Trieste: una mostra sull’italiano che salvò la BMW

Trieste: una mostra sull’italiano che salvò la BMW

Camillo Castiglioni, figura controversa del Novecento, acquistò nel 1917 l’azienda tedesca evitandone il fallimento. Nell’esposizione, fino al 21 luglio, vari cimeli originali provenienti direttamente dal Museo BMW e varie testimonianze per ripercorrere la sua vita di scaltro imprenditore

Redazione - @InMoto_it

02.07.2019 10:32

Un personaggio complesso e senz’altro affascinante al centro della nuova mostra inaugurata sabato 29 giugno a Trieste: Camillo Castiglioni, imprenditore triestino che ha attraversato da protagonista degli affari tutta la prima metà del Novecento. Passato alla storia con il soprannome “lo Squalo” per la sua spregiudicatezza, era figlio del Capo Rabbino della comunità ebraica di Trieste. Una vita piena di controversie, di investimenti, di rapporti con personaggi influenti e di saliscendi finanziari che alla fine han fatto sì che in nessun ambiente se ne conservasse troppo volentieri un buon ricordo. Ma questo è un rischio che chi naviga in certe acque è disposto a correre. Fino al 21 luglio, invece, la città di Trieste riporterà alla memoria le gesta imprenditoriali di Castiglioni, morto nel 1957 e figura di spicco in vari ambiti, anche e soprattutto in quello dei motori. La mostra si intitola "Camillo Castiglioni e il mito della BMW".

IL SALVATAGGIO DELLA BMW - Già, perché l’imprenditore, ebraico convertito evangelico, fascista emigrato in America dopo le leggi razziali, simpatizzante della destra austriaca e venditore di tutte le attività in Austria e Germania dopo l’ascesa di Hitler – piccoli esempi che fanno immaginare come fosse visto con riserva da qualsiasi classe socio-politico-religiosa, è l’italiano che nel 1917 ha acquistato la BMW investendo per tutti gli anni Venti in quella piccola azienda di auto e moto, salvandola da una fallimento certo e diventando una figura-chiave nella sua crescita.

CIMELI IN MOSTRA - La Casa tedesca non ha dimenticato. All’inaugurazione della mostra a palazzo Gopcevich, sono state esposte la R32, prima motocicletta prodotta con il marchio BMW e il primo motore boxer realizzato a Monaco di Baviera, l’M2B15: due reliquie provenienti direttamente dal museo della Casa madre. Oltre a questi oggetti di culto, documenti e pannelli raccontano vita e storia di Castiglioni, fra la vita a Trieste, le due guerre mondiali, le attività in Europa e il trasferimento negli Stati Uniti. Il triestino tornò nelle ultime fasi della sua vita in Italia, a Roma, dove ricoprì il ruolo di fiduciario per le banche americane. A rappresentare la famiglia, durante l’inaugurazione è intervenuta la pronipote Claudia Castiglioni, dichiarando: “Un uomo dalla vita spettacolare e fuori dai canoni. Per me è una grande emozione essere qua, per la prima mostra a lui dedicata in Italia”.   

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