Europa ostile al fuoristrada?

Europa ostile al fuoristrada?

Cavi d’acciaio e catene tese sulle strade sono purtroppo frequenti per i fuoristradisti. Non solo in Italia, però, almeno stando alle testimonianze di alcuni colleghi giornalisti di altri paesi europei, che abbiamo interpellato

15.04.2024 ( Aggiornata il 15.04.2024 16:27 )

Era il 17 marzo, quando ci siamo trovati a dover scrivere un nuovo articolo su un fuoristradista, ucciso da una catena tesa su una strada di campagna. Si chiamava Damiano Bufo e aveva 25 anni. Un ragazzo con la passione della moto.

A distanza di tempo, le indagini sembra abbiano messo in evidenza che si è trattato realmente di un incidente, piuttosto che di una mossa deliberata per fare male a motociclisti o mountain bikers.

In quell’occasione però abbiamo fatto una ricerca, per capire quante altre volte si erano verificati casi di cavi tesi come trappola per noi motociclisti. E ci siamo trovati a compilare una triste contabilità  che dimostra come questi episodi siano tutt’altro che rari. Anche se fortunatamente nella maggior parte dei casi sono meno drammatici.

Sull’argomento abbiamo fatto un approfondimento con diverse interviste, che uscirà sul numero di maggio di In Moto, in edicola dal 20 aprile. A parte abbiamo però contattato alcuni colleghi stranieri, per capire se anche in altri paesi europei c’è la stessa intolleranza aggressiva nei confronti dei fuoristradisti.

Pensavamo fosse un fenomeno solo italiano, invece abbiamo scoperto situazioni simili anche in altri paesi.

Catene tese per motociclisti in off-road: la situazione in Europa

Il primo a risponderci è stato Marien Cahuzak, caporedattore delle riviste olandesi Motor e Moto73, che ci ha raccontato di aver pubblicato un articolo sullo stesso argomento poco tempo fa. E ci ha lanciato una palla: “magari in futuro possiamo fare qualcosa l’uno per l’altro”.

Germania

Poi abbiamo sentito l’amica Eva Breutel, di Motorrad: “In Germania off-road non vai da nessuna parte. Almeno non al Sud. è vietato dappertutto! All’Est, dove abita poca gente, è più facile”.

Spagna

Situazione simile in Spagna. Antonio Regidor, direttore della rivista Solo Moto: “Ne abbiamo parlato anche sul nostro sito. Qui ci troviamo con gli stessi problemi da molti anni, non solo con le moto, anche con le mountain bike. Alcuni mettono chiodi per far scoppiare le gomme, o fili di ferro all’altezza del petto. Conosco un ragazzo che si è fatto male con un cavo ma, miracolosamente, non è successo niente. Qui in Spagna dal 2015, se non sbaglio, è vietata la guida fuoristrada. Si può circolare solo su strade larghe almeno 4 metri. Fare off-road è vietato, Enduro, Trial o anche soltanto circolare in moto è vietato”.

Francia

Dalla Francia Pierre Orluc, direttore di Moto Magazine ci ha mandato un suo articolo, uscito a metà  gennaio, nel quale si parla di una legge che renda obbligatorio segnalare con cartelli ben visibili le chiusure di strade e sentieri privati. Una legge che è stata già  presentata più di una volta (la prima 13 anni fa) e che non riesce mai ad arrivare alla promulgazione. Nel frattempo la situazione dei cavi tesi in Francia è peggiore che in Italia, colpendo anche mountain bikers, escursionisti e addirittura canoisti sui fiumi. E la contabilità è tremenda: dal 2004 si sono registrati 11 morti e 61 feriti. Drammatico.

Regno Unito

Infine il Regno Unito, con Llewellyn Pavey, titolare e direttore di Brake.Magazine.com, testata specializzata in fuoristrada, anzi, in “Adventure travel & Adventure Motorcycle”. Llewellyn, appassionatissimo e gentilissimo, ci ha risposto con una mail affettuosa, affermando che anche nel Regno Unito ci sono problemi simili, sebbene finora non ci sia fortunatamente scappato il morto. E ha scritto un testo appositamente per noi, che vi proponiamo: ”La situazione della guida off-road nel Regno Unito non è la migliore, ma potrebbe essere peggiore. Abbiamo ancora una guida fantastica nel Regno Unito, ma la portata è limitata rispetto ad altri paesi in Europa. In Scozia è ancora più difficile e ampie sezioni dell'Inghilterra centrale sono terreni agricoli e densamente popolati. Tuttavia, nel Sud, nel Nord e nel Galles ci sono alcuni sentieri belli e divertenti che portano in alcune delle zone più belle e panoramiche del Paese. Purtroppo a metà degli anni 2000 gran parte dei percorsi legali nel Regno Unito sono stati riclassificati come illegali per i veicoli fuoristrada e limitati solo all'uso di cavalli, a piedi e in bicicletta. Da allora ci sono battaglie in corso per conservare ciò che è rimasto aperto. E' una lotta continua.

La legalità è più complessa di quanto dovrebbe essere e per sapere quali percorsi sono legali servono mappe specifiche. C'è una società  chiamata Ordnance Survey che fornisce queste mappe e sono decisamente valide. Sono vettorializzate e hanno un'applicazione digitale per la creazione di percorsi. Se conosci le regole, l'uso di queste mappe rende la guida legale relativamente facile, ma richiede tempo.

Tuttavia, c'è un divario culturale nel Regno Unito. Il motociclismo non è uno sport popolare tra il pubblico in generale. Agli inglesi piace il calcio, il rugby, il cricket, camminare, andare a cavallo e gridare ai motociclisti. Questo a volte è peggiorato dal comportamento delle persone e ha portato ad alcuni dei problemi che affrontiamo. Ora è abbastanza difficile vietare i sentieri off-road, poiché sono stati scolpiti nella pietra di recente - intende probabilmente che sono stati ufficializzati come aperti al fuoristrada, ndr -, quindi qualsiasi controversia sulla loro legalità  non può essere fatta. Tuttavia, è ancora possibile chiudere a causa di cattive condizioni. La combinazione di rumore, densità abitativa e popolarità del camminare a piedi hanno creato un problema. Oltre a questo, il pubblico in generale ha pochissima conoscenza di ciò che è legale e di ciò che non lo è, creando ancora più problemi. Ci sono stati diversi incidenti simili al tragico evento che hai menzionato e sono stati presi relativamente sul serio dalla polizia, compresi i procedimenti giudiziari”.

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