        Estate &egrave; sinonimo di divertimento in sella alla propria moto. Per questo, in vista dell&rsquo;arrivo della bella stagione Suzuki offre ai suoi clienti l&rsquo;opportunit&agrave; di usufruire di alcuni vantaggi per chi sceglier&agrave; di acquistare un modello della gamma adventure V-Strom o una GSX-S 1000. SUZUKI, ISCRIZIONI APERTE PER IL V-STROM DAY 2022 I vantaggi Chi comprer&agrave; una GSX-S1000 nelle colorazioni Blu Miami, Grigio Berlino e Nero Dubai o una V-Strom 650 (sia versione standard che XT) potr&agrave; godere di una supervalutazione di 1000 euro sull&rsquo;eventuale usato dato in permuta. Sono escluse le serie speciali con livree Yoshimura SERT Motul e GP. L&rsquo;offerta &egrave; valida fino al 31 maggio 2022. Chi invece &egrave; orientato all&rsquo;acquisto di una V-Strom 1050XT (anche versione Pro), potr&agrave; usufruire del raddoppio della garanzia (fino a 4 anni) e ad assistenza stradale gratuita. L&rsquo;offerta &egrave; valida in questo caso fino al 30 giugno 2022. TOP5, USATO: LE SUZUKI DA COMPRARE PRIMA CHE COSTINO TROPPO        

L&rsquo;azienda nipponica valuta fino a 1000 euro la tua moto se si acquista uno dei modelli della gamma V-Strom (con raddoppio della garanzia per la 1050) o una GSX-1000

Suzuki, supervalutazione dell’usato se scegli una V Strom o una GSX-S1000

Rompere con il passato a volte &egrave; necessario, altre volte &egrave; una scelta azzardata. Alle prime ore dalla presentazione della nuova GSX-S 1000 possiamo dire che il secondo scenario &egrave; quello scelto da Suzuki, che ha deciso di cambiare completamente l&#39;aspetto della sua maxi nuda, creando un nuovo linguaggio stilistico che riprende spigoli ed elementi squadrati dalla nuova V-Strom 1000 e li interpreta con il design aggressivo delle power naked. Siamo qui a chiederci se ci siano riusciti o meno.  Uno sguardo completamente nuovo    Quel proiettore sottile e verticale, che si incastra fra gli steli della forcella ed &egrave; costituito da elementi a led sovrapposti senza lente di protezione, &egrave; il nuovo punto caratterizzante l&#39;estetica di questa moto. Quando la si guarda, l&#39;occhio cade inevitabilmente prima sul muso, poi su tutto il resto, perch&egrave; &egrave; anche l&#39;elemento pi&ugrave; originale e &quot;sfaccettato&quot;, che sembra cambiare forme a seconda della direzione da cui lo si guardi.  Ovviamente gli elementi in comune con il passato, in questo punto, sono meno di zero, e il nuovo stile prende a piene mani dalla moda che sta invadendo il mondo naked, ovvero di cupolini sempre pi&ugrave; striminziti sovrastati da strumentazioni con schermi rettangolari. Dapprima fu la KTM 1290 Duke, poi arrivarono le altre tra cui Ducati Streetfighter V4 e nuova serie Yamaha MT. Questa GSX-S 2021 ha molto pi&ugrave; in comune con loro che non con la precedente versione.  Fianchetti e serbatoio, viva gli spigoli    Addio forme morbide e curve abbondanti, la nuova &quot;Gixxes&quot; sembra pi&ugrave; sottile e snella con gli spigoli vivi dei fianchetti e del serbatoio. Come &egrave; d&#39;uso di questi tempi, la sovrapposizione di plastiche a colori contrastanti (grigio e blu nella foto) crea una sorta di effetto tridimensionale sulle carene laterali aumentando la profondit&agrave; e rendendo l&#39;estetica pi&ugrave; scolpita e dinamica, pi&ugrave; muscolosa in generale.&nbsp;  Parlando del serbatoio, tra l&#39;altro, rimanda alla forma di una moto storica di Suzuki, la seconda serie della SV 650/1000. Non sappiamo se il richiamo &egrave; voluto, ma &egrave; curioso come un cambiamento del genere faccia percepire come pi&ugrave; moderno un elemento stilisticamente simile a una moto di 10 anni fa. In generale il cambio di rotta &egrave; armonico e nelle proporzioni richiama le stesse &quot;linee guida&quot; della precedente, con il fianchetto a Z che si raccorda con il grande serbatoio ingobbito, e la ciclistica che pur contando su un nuovo telaio rimane fedele nelle quote e nelle forme.  Codino, la parte pi&ugrave; simile    Dove le somiglianze con il passato sono palesi &egrave; il codino, che usa lo stesso faro a LED della precedente serie e lo incastra in un codino dalle forme un po&#39; pi&ugrave; semplici e meno sparate verso l&#39;alto. Notiamo che anche la sella del passeggero &egrave; pi&ugrave; generosa, a tutto vantaggio del comfort, mentre quella del passeggero rimane un trespolo. Forse il codino &egrave; l&#39;unica nota stonata, proprio perch&egrave; rimane troppo fedele al passato. In un linguaggio di design che cambia cos&igrave; tanto avremmo preferito vedere un posteriore osato tanto quanto il davanti.  Finiamo parlando di plastiche, perch&egrave; su questa GSX-S 1000 sembra pi&ugrave; curato l&#39;accoppiamento di superfici verniciate e grezze, con l&#39;introduzione di elementi in materiale plastico dalla trama &quot;marmorizzata&quot; che ricorda in modo importante il carbonio pressato che sta andando molto di moda nel mondo automotive, soprattutto fra le vetture estreme e di altissima gamma. In questa veste, &egrave; un altro elemento distintivo che denota cura nei dettagli e voglia di stupire. Voi che parere avete di questa nuova svolta stilistica di Suzuki?    Come Cambia: Aprilia RSV4 2021  &nbsp; 

La naked a tre zeri di Hamamatsu si rinnova per il 2021, e approfitta dell&#39;Euro5 per migliorare sotto tutti gli aspetti, cercando di portare a un nuovo livello le sue caratteristiche pi&ugrave; apprezzate: look personale e muscoloso e confidenza alla guida. Ma con l&#39;estetica ci hanno azzeccato?

Come Cambia: Suzuki GSX-S 1000 2021

Bastano davvero pochi interventi per rendere ancora pi&ugrave; aggressiva una Suzuki GSX-S 1000. Come ci mostra Suzuki Francia con la special edition &ldquo;Team Suzuki&rdquo;, gi&agrave; disponbile nelle concessionarie al prezzo di 13.599 euro, in due varianti su base total black.    IN PARTICOLARE, per enfatizzare il lato pi&ugrave; graffiante e dark di questa sport-naked &egrave; stato scelto un look da vera pantera, a partire dalla livrea in nero opaco, con particolari in blu o in rosso&nbsp;utili ad enfatizzare i volumi del mezzo. Su serbatoio e fianchetti campeggia la scritta Hamamatsu Japan Special Edition, mentre all&rsquo;immancabile silenziatore Akrapovic (1,2 kg pi&ugrave; leggero dell&#39;originale e anche pi&ugrave; bello da vedere) va il compito di far ruggire con cattiveria il 4 cilindri da 150 CV.    COMPLETANO IL PACCHETTO, il supporto per la piastra in alluminio e alcuni particolari estetici dedicati. Il tutto offerto ad un prezzo di 13.599 euro, non molti di pi&ugrave; rispetto ai 12.690 necessari ad acquistare la versione standard della GSX-S 1000. Non male!   

Un&rsquo;aggressiva edizione a tiratura limitata proposta dalla filiale francese del marchio

Oltreconfine: GSX-S 1000 Team Suzuki Special Edition

Bicilindrico contro quattro cilindri, carattere contro pastosit&agrave;... una diatriba vecchia come la passione ma che fa ancora discutere, anche in un segmento purtroppo poco combattuto come quello delle sport-touring.  LA SUPERSPORT &Egrave; PI&Ugrave; SLIM - Andiamo dritti al dunque vedendo cosa differenzia le due sfidanti: Ducati punta sulla leggerezza, sulla compattezza e sulla facilit&agrave; di guida; la Supersport &egrave;, innanzitutto, una moto minuta ma non per questo costrittiva: a bordo c&#39;&egrave; spazio per muoversi perch&eacute; le sovrastrutture avvolgono la leggera meccanica senza soffocarla e senza ingigantirne le proporzioni; Il gene sportivo &egrave; evidente non solo nelle linee: la posizione in sella &egrave; caricata verso l&#39;avantreno e la moto da&#39; il meglio di se&#39; a regimi medio alti. Fra i 5 e gli 8.000 giri/minuto il bicilindrico sembra respirare meglio che non in basso dove c&#39;&egrave; qualche sussulto di troppo e una leggera nervosit&agrave;, tipica di questo motore. Ai bassi la pastosit&agrave; del quattro cilindri Suzuki &egrave; inarrivabile.  COL GSX-S &Egrave; SUBITO FEELING - La GSX-S 1000 F &egrave; pi&ugrave; ingombrante dell&#39;italiana fra le gambe ma la sensazione &egrave; che sia pi&ugrave; corta e pi&ugrave; svelta nel misto stretto grazie anche ad una ottimale ripartizione delle masse. Anche in sella alla giapponese la schiena rimane leggermente incurvata ma il manubrio molto largo offre un feeling pi&ugrave; immediato e un maggiore braccio di leva utile soprattutto a ridotte andature e nel traffico dove ci si muovere con estrema disinvoltura.  SULLE LUNGHE DISTANZE - La grinta non manca a bordo di nessuna delle due sfidanti ma dove il bicilindrico italiano fa muro, il quattro cilindri di derivazione GSX-1000 K5 da 146 cavalli inizia ad urlare come un forsennato: l&#39;allungo &egrave; portentoso e galvanizzante. Nonostante ci&ograve; nei lunghi trasferimenti autostradali la Supersport risulta pi&ugrave; rilassante perch&eacute; le vibrazioni sono meno insistenti; inoltre la rapportatura piuttosto lunga permette al propulsore di distendersi a velocit&agrave; autostradali, con evidenti benefici anche per i consumi di carburante. Il manubrio e le pedane della GSX-S sono invece investiti da tremolii ad alta frequenza che alla lunga stancano. Per quanto riguarda il riparo aerodinamico nessuna delle due fa miracoli: i pi&ugrave; alti faticheranno a trovare conforto dietro i rispettivi plexiglass.  A TUTTA PIEGA - Il suffisso &quot;Sport&quot; della categoria cui appartengono suggerisce per&ograve; di limitare i tratti autostradali e, dove possibile, lasciarsi cullare dalle curve. Anche in questo frangente le differenze sono macroscopiche: la Suzuki vince nel misto stretto grazie alla posizione di guida e ad un interasse molto contenuto che le dona maneggevolezza e agilit&agrave;. La Ducati sul veloce da&#39; invece pi&ugrave; confidenza grazie ad una maggiore stabilit&agrave; e a sospensioni dalla taratura pi&ugrave; sostenuta che minimizzano gli ondeggiamenti in fase di percorrenza di curva. La guida, per&ograve;, &egrave; pi&ugrave; fisica e meno rilassante. L&#39;italiana vince dal punto di vista della frenata grazie ad un impianto infaticabile e sempre molto modulabile; quello della giapponese (anch&#39;esso firmato Brembo) soffre di leggeri cali prestazionali quando sottoposto ad un uso molto intenso.  QUESTIONE DI ELASTICIT&Agrave; - La dotazione di serie della GSX-S 1000F prevede i soli ABS e controllo di trazione (regolabile su 3 livelli) ma grazie all&#39;incredibile elasticit&agrave; del propulsore non si sente il bisogno di cambiare la mappatura; basta infatti utilizzare una marcia in pi&ugrave; del necessario per addolcire tutte le risposte senza ottenere, di risposta, alcun diniego. La Supersport mal sopporta, invece, strappi ma per adattare il carattere al proprio umore basta scegliere il Riding Mode pi&ugrave; consono al momento. Il cambio, inoltre, &egrave; pi&ugrave; duro e meno preciso che non quello della rivale.  LA DUCATI VINCE  &Egrave; pi&ugrave; snella &Egrave; pi&ugrave; stabile Ha un corredo elettronico pi&ugrave; ricco  LA SUZUKI VINCE   &Egrave; pi&ugrave; maneggevole &Egrave; meno faticosa &Egrave; pi&ugrave; potente 

Pastosit&agrave; o carattere? Maneggevolezza o stabilit&agrave;? Grinta italiana o perfezione giapponese? Ducati e Suzuki si sfidano nel segmento delle sport-touring

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Una naked agile,&nbsp;leggera e divertente: anche noi abbiamo giocato un po' con la Suzuki GSX-S 1000 La supernaked Suzuki GSX-S 1000 non punta sui cm3. No, per fare strada veloce scommette sul quattro cilindri di derivazione GSX-R 1000 K5, debitamente armonizzato nell'erogazione per meglio sposarsi con una personalit&agrave; meno guerrafondaia di quella della supersportiva.  L'indole non &egrave; per&ograve; pacifica: i cavalli disponibili al polso destro sono 145, pi&ugrave; che sufficienti a sentirsi strappare le braccia arrotolando la manopola destra.  Ai cavalli si aggiunge una ciclistica sviluppata ad hoc, affilata e precisa.  Sulle prime non ci aveva convinto il setup scelto per le sospensioni ma sono bastati due click all'anteriore (+2 precarico,+2 idraulica) per trovare un perfetto affiatamento con la nuda di Hamamatsu. Agilissima nel misto stretto, precisa quando bisogna seguire pedissequamente la linea imposta dal pilota, la GSX-S ha dimostrato di poter combattere ad armi pari con le regine del segmento, senza alcun timore reverenziale.  Il quattro cilindri ha schiena e, soprattutto, un allungo entusiasmante. La corsa dell'ago del contagiri sembra non finire mai, in qualsiasi marcia. Correre &egrave; semplice, fermarsi altrettanto: l'impianto frenante Brembo (con pinze Monoblocco) &egrave; potente e corredato da un ABS sensibile ma per nulla invasivo. L'elettronica &egrave; ridotta ai minimi termini: controllo di trazione (regolabile su 3 livelli o escludibile) e antibloccaggio. A bordo della ipertrofica naked giapponese non si sente bisogno di altro: ai bassi regimi il propulsore &egrave; trattabilissimo e le sospensioni svolgono un ottimo lavoro regalando anche un discreto comfort di marcia.  Ci&ograve; che pi&ugrave; ci ha stupito? La maneggevolezza: la GSX-S &egrave; leggera e svelta al punto da ricordare da vicino le pi&ugrave; grintose medie cilindrate (MV, ad esempio) pur conservando un'impronta &ldquo;zen&rdquo; di moto facile e (quasi) per tutti.  Finiture curate, qualche vibrazione e nessun riparo aerodinamico, come ovvio. Per scoprirla davvero dovrete aspettare il prossimo numero di InMoto. Il prezzo, per&ograve;, ve lo sveliamo: 11.990 Euro.  Federico Garbin    

8 risultati per 'GSX-S 1000'

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Suzuki GSX-S 1000: le foto del nostro test