        Il team italiano &egrave; stato uno dei protagonisti del BMW GS Trophy contendendo al Sudafrica e alla Francia il primo posto finale della classifica generale. Una sfida che si &egrave; consumata prova dopo prova, chilometro dopo chilometro per otto intensi giorni(link al servizio precedente). Alberto, Federico e Michele, sono usciti vincitori dalle selezioni del 2019 cui hanno aderito centinaia di candidati. E hanno fatto squadra, si sono divertiti, hanno combattuto. Ecco le loro parole. Federico De Angelis: che gusto! &ldquo;Enjoy! Ho finalmente capito il significato di questa parola in Nuova Zelanda. Cos&igrave; &egrave; stato! Me la sono proprio goduta questa fantastica esperienza! Dalle storpiature dei simpaticissimi coreani... Paparotti e pizza ai pepperoni... alle mangiate di polvere, dalle tende fradice alle 5 di mattina alle derapate sulle spiagge oceaniche, dalle delusioni delle prove sbagliate all&rsquo;esultanza di quelle inaspettatamente fatte bene, dagli spazi infiniti alla maestosit&agrave; della vegetazione. Potrei non finire mai di esprimere la grandezza di questo luogo e di questo evento!  E poi lo spirito di squadra completato dalla presenza del nostro giornalista che non volevano far entrare in Nuova Zelanda (forse facevano anche bene!) ma che dopo mille peripezie ci ha raggiunto al secondo giorno... &egrave; stata la ciliegina sulla torta, insieme alla competizione con gli atri team di tutte le nazioni. Un unico grande gruppo con lo scopo di godersi questa avventura! Enjoy!&rdquo;. Alberto Ballardin: che meraviglia l'Oceano Pacifico! &ldquo;Once in a lifetime experience... BMW aveva proprio ragione! Il GS Trophy in Nuova Zelanda &egrave; stata la pi&ugrave; bella esperienza che io abbia fatto, nonostante abbia partecipato a tante entusiasmanti gare e altrettanti meravigiosi viaggi. Ma mai una gara con al suo interno un viaggio! La location ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel rendere questo evento ancora pi&ugrave; indimenticabile, sbucare improvvisamente in riva all&rsquo;oceano senza vedere presenza umana a perdita d&rsquo;occhio non ha prezzo. Solo io e la moto. Per quanto riguarda i paesaggi che mi hanno affascinato di sicuro tra i primi posti metterei proprio gli scorci sul Pacifico, uscire da una curva e trovarsi l&rsquo;infinit&agrave; di fronte un po&rsquo; ti stordisce da quanto &egrave; bello!  Per non parlare delle albe e dei tramonti, una pi&ugrave; bella dell&rsquo;altra! Uno dei momenti in cui mi sono divertito di pi&ugrave; &egrave; sicuramente stata quella mezz&rsquo;ora passata in spiaggia a fare derapate infinite... Per quanto riguarda i rapporti con il team sono rimasto pi&ugrave; che soddisfatto. Era forse l&rsquo;aspetto che pi&ugrave; mi preoccupava, passare due settimane a stretto contatto e in condizioni di stress con due persone che non conoscevo bene non era facile. Invece la squadra ha funzionato molto bene, ci siamo sempre dati una mano e supportati (anche sopportati) alla grande! Un&rsquo;altra cosa nuova per me, che mi rimarr&agrave; impressa nei ricordi, sono le cene con tutte le squadre, un momento molto divertente per scambiare opinioni e aneddoti della giornata e fare nuove amicizie&rdquo;. Michele Pradelli: difficile tornare alla normalit&agrave; &ldquo;Sono fisicamente rientrato in Italia da poco dopo, circa 30 ore di viaggio e sto cercando di ripristinare i miei bioritmi decisamente sfasati dal jet lag di ben 12 ore. Il mio spirito &egrave; ancora immerso nella magica avventura chiamata GS Trophy: percorsi off-road incredibili, luoghi incontaminati, notti in tenda, nuovi amici che condividono le tue stesse passioni, prove difficili, inconvenienti da risolvere, laghi, montagne, oceano... &egrave; difficile tornare alla quotidianit&agrave;. Questo viaggio ha dato ossigeno alla fiamma dell&rsquo;avventura che brucia in me e non vedo l&rsquo;ora di organizzare al pi&ugrave; presto una nuova esplorazione in luoghi sconosciuti. Al GS Trophy si pu&ograve; prender parte una sola volta nella vita, e visto che io ho avuto la fortuna di entrare in questo meraviglioso mondo voglio darvi un consiglio: se siete appassionati di moto, viaggi e avventura fate di tutto per entrare nel team. Ne vale decisamente la pena!&rdquo;. BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera        

I PROTAGONISTI: Il team italiano &egrave; rimasto sempre nelle posizioni di vertice fino all'ultima prova. Non abbiamo vinto, ma ci&ograve; che importa &egrave; quello che &egrave; rimasto dentro ad Alberto, Federico e Michele

BMW GS Trophy 2020: il team italiano

ppena in tempo prima dell'esplosione del Corona Virus, l'avventura con BMW in Nuova Zelanda ci ha regalato emozioni, fatica, momenti indimenticabili. Un sogno da 2.500 km di curve, sterrati e panorami fiabeschi

BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera FOTO-ITALIA

        Sono stati giorni intensi, quelli trascorsi in Nuova Zelanda. Un'avventura che si &egrave; consumata in otto tappe con percorrenze medie di 400 km giornalieri, quasi la met&agrave; in fuoristrada. Una sfida in termini di fatica, logistica e prove da superare. La tempistica imposta dagli organizzatori &egrave; stata serrata, con sveglie mattutine alle 5, smontaggio del campo e tirate in sella di 10-12 ore senza troppe soste. Met&agrave; del tempo tra sassi e polvere. E alla sera rimontaggio della tenda e del campo. E qualche ora di sonno, giusto per riprendere le energie per il giorno successivo. BMW GS Trophy 2020: l'avventura tra due mondi Una comitiva di 22 team provenienti da 40 Paesi diversi pronti a sfidarsi in prove di abilit&agrave;, ma anche in grado di ridere e scherzare tutti assieme a cena alla sera. Un melting pot impolverato e spensierato, supportato da una organizzazione efficiente che ha portato oltre 100 persone da un capo all'altro della Nuova Zelanda, da Auckland a Queenstown, dall'isola del nord a quella del sud.  Due mondi distinti, che non sembrano appartenere allo stessa nazione, allo stesso emisfero: morbida e bruciata dal sole la prima, verde e affascinante la seconda. Quasi da favola. Non a caso &egrave; stata l'ambientazione del film &ldquo;Il Signore degli Anelli&rdquo;. Per noi, che l'abbiamo vista dalla sella di una motocicletta da enduro, un parco giochi dalle mille sfumature, dai mille contrasti. Test, BMW F 900 R e F 900 XR: come vanno le medie 'oversize' di Monaco       

Da Auckland per oltre 2500 km con destinazione Queenstown. Otto tappe immersi nei paesaggi della Nuova Zelanda con la BMW F 850 GS, tra sterrati, off-road impegnativo e praterie

BMW GS Trophy 2020: un'avventura lunga 8 giorni VIDEO

Le immagini spettacolari di questi primi giorni in&nbsp;Nuova Zelanda in sella alle BMW F 850 GS. Tra scenari mozzafiato e prove in sella durissime

GS Trophy 2020 Oceania: il quarto giorno in Nuova Zelanda   FOTO

Il GSTrophy non è per tutti, tappe lunghissime tante ore in moto in sella consecutive su percorsi asfaltati, ma anche tante ore in moto in fuoristrada . E il livello di attenzione deve rimanere molto alto perché la scivolata è sempre dietro l'angolo. E poi ci sono orari davvero impegnativi. Sveglia alle cinque tutte le mattine; se non se non prima. Il giorno del traghetto per raggiungere l'isola del Sud è stata alle tre e trenta. Nel mezzo, è questa la grandezza del GS Trophy, paesaggi meravigliosi, quelli della nuova Zelanda. E dicono che il bello deve ancora venire. Lo spettacolo vero è quello dell'isola del Sud. Nel frattempo il team italiano si sta difendendo alla grande con un quinto posto provvisorio nella generale. Nelle varie prove continua tenere le posizioni di testa. (di Andrea Padovani)

BMW GS Trophy 2020: in Nuova Zelanda l'Italia è quinta VIDEO

Partito da Auckland, in Nuova Zelanda, il GS Trophy 2020. Scenari da favola e percorsi poco battuti (anche in fuoristrada) sono il leitmotiv di una manifestazioni più unica che rara. Che regala emozioni, passione e anche un pizzico di adrenalina. E la classifica per ora premia anche l'Italia (di Andrea Padovani)

BMW GS Trophy: l'avventura è iniziata FOTO

Il 9 febbraio alle 7.00 &egrave; iniziato il BMW GS Trophy Oceania che ovviamente viaggia sul fuso orario della Nuova Zelanda. Upsidedown... come si dice quando si pensa ai Paesi di quella parte del globo. Qualcosa come 12 ore di differenza. Un avvio scoppiettante anche a causa del Coronavirus che ha fatto chiudere a riccio l&#39;isola collocata nel Pacifico e che ha comportato non pochi problemi alle 21 squadre provenienti da tutto il mondo. Non a caso di quella Cinese nemmeno l&#39;ombra. Nonostante ci&ograve;, la comitiva &egrave; riuscita a raggiungere Auckland e da l&igrave; a partire alla volta di Napier obiettivo della prima tappa.  GS Trophy: le regole del gioco  Ma cos&#39;&egrave; esattamente il GS Trophy? Difficile dirlo. Di certo non &egrave; una competizione e non vince chi arriva primo. Anche perch&eacute; nessuno arriva primo. La gara c&#39;&egrave;, ma si svolge con regole molto particolari: ogni squadra gareggia in gruppo per la propria nazione o per la zona geografica che rappresenta. O per il sesso, visto che ci sono due team femminili composti da ragazze di varie nazionalit&agrave;. Sulle selezioni del GS Trophy sia quelle maschili sia quelle femminili abbiamo gi&agrave; pubblicato un articolo. Ci&ograve; che non &egrave; lampante &egrave; quello che succede in una giornata tipo.    Il GS Trophy &egrave; una sorta di &ldquo;giochi senza frontiere&rdquo; delle due ruote, che per&ograve; si svolge in luoghi da sogno. Come due anni fa in Mongolia, e quest&#39;anno appunto in Nuova Zelanda. Il viaggio &egrave; la base su cui si fonda tutto: un viaggio suddiviso in tappe da 400 km di media, quasi la met&agrave; in off-road leggero. E i paesaggio, come &egrave; facile immaginare, sono da togliere il fiato.  Il problema &egrave; che i tedeschi non hanno cuore (simpaticamente ovviamente...): e quindi la sveglia suona tutte le mattine alle 5 zero zero. Ci si lava i denti, si smonta il campo (s&igrave;, perch&eacute; si dorme in tenda) e si parte alle 7.00 circa. Un apripista accompagna i gruppi (due) passo passo lungo rotte poco battute e conosciute. Fino a giungere a sera a un nuovo campo base.  Il punteggio: come funziona?  Il divertimento &egrave; nel mezzo. Gli organizzatori, per stabilire la classifica, hanno messo a punto una serie di prove di abilit&agrave; che spezzano il viaggio e, in base al risultato, fanno punteggio. Nel primo giorno del GS Trophy 2020 in Nuova Zelanda &egrave; stato messo a punto un percorso da fare bendati (ovviamente in moto) con le indicazioni dei compagni di team. E una sorta di prova speciale pi&ugrave; hard in cui era previsto un doppio guado. E il tempo era la somma di quelli dei tre componenti del team. Perch&eacute; &egrave; il team che vince o perde, non il singolo.    &Egrave; qui che si gioca la partita cruciale: conta l&#39;affiatamento, il sacrificio personale a favore del gruppo, la solidariet&agrave;. Che dopo 10 ore di moto (oltre la met&agrave; delle quali tra sassi e polvere) non sono concetti scontati. E un contribuito viene chiesta anche al rappresentate della stampa (chi scrive in questo caso) che accompagna il team. Quello Italiano &egrave; composto da Alberto Ballardin, Federico De Angelis e Michele Preadelli. Il primo giorno &egrave; andato, il secondo &egrave; in corso.  La classifica: ci giochiamo il podio...  Il primo giorno &egrave; andato, il secondo &egrave; in corso. E qualche indicazione inizia ad arrivare. E il messaggio &egrave;: non siamo andati male, rimanete sintonizzati!  1 South Korea 65 points  2 Italy 53  3 USA 50  4 Russia 42  5 France 41  6 South Africa 35  7 Argentina 32  8 Middle East 32  9 Netherlands 30  10 Latin America 28  11 UK 27  12 Nordic 24  13 India 21  14 Mexico 21  15 Thailand 18  16 Brazil 17  17 Japan 16  18 Malaysia 15  19 North Africa 15  20 Australia 10  21 Int. Female Team II 9  22 Int. Female Team I 8 

Scenari da favola e percorsi poco battuti (anche in fuoristrada) sono il leitmotiv di una manifestazione pi&ugrave; unica che rara. Che regala emozioni e anche un pizzico di adrenalina. E la classifica per ora premia anche l&#39;Italia

BMW GS Trophy 2020: l&#39;avventura &egrave; iniziata

        Chi sono i tre membri del neonato team italiano che voler&agrave; in Nuova Zelanda? Com&rsquo;&egrave; nata la loro passione per la moto e quali sono state le loro esperienze fuoristradistiche, prima di approdare al GS Trophy? Abbiamo chiesto ad ognuno loro di di raccontarci come ha vissuto i giorni della selezione e cosa si aspetta dall&rsquo;avventura dall&rsquo;altra parte del mondo.&nbsp;  FEDERICO DE ANGELIS, anno di nascita 1977, nella vita fa l&rsquo;agente di commercio nel settore elettrodomestici. L&rsquo;amore per i motori lo eredita dal padre, da sempre appassionato di moto e auto. Federico si dedica all&rsquo;enduro da quando ha acquistato la sua prima moto, a 18 anni, con i soldi del compleanno: niente festeggiamenti, tutti investiti per acquistare il mezzo, benzina e ruote tassellate, e da quel giorno non ha mai smesso di praticare questo sport fantastico, continuando a &ldquo;bruciare&rdquo; gomme ed energie sulle sue mulattiere. &laquo;I due giorni alle selezioni sono stati bellissimi ed emozionanti &ndash; racconta Federico. &ndash; Ci&ograve; che mi ha pi&ugrave; colpito &egrave; stato lo spirito di gruppo. La squadra in ogni step della selezione veniva ricomposta e riassortita, ma da subito era pronta alla nuova sfida con il coinvolgimento di tutti, senza competizione interna, con l&rsquo;obiettivo di fare il meglio per superare la prova insieme. L&rsquo;avventura in Nuova Zelanda sar&agrave; l&rsquo;esperienza pi&ugrave; bella che mi sar&agrave; mai capitata a livello motociclistico. Mi aspetto tanto divertimento e tanta fatica e di conoscere persone di tutto il mondo con la stessa mia passione. Ma con la mia squadra sono sicuro che faremo di tutto per essere i migliori e soprattutto i pi&ugrave; simpatici. Comunque, una bellissima esperienza di vita. Tifate per noi!&raquo;.  ALBERTO BALLARDIN, classe 1991, di professione fa l&rsquo;operatore macchine CNC. Anche per lui la passione per le moto arriva direttamente dal pap&agrave;, che ha sempre corso gare di regolarit&agrave; e di enduro. Da piccolo amava andare in garage a vedere la sua moto e spesso la trovava completamente smontata, in piena fase di manutenzione, con i tutti pezzi sparsi. Ha iniziato a divertirsi nel fuoristrada nel 2005, quando a 14 anni gli &egrave; stata regalata la prima moto, un HM 50 da enduro. Da quel momento in poi non ha mai smesso di correre. Successivamente &egrave; passato al cross con una 125 e poi al motorally con una bicilindrica. Nel 2017 e nel 2018 ha partecipato al Campionato Italiano Motorally, mentre quest&rsquo;anno ha corso all&rsquo;Hellas Rally in Grecia, la sua prima gara a livello europeo. &laquo;Per quanto riguarda le selezioni ero molto teso e preoccupato &ndash; confessa Alberto &ndash; perch&eacute; nessuno sapeva in cosa consistessero le sfide che avremmo dovuto affrontare. Le prove erano impegnative, sia dal punto di vista fisico che tecnico. Per esempio, l&rsquo;otto o la gara di lentezza in salita potrebbero sembrare banali, ma bastava veramente un attimo per far spegnere la moto e prendere penalit&agrave;. Mi aspetto che il GS Trophy sia un&rsquo;esperienza indimenticabile. Per me poter rappresentare l&rsquo;Italia &egrave; gi&agrave; un privilegio. La Nuova Zelanda &egrave; da sempre un Paese che mi affascina per la sua natura selvaggia e l&rsquo;idea di poterlo vivere in moto mi entusiasma molto. Inoltre, gareggiare in squadra mi dar&agrave; l&rsquo;opportunit&agrave; di imparare qualcosa dagli altri, oltre che a conoscere meglio me stesso. Non vedo l&rsquo;ora di partire e grazie al tifo ricevuto dagli amici sono carico come una molla e pronto a dare il massimo&raquo;.  MICHELE PRADELLI, anno di nascita 1980, nella vita fa il direttore di banca. Come per gli altri due, anche lui ha iniziato seguendo il pap&agrave;, appassionato di trial, che lo portava spesso a girare con lui e i suoi amici. Ad andare in moto ha iniziato prestissimo, verso i 6 anni, ma con le gare, molto pi&ugrave; tardi, a 18 anni, vincendo due campionati italiani di trial, e partecipando ad alcune gare internazionali. Sempre con la moto da trial ha ottenuto due Guinness world record, tra cui il salto da fermo con la moto pi&ugrave; lungo del mondo. Nel 2013 ha vinto un terzo campionato italiano e ha deciso di cambiare specialit&agrave;, dedicandosi all&rsquo;enduro estremo. Arriva cos&igrave; la partecipazione all&rsquo;Erzberg Rodeo e al campionato italiano Motorally, con ottimi risultati e piazzamenti. &laquo;&Egrave; da tre anni &ndash; ci confessa Michele &ndash; che attendo di poter provare ad entrare nella squadra BMW per il GS Trophy, dopo che un mio amico ne ha fatto parte nel 2016 e mi ha appassionato a questo grande evento internazionale. Fin da piccolo ho amato tutte le manifestazioni relative ai viaggi/avventura, prima tra tutte il Camel Trophy, che seguivo con mio padre in TV. Fin dall&rsquo;arrivo al castello di Rivalta &egrave; stato un crescendo di emozioni e bellissime esperienze.... l&rsquo;avventura, penso che uno ce l&rsquo;abbia nel DNA e io mi sono gustato ognuna delle prove. Adesso mi sto informando sulla Nuova Zelanda, un posto incredibile con una natura ancora selvaggia dove sar&agrave; fantastico andare a sfidare gli altri equipaggi internazionali. Lo spirito di questa competizione in questo caso non sar&agrave; solo agonistico ma anche di fratellanza, per condividere un viaggio tra persone che amano l&rsquo;avventura, le moto e il marchio BMW! Sono carico a mille&raquo;.       

Ecco i tre nomi dei piloti che hanno trionfato nelle selezioni e che correrrano per il Tricolore in Nuova Zelanda: Federico De Angelis, Alberto Ballardin e Michele Pradelli. Noi di InMoto siamo andati a conoscerli e a intervistarli

BMW Motorrad GS Trophy 2020, alla scoperta del team Italia

Nell’operazione dello scorso aprile la polizia neozelandese ha arrestato sei persone e recuperato auto di lusso, moto, immobili, contanti e oggetti per un valore di quasi quattro milioni di dollari. Rolls Royce, Range Rover e cinque Harley Davidson

I beni confiscati ai Comancheros - LE FOTO

Un sequestro di proporzioni milionarie, quello che la polizia di Auckland in Nuova Zelanda ha inflitto al Comanchero Motorcycle Club. Gli agenti hanno confiscato beni per oltre 3,7 milioni di dollari alla nota banda di motociclisti. Una borsa Louis Vuitton del valore di 13.000 dollari e una catena d&rsquo;oro di 9.000 dollari sono quelle che hanno fatto pi&ugrave; notizia, oltre a un lungo elenco di altre propriet&agrave;.    SEI ARRESTI - Nell&rsquo;operazione dello scorso aprile, la polizia ha recuperato da propriet&agrave; associate all&rsquo;organizzazione una importante quantit&agrave; di beni, che sono stati congelati grazie alla Criminal Proceeds Act &ndash; la legge sul recupero dei profitti ottenuti attraverso attivit&agrave; criminali &ndash; dopo l&rsquo;arresto del capo della gang e dei suoi affiliati. Secondo la legge, la polizia pu&ograve; congelare i beni se ritiene che questi siano il risultato di gravi reati penali. Nell&rsquo;operazione di Auckland dello scorso aprile sono state arrestate sei persone, tra le quali un avvocato e un contabile, ritenute complici dei Comancheros.  I BENI RECUPERATI - La lista dei beni recuperati conta oltre 100.000 dollari in contanti, due immobili residenziali (uno da 1,6 milioni a Bucklands Beach e l&rsquo;altro, da poco pi&ugrave; di un milione, a Lynfield), e diverse tra auto di lusso e motociclette. Una Rolls Royce, tre Range Rover e cinque Harley Davidson fanno parte della lista emanata dal tribunale. Le auto e le Harley saranno messe in vendita, per impedire una perdita di valore economico. &nbsp;  OPERAZIONE DI SQUADRA - L&rsquo;operazione della polizia neozelandese ha visto impiegati oltre 80 agenti, tra cui gli specialisti della Armed Offenders Squad, le unit&agrave; cinofile e una squadra di ricerca specializzata; il lavoro combinato ha permesso di eseguire mandati di perquisizione in tutta la citt&agrave; e di arrestare un folto gruppo di Comancheros. Secondo le dichiarazioni del sovrintendente Iain Chapman, la confisca dei beni &egrave; stata importante non solo per il valore economico, ma anche perch&eacute; &egrave; andata a colpire un nervo delicato: &egrave; stato inferto un colpo allo status symbol della banda, dato che quel tipo di beni di lusso contribuisce a creare una sfera di influenza che il mondo delle bande fuorilegge ha sui giovani.  Fonte: stuff.co.nz 

Nell&rsquo;operazione dello scorso aprile la polizia neozelandese ha arrestato sei persone facenti parte della famosa banda di motociclisti e recuperato auto di lusso, moto e oggetti di grande valore. Anche una borsa da 13mila dollari e una catena d&rsquo;oro

Bike gang: confiscati beni per quattro milioni ai Comancheros

Un&rsquo;altra destinazione da sogno per l&rsquo;evento dedicato ai possessori delle GS. Ben 18 le squadre internazionali coinvolte, pi&ugrave; un contingente femminile

Il BMW GS Trophy in Nuova Zelanda - LE FOTO

&ldquo;Destinazione Paradiso&quot; &egrave; il motto della settima edizione del BMW Motorrad International GS Trophy che prender&agrave; il via nei primi mesi del 2020 e che si svolger&agrave; in Nuova Zelanda, come appena rivelato dalla stessa Casa bavarese. Un altro luogo da sogno, dunque, per la maggior parte dei riders amanti dell&rsquo;avventura. Le nazioni partecipanti ora affronteranno un periodo impegnativo, ospitando le qualifiche e selezionando le loro squadre per questa competizione globale emozionante e unica. Ben 18 le squadre internazionali;&nbsp;pi&ugrave;, come nelle edizioni 2016 e 2018, un contingente femminile internazionale, che sar&agrave; selezionato nei prossimi mesi.  LE SQUADRE &ndash; Le squadre confermate per il 2020 sono: Australia, Cina, Francia, India, Italia, Giappone, America Latina, Malesia / Filippine, Messico, Medio Oriente, Scandinavia (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia), Nord Africa (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto), Russia, Sud Africa, Corea del Sud, Thailandia, Regno Unito, Stati Uniti d&#39;America, pi&ugrave; la squadra femminile  IL GS TROPHY IN OCEANIA - Dopo le lunghe giornate trascorse nella vasta steppa della Mongolia con l&#39;edizione del 2018 svoltasi in Asia centrale, la Nuova Zelanda offrir&agrave; un ambiente di guida e un&#39;esperienza molto diversi per i possessori delle GS, come spiega Ralf Rodepeter, responsabile marketing e gestione prodotti di BMW Motorrad: &quot;Dopo la Tunisia, l&#39;Africa australe, la Patagonia, il Canada, la Thailandia e, pi&ugrave; di recente, la Mongolia, BMW Motorrad ha nuovamente cercato un luogo che offra un perfetto &lsquo;terreno GS&rsquo;. Servivano molti chilometri fuoristrada &lsquo;legali&rsquo;, con percorsi impegnativi, che attraversano paesaggi affascinanti e con un tocco esotico. La Nuova Zelanda offre tutto questo. La variet&agrave; di paesaggi mozzafiato dal mare ai vulcani alle montagne di alta quota, combinata con la vegetazione pi&ugrave; bella e la ricca cultura Maori forniscono l&#39;ambiente perfetto per quello che pensiamo sar&agrave; uno dei pi&ugrave; interessanti edizioni del Trofeo GS&rdquo;, conclude Ralf Rodepeter.  A PROPOSITO DELLA NUOVA ZELANDA - Si trova a 1500 km a est dell&#39;Australia, nell&#39;Oceano Pacifico meridionale. Ci sono due isole principali, Nord e Sud, oltre a una moltitudine di isole minori attorno alla costa. La massa terrestre combinata &egrave; di circa 270.000 kmq, che &egrave; leggermente pi&ugrave; grande di quella del Regno Unito, ma la popolazione &egrave; di appena 4,9 milioni rispetto ai 66 milioni del Regno Unito. Tenendo conto delle significative popolazioni urbane della Nuova Zelanda a Auckland, Wellington e Christchurch, la campagna &egrave; scarsamente popolata e molte regioni della Nuova Zelanda possono essere definite aree selvagge.&nbsp;Geologicamente &egrave; posizionata sopra le placche tettoniche del Pacifico e dell&#39;Indo-Australia, quindi questo porta alla presenza di molti vulcani attivi, pi&ugrave; una catena montuosa alpina che raggiunge pi&ugrave; di 3700 metri. L&#39;attivit&agrave; sismica &egrave; periodica.  Gran parte della flora e della fauna della Nuova Zelanda si sono evolute in isolamento da millenni, quindi sono uniche in questo paese. Ci&ograve; include l&#39;uccello Kiwi, l&#39;icona nazionale della Nuova Zelanda. La variazione del paesaggio &egrave; sorprendente e i motociclisti possono aspettarsi di sperimentare di tutto, dalle foreste ai deserti alle montagne, probabilmente tutti nello stesso giorno. Visitandola agli antipodi dell&#39;estate le temperature dovrebbero essere simili a quelle dell&#39;Europa centrale ad agosto. La Nuova Zelanda &egrave; anche ricca di cultura e quella dei popoli indigeni Maori - con forti principi di comunit&agrave; e arti e mestieri straordinari - &egrave; particolarmente unica e apprezzata.  IL GS TROPHY - L&#39;International GS Trophy punta a celebrare lo spirito della BMW GS, con tutti i suoi risvolti di svago, avventura e sfida che questa moto genera. L&#39;evento non &egrave; una gara, bens&igrave; una competizione a squadre, che lancia il contingente internazionale di motociclisti GS l&#39;uno contro l&#39;altro in una serie di sfide - e non tutte coinvolgono la guida. Con i concorrenti accampati di notte in un bivacco, l&#39;evento promuove anche un senso di fratellanza e cameratismo. Il GS Trophy &egrave; una anche celebrazione della cultura e della natura, e i partecipanti imparano a conoscere e capire i popoli e i terreni delle regioni che incontrano. 

Un&#39;altra destinazione da sogno per l&#39;evento dedicato ai possessori delle GS. Ben 18 le squadre internazionali coinvolte, pi&ugrave; un contingente femminile

BMW GS Trophy 2020: operazione Nuova Zelanda

Costruita negli anni Novanta da John Britten, geniale ingegnere neozelandese poi stroncato da un tumore, la V100o &egrave; stata realizzata&nbsp;in soli dieci esemplari. Si tratta&nbsp;una moto&nbsp;davvero incredibile, completamente autocostruita e&nbsp;tecnologicamente all'avanguardia: la ciclistica vanta un telaio in &nbsp;fibra di carbonio e kevlar con motore portante. Il bicilindrico, bialbero a quattro valvole comandate da cinghia dentata, &egrave; dotato di iniezione elettronica con due iniettori per cilindro. Incredibili ancora oggi le prestazioni di questa moto: 138 kg di peso, 166 cavalli a 11.800 giri/minuto e 303 km/h di velocit&agrave; massima.  Anche i campioni hanno dei sogni: uno di quelli&nbsp;di Guy Martin, spericolata&nbsp;star del TT dell'isola di Man, era appunto quello di guidare la Britten.  "Da quando ho conosciuto le moto, cio&egrave; fin da bambino, sapevo della Britten. Ho letto tutti i libri, guardato&nbsp;tutte le foto, ma ne&nbsp;avevo vista solo una&nbsp;dal vivo, ed era stato lo scorso anno nel Gp dell'Ulster... Questa &egrave; la seconda volta che la vedo in carne ed ossa ed ora sto per guidarla".  Grazie a Kevin Grant proprietario del secondo esemplare costruito, Guy &egrave; stato accontentato. Certo non si pu&ograve; dire che Grant fosse tranquillo di lasciare seppur per poco il suo tesoro,&nbsp;che tra l'altro oggi vale pi&ugrave; di&nbsp;1 milione di dollari (e pagato 17 anni fa 150.000$&nbsp;). La prova si &egrave; svolta sul circuito di Manfeild in Nuova Zelanda, 4,5 km in cui Guy Martin ha pian piano preso confidenza con la moto dopo una partenza davvero cauta. Ecco il video del test di Guy Martin e una piccola gallery della Britten V1000.  Giulia Cassinelli    

15 risultati per 'nuova-zelanda'

BMW GS Trophy 2020: il team italiano

BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera FOTO-ITALIA

BMW GS Trophy 2020: un'avventura lunga 8 giorni VIDEO

GS Trophy 2020 Oceania: il quarto giorno in Nuova Zelanda FOTO

BMW GS Trophy 2020: in Nuova Zelanda l'Italia è quinta VIDEO

BMW GS Trophy: l'avventura è iniziata FOTO

BMW GS Trophy 2020: l'avventura è iniziata

BMW Motorrad GS Trophy 2020, alla scoperta del team Italia

I beni confiscati ai Comancheros - LE FOTO

Bike gang: confiscati beni per quattro milioni ai Comancheros

Il BMW GS Trophy in Nuova Zelanda - LE FOTO

BMW GS Trophy 2020: operazione Nuova Zelanda

Guy Martin prova la Britten a Manfeild

Britten V1000

Guy Martin prova la Britten V1000