Honda Forza 300 ABS

Honda Forza 300 ABS

Redazione - @InMoto_it

01.07.2013 ( Aggiornata il 01.07.2013 17:25 )

Motore brillante e consumi record, con ruote “intermedie”, per colmare quel piccolo gap nella gamma Honda e adattarsi all’uso in città e fuori, anche nei weekend     Dynamic, almighty commuter. Traduzione: dinamico e vigorosamente pendolare. Con questo chiaro concept, il reparto R&D della Honda ha progettato il nuovo NSS300 Forza. Ultimo erede di una lunga tradizione di scooteroni della Casa alata dal design tipicamente giapponese (a partire dal capostipite di tutti, quell’innovativo CN250 che negli anni ’80 definì un genere, poi ripreso da tutti i costruttori col successo che conosciamo), nonché edizione aggiornata e rivista dei precedenti Forza 250 (2000-2011). Modelli a cui il nuovo 300 apporta migliorie strategiche, come per esempio l’ABS combinato di serie, o quel pizzico di potenza in più di cui molti sentivano bisogno, ma che tuttavia non rinnega affatto, vuoi nel look (facile capirlo già solo guardandolo) che nel target. L’obiettivo evidente è di un maggiore riscontro di mercato, con l’occhio rivolto all’immediato futuro. Certo il Forza non viene proprio via per bruscolini, il prezzo base indicativo di 5.100 Euro, seppure abbordabile, non è il più basso sulla piazza. Vanta però consumi record, anche grazie alla tecnologia del cilindro disassato sul lato scarico: ben 30,8 km/l dichiarati dalla Casa nel ciclo misto. Soprattutto non rinuncia alla qualità. Col brillante monocilindrico di 279 cm3 da 26 CV (stessa unità del modello SH300i) e con forme accoglienti come un salottino, si può dire che il Forza 300 vada a colmare perfettamente un piccolo vuoto della gamma Honda. Qualcosa di intermedio nella scala evolutiva che separa gli iper-utilitari SH monocilindrici a ruote alte dagli SW twin a ruote basse, più opulenti e prestazionali. Insomma, l’anello mancante della specie, per rendere vita dura alla concorrenza in questo segmento. Un mezzo quindi valido per tutti i giorni di lavoro, anche dove la trasferta includa tratti autostradali, così come per lo shopping cittadino, confidando nell’ottima capacità di carico sposata ad un profilo comunque agile (580 mm di larghezza, davvero non male!), e perfino per avventurarsi fuoriporta col passeggero. Il serbatoio da 11,6 litri (riserva compresa) garantisce, almeno sulla carta, un ipotetico tragitto Milano-Firenze senza soste. Tirando la somma: pratico e tuttofare. Controindicazioni? Qualcuna c’è, ma non proprio un dramma. Vediamo. DA FERMO “Scooter alla giapponese”, ha definito Honda il suo nuovo Forza 300, e non c’è dubbio che sia così: interasse lungo, ruote piccole, sella a divanetto, seduta acquattata, parabrezza corto, manubrio “motociclistico” alto, a vista. Il tutto armonizzato in un veicolo dall’aspetto molto piacevole, insieme sportivo, elegante e con qualche vezzo cruiser. Se vogliamo trovargli una disarmonia, la leggiamo in quel retroscudo massiccio che fa un po’ galeone spagnolo e stride con la linea molto più filante del posteriore, che lascia intravedere parte del gruppo propulsivo. Ma è questione di gusti. Sul davanti, sotto l’unghia sfuggente del plexiglass, un gruppo ottico di grande impatto dove spiccano due occhioni felini sgranati, con lampade da 35/35 W, che grazie alle parabole multireflector dovrebbero garantire buona visibilità notturna (il nostro test si è svolto interamente in pieno sole). Le doppie luci nella parte posteriore, visibili pure lateralmente, sono invece strette e regolari, molto japan style, quasi lo sguardo di un transformer, ma l’aspetto non è male, tra l’altro risalta la snellezza dello scooter. Dietro spicca anche il silenziatore, razionalmente posizionato e impreziosito da una caladrina cromata. La parte centrale resta più massiccia a causa del tunnel che alloggia il serbatoio ed un amplissimo vano sottosella da 62 litri, praticamente un cargo, che può contenere due caschi integrali. Piccola chicca sono le pedane del passeggero retrattili, a totale scomparsa nel design dello scooter. Il Forza monta cerchi in alluminio pressofuso a 12 razze (14” davanti, 13”, un pollice più che sul vecchio Forza 250) con disegno leggero e pneumatici ribassati nelle misure 120/70 e 140/70. Sul fronte prevenzione furti, per quanto può servire, tranquillizza il sistema HISS a riconoscimento della chiave originale tramite chip. L’Honda Forza 300 può inoltre essere equipaggiato con un kit allarme Averto, bauletti da 45 o da 35 litri, parabrezza maggiorato, manopole riscaldate e telo copriscooter. I colori disponibili sono molto sobri, anche se coi soliti nomi un po’ bizzarri: bianco perla himalayano, nero asteroide, argento foca. fermo IN SELLA Honda definisce “Sit-in”, siedi-dentro, lo stile di guida del Forza 300. Infatti, “calandoci” in sella (parliamo di appena 716 mm dal suolo) la sensazione è molto immersiva. Ci si ritrova con piacere a scrutare la strada ben inseriti all’interno del corpo macchina, ma pure senza ostacoli visivi in quanto il cupolino, migliorato in galleria del vento rispetto al precedente Forza 250, è stato volutamente mantenuto basso per questioni stilistiche. Manopole, pedana e seduta formano un triangolo regolare, sicché braccia e ginocchia flettono naturalmente e la schiena resta dritta senza sforzi. Solo i più spilungoni potrebbero scoprire un piano scocca un po’ troppo vicino alla sella, un manubrio eccessivamente proteso e una posizione di guida un pelo incassata, roba che penalizza il comfort degli extrasize nelle trasferte più lunghe. Lo schienalino inoltre non si può regolare, costringendo il guidatore in una posizione senza possibilità di movimento, fissa per tutti, tappi o coscialunga che siano. Per fortuna l’ampia pedana consente anche d’appoggiare i piedi verso il fronte scocca, così che tutto si riequilibra e il sangue continua a circolare. La sella, né morbida né dura, risulta un po’ minimalista nella sezione passeggero, e i maniglioni integrati al portapacchi, seppur robusti, sembrano poco intuitivi da agguantare. La seduta molto bassa offre in ogni caso confidenza a tutti, di qualunque taglia, sesso o esperienza, consentendo di gestire sempre al meglio i 192 kg (benzina compresa) di equilibratissimo peso, molto in basso anche grazie al serbatoio alloggiato ad altezza dei mozzi ruota. Comandi razionali, facili da raggiungere, esaltano l’ergonomia, mentre l’abitabilità è ulteriormente messa in risalto dai comodissimi vani del ponte comando (uno sottochiave e con presa a 12V), per quegli immancabili oggettini che ci si ricorda di dover svuotare dalle tasche sempre al momento dell’avvio motore. Che avviene agevolmente tramite un pulsante sulla plancia, anche se ne avremmo preferito uno più classico al manubrio. Confessiamo che il divertimento c’è stato. Ben guidabile, motore sfruttabile, progressione buona, comodità secondo aspettative, stabile in curva, il Forza sa farsi amare. Peccato per l’idraulica degli ammortizzatori posteriori, certo migliorabile, e per una sensibilità dell’ABS che sinceramente non ci ha del tutto convinto. Comunque resta ottima la potenza dell’impianto frenante, perfettamente modulabile, con disco davanti di ben 256 mm Ø e pinza a tre pistoncini. Ricordiamo che di serie il Forza 300 dispone di C-ABS, cioè pizzicando il freno posteriore si agisce anche su un pistoncino di quello anteriore. Ma andiamo con ordine. Ciò che più stupisce del nuovo 300 Honda è il propulsore. Un “mono” quattro valvole, raffreddato a liquido, dall’erogazione talmente lineare e fluida da far passare in secondo piano le eccellenti prestazioni di cui è capace. Un po’ meno pronto ai semafori del gemello SH300i ma comunque brioso. L’attacco e lo stacco sono praticamente inavvertibili, il motore, piuttosto silenzioso, sale di giri in maniera piena, senza vuoti o vibrazioni, la frizione centrifuga automatica, accoppiata alla trasmissione finale del tipo V-Matic con cinghia V-Belt, regala una spinta sempre corposa e costante. Honda ha inoltre brevettato un sistema con speciali attacchi oleolink che permettono al motore di basculare lievemente, evitando in accelerazione la tendenza all’innalzamento del posteriore. Il tutto si traduce in un incedere rotondo e senza strappi. Dispiace per quella sospensione posteriore decisamente troppo brusca in rilascio, che fa un po’ ballare la rumba su dossi e pavè. Invece la forcella da 35 mm, con avancorsa di 89 mm e angolo di 27°, è più morbida e copia bene il terreno. Se in città s’apprezzano spunto e agilità, su strada aperta il Forza resta sempre maneggevole e danza tra le curve che è un piacere, leggero e dinamico nonostante l’interasse di oltre un metro e mezzo e il peso non piuma, invitando a scendere in piega senza timori di tipo scooteristico. Certo, per ottenere una guida più sportiva si deve usare polso, però a misura che aumenta il ritmo le reazioni perdono via via sincerità. Affrontando l’autostrada a manetta ruotata la stabilità resta notevole. Sorprende la totale assenza di vibrazioni, ma s’avverte anche qualche alleggerimento e soprattutto si scopre che lo schermo basso ripara solo in parte. Rincuora sapere che nella lista degli optional c’è anche un bel parabrezza. Per raggiungere il picco massimo (25,8 CV dichiarati a 8.250 giri) ci si deve stendere dietro il cupolino, ed ecco entrare presto il limitatore. Il tachimetro già segna quasi i 160 km/h di fine scala, in dubbio se si tratti di una nostra svista, causa la posizione in carena, o piuttosto di una “generosa” sovra-taratura dello strumento. Ma è un dettaglio, il Forza 300 non è certo venduto come locomotiva da Frecciarossa; i suoi sono più compiti da onesto compagno di strada (ed autostrada) per godersi velocità di crociera a codice, ovunque, in tutta sicurezza e relax. movimento

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