran tiro ai bassi regimi. Innestiamo la prima e notiamo che la leva del cambio &egrave; abbastanza dura da azionare. Ci&ograve; &egrave; legato alle dimensioni della leva stessa, assai corta per ridurre l&rsquo;eccessiva distanza dalla pedana. Gli innesti sono comunque precisi. I primi due rapporti sono molto ravvicinati e cortissimi: consentono di avanzare a velocit&agrave; prossime allo zero, impensabili con altre moto, ovviamente trial professionali escluse. Ci&ograve;, unito alla grande capacit&agrave; di sterzata, permette di girare comodamente e lentamente attorno agli ostacoli pi&ugrave; ostici, anche posti in salita, con estrema facilit&agrave;. Terza, quarta e quinta sono invece pi&ugrave; adatte ai sentieri, mentre la sesta &egrave; una vera marcia da trasferimento. Le alte velocit&agrave; non sono per&ograve; il pane di questa Explorer ed &egrave; meglio non lanciarsi a velocit&agrave; sostenute in quanto l&rsquo;avantreno diviene parecchio nervoso. E anche le sospensioni non hanno tarature adatte ad affrontare ostacoli o buche ad alta velocit&agrave;, soprattutto in discesa. Sono invece perfette per inghiottire a bassa andatura le pietre smosse, le radici e anche arrampicare sui gradini di pietra. A questa peculiarit&agrave; concorre la fattezza dei pneumatici con tasselli e fattezze da trial. Offrono un grip incredibile sulle pietre anche bagnate, e se la cavano alla grande sui terreni compatti. Per contro, se non volete rimanere arenati, evitate accuratamente il fango pesante e la sabbia. Il comparto frenante non &egrave; dei pi&ugrave; potenti e anche la modulabilit&agrave; non &egrave; da riferimento. Visto per&ograve; l&rsquo;utilizzo poco esasperato della moto si possono definire sufficienti seppur non gradiscano le lunghe discese. L&rsquo;Explorer &egrave; una motoalpinismo specialistica, che pu&ograve; portare l&rsquo;escursionista esperto molto lontano, non troppo diversamente da una trial dura e pura ma pi&ugrave; facilmente, con la possibilit&agrave; di sedersi e di&nbsp; marce pi&ugrave; lunghe e rilassanti. Ma &egrave; anche un oggetto adatto al motociclista alle prime armi col fuoristrada, per andare a spasso sui sentieri senza altra velleit&agrave; che rilassarsi con il naso per aria e lo sguardo che vaga tutto intorno. Non sar&agrave; adatta all&rsquo;uso quotidiano, certo, ma offre una certa flessibilit&agrave; d&rsquo;uso che sui brevi spostamenti &egrave; veramente apprezzabile, con l&rsquo;esclusivit&agrave; di certe soluzioni meccaniche che da vedere in garage tutti i giorni possono gratificare anche nei momenti di inattivit&agrave;.  