Test Honda Gold Wing 1800 DCT: l'aristocrazia del motociclismo

Test Honda Gold Wing 1800 DCT: l'aristocrazia del motociclismo

Ci sono mezzi che sfuggono alle normali categorie di giudizio. Proprio come l'ammiraglia giapponese, una regina del Gran Turismo esagerata in tutto. Anche nel prezzo!

05.09.2023 ( Aggiornata il 05.09.2023 12:37 )

Fuori dal coro, esagerata in tutto, la Gold Wing non è una semplice moto ma un vero monumento al Gran Turismo su due ruote. Un mezzo che non ti capita, lo scegli! Perché ne sei attratto senza rimedio; perché vuoi piazzarti in garage una dichiarazione d’amore al viaggio comodo e lussuoso. E anche perché, forse, sei talmente snob nei confronti delle auto da desiderare qualcosa di altrettanto confortevole, protettivo e ricco di accessori ma allo stesso tempo assai diverso... visto che la Gold Wing include un optional - il senso di libertà - che un’auto si può soltanto sognare. I prezzi, invece, rispetto ad una macchina sono molto simili: si parte da 29.190 euro per la versione DCT in prova (testata sulle meravigliose strade irlandesi), che diventano 33.990 per la “Tour” con top box posteriore da 61 litri, cambio manuale a 6 rapporti e retromarcia elettrica, fino a toccare i 38.090 euro necessari ad acquistare la Gold Wing Tour DCT & Airbag.

TUTTO IL FASCINO DI UN SEI CILINDRI BOXER

Dal punto di vista tecnico tutto ruota attorno all’imponente boxer 6 cilindri 24 valvole Unicam di 1.833 cm3 e 126 CV di potenza massima (capace di sprigionare 170 Nm di coppia già a 4.500 giri/min), supportato da un comando del gas Throttle By Wire. Quattro i Riding Mode disponibili: Tour, Sport, Econ e Rain. Il controllo di trazione HSTC tiene sotto controllo gli slittamenti della ruota posteriore, mentre l’impianto frenante è di tipo combinato. Presenti a bordo anche l'assistenza per le partenze in salita Hill Start Assist e il sistema Start&Stop. Il cambio è un doppia frizione DCT a 7 rapporti - quindi la Gold Wing si può guidare in modalità di cambiata “automatica” o manuale sfruttando i comandi al manubrio - e prevede impostazioni specifiche per ogni Riding Mode in termini di rilascio delle frizioni, velocità delle cambiate e gamma di regimi alle quali avvengono. Per facilitare le manovre di parcheggio, il cambio DCT offre anche la funzione di avanzamento lento (Walking Mode) avanti e indietro. Degna di nota è poi la particolare sospensione anteriore, un doppio braccio oscillante che permette alla ruota di muoversi verso l'alto o il basso su una traiettoria più verticale, alla ricerca del massimo feeling con l’avantreno nonostante la mole del mezzo. Dietro, lavora invece un monobraccio Pro-Arm con leveraggio Pro-Link, mentre le ruote hanno dimensioni 18’’ all’anteriore e 16’’ al posteriore (e non manca un efficiente sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici).
Il parabrezza della Gold Wing è regolabile elettricamente tramite comando al manubrio e la sella, rivestita in pelle scamosciata sintetica, è un’autentica poltrona in movimento. Le borse laterali integrate alla carenatura offrono una capienza complessiva di 60 litri. Funzionalità come il sistema Smart?Key, la connettività Apple CarPlay o Android Auto e la connettività Bluetooth, aumentano la praticità e interagiscono alla perfezione con la strumentazione TFT a colori da 7’’ ricca di info. Mentre l’impianto audio potenziato rende i lunghi trasferimenti meno monotoni. 

ADRENALINA IN POLTRONA

Salire in sella alla Gold Wing vuol dire essere proiettati all’istante nel regno dei viaggi intergalattici e delle percorrenze chilometriche infinite. Quello del Gran Turismo spinto, dove occorrono soprattutto tre cose per primeggiare: comfort, comfort, e ancora comfort. E qui la votazione è massima: 10 e lode. Ma anche la capacità di trasmettere emozioni motociclistiche quando serve, quando l’itinerario entra nel vivo. Obiettivo che questa splendida ammiraglia riesce a centrare alla perfezione e in maniera tutta sua; con grande personalità. Perché la Gold Wing è la Gold Wing e nulla, in tutto il panorama motociclistico, le somiglia. E soprattutto, di lei, i numeri di una semplice scheda tecnica raccontano davvero poco, perché le sensazioni che regala in boxer - ancora di più in ripresa, nelle marce basse - sono semplicemente uniche. Un colpo di fionda muscolare e senza cedimenti (grazie anche al DCT che fa lavorare il motore sempre al regime di erogazione ottimale in base alle intenzioni del pilota), accompagnato dal sibilo cupo che fuoriesce dallo scarico. Equilibrato e sfruttabile a pieno, il riding mode “Tour”; decisamente più aggressivo “Sport”, che rende la guida un po’ più impegnativa ma anche terribilmente galvanizzante. Da sottolineare, l’ottima resa dell’impianto frenante combinato (D-CBS) capace di gestire i 390 chili in ordine di marcia di questa Honda anche nelle pinzate più violente. Irreprensibile il lavoro svolto dalle sospensioni, che smorzano le irregolarità del manto stradale e “sostengono” l’azione di guida donando un ottimo feeling e tanta stabilità sul veloce. 

Test Honda Gold Wing 1800 DCT: la gallery

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Sulle strade d'Irlanda, con l'ammiraglia della Casa giapponese

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FAME DI ORIZZONTI

Una moto, la Gold Wing, che se da un lato può risultare impegnativa nelle manovre da fermo (anche se in versione “bagger”, baricentro e peso che rimangono in basso aiutano tanto), dall’altro è sorprendentemente leggiadra una volta messi i piedi sulle pedane; quando la strada si apre e la fame di orizzonti diventa implacabile. I suoi territori sono sicuramente gli spazi aperti dove far sfogare il boxer in tutta la sua possenza, mentre chi guida si gode lo spettacolo in poltrona. Like a boss! Poi, quando arrivano le curve, nessun problema: l’ammiraglia Honda si lascia timonare docile, pennellando traiettorie perfette da far invidia ai cerchi di Giotto. Rigorosa, precisa, con una capacità di infondere fiducia - a discapito della mole - da non credere. E se si esagera, non batte ciglio e accetta anche gli strapazzi: sarà lei, eventualmente, ad avvertire quando “basta, è il momento di smetterla. Meglio abbassare il ritmo”. E lo farà con classe. Come solo una dama dell’alta società sa fare. Perché questa è l’aristocrazia del motociclismo, baby

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