Avventura Canada e USA in Vespa 50 - Seconda parte

Avventura Canada e USA in Vespa 50 - Seconda parte

Un’altra avventura del Generale, la Vespa 50 che da anni porta Giorgio e Giuliana in giro per il mondo. Questa volta a fare da sottofondo alle emozioni sono i suoni americani

Giorgio Serafino

03.05.2018 08:10

PRIMA DI TOCCARE CIBO INIZIA A PREGARE, a benedire il cibo e il nostro incontro. Ci racconta la sua vita, ora che è in pensione, ci mostra delle foto e ci racconta del tornado che ha distrutto quasi tutto lì intorno portandosi via anche sua sorella. I resti delle case sono stati trovati a 30 miglia di distanza. Ha gli occhi tristi e malinconici e parla lentamente. Il vecchio nel film “Into the wild”: ecco chi mi ricorda, è uguale a lui, lo stesso modo di fare, gli stessi occhi tristi...

CONTINUANO MIGLIA E MIGLIA DI CAMPI, di fattorie, di vecchi locali abbandonati e qualcuno che invece ancora resiste e le ruote continuano a consumarsi. In Wisconsin sono seduto sulla Vespa davanti alla porta della camera del motel, c’è un uomo davanti alla sua camera, è abbastanza anziano, viaggia con una grossa Harley, si avvicina, si presenta, mi dà la mano e mi chiede se gradisco una birra. Certo, grazie mille, rispondo e corre subito in camera a prenderne una per me e una per Giuliana. Dice che sta viaggiando dalla Georgia verso qualche posto...

IL VIAGGIO MIGLIORE è verso qualche posto, rispondo io! Nella camera accanto alla nostra invece c’è qualcuno che urla per tutta la notte, sembrano lamenti da manicomio e ogni tanto i “Fuck you” volano nell’aria muta, ci divide una parete in legno e una porta chiusa a chiave e sembra di averlo nel letto con noi... Buona notte pazzo uomo e fottuti sogni d’oro! Noi continuiamo verso il Michigan verde e selvaggio con boschi e foreste a perdita d’occhio. Montiamo la tenda in un bosco dove si può campeggiare liberamente. Non c’è un ufficio o cose simili: è aperto a chiunque voglia dormire nella foresta in riva al lago.

LA NOTTE ACCENDIAMO IL FUOCO, ma non si può parlare senza ingoiare qualche decina di insetti di tutti i tipi, comprese zanzare affamate e tafani e robe simili, ma non sono niente in confronto al boato che mi sveglia all’alba facendo tremare la terra. Apro la tenda e vedo un mostro nero circondato da fulmini che sta avanzando verso di noi. Sveglio Giuliana e smontiamo tutto con la speranza di arrivare a uno store che si trova a circa 10 km da noi. Ci mettiamo in strada, siamo in mezzo alla foresta e davanti a me vedo gli alberi enormi piegarsi quasi fino a toccare terra, lampi incendiano il cielo e l’acqua viene giù a fiumi.

PENSO CHE ORA VOLEREMO VIA, come i rami e le foglie che mi tagliano la strada, è l’inferno, non vedo nulla e la pioggia fa male sulla pelle, mille lame sembrano tagliarmi la faccia e le mani. Giuliana mi urla di fermarmi, ma dove? Dove mi fermo? Ci pensa il Generale che pieno d’acqua si spegne, ma lo fa proprio davanti a una casetta di pochi metri, usata da quelli del parco per vendere magliette, souvenir e cose così, è chiusa ma possiamo entrare “nell’anticamera” tra la porta e la zanzariera, siamo stretti ma almeno prendiamo fiato, si fa per dire. La storia è un po’ piu lunga e complicata di così, molto più complicata...

ALL’ULTIMO SEMAFORO SCATTANO GLI 8000 KM, percorsi in 30 giorni, compresi quei tre o quattro in cui siamo stati fermi a vagabondare. Il Generale riposa in garage ora, ci ha riportato sani e salvi a destinazione, e anche questa volta mi ha lasciato senza parole. È sempre più incredibile quello che riesce a fare e soprattutto le condizioni in cui riesce a farlo! Ormai ne sono certo: ha un’anima, è consapevole di quello che succede. È da combattimento, sì, uno special da combattimento.

Indietro

4 di 4

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento