Giubbotto da moto obbligatorio in Spagna. Una misura corretta?

Giubbotto da moto obbligatorio in Spagna. Una misura corretta?

Una proposta di legge spagnola rilancia la questione dell’obbligo di utilizzare abbigliamento tecnico in moto

11.12.2017 14:31

Il testo è da poco passato all’esame della Camera dei Deputati spagnola, il Congreso de los Diputados. Al momento, quindi, si tratta solo di una semplice proposta di legge, che tenta di farsi largo tra le maglie normative della nazione iberica dove, esattamente come in Italia, l’unico obbligo attuale, per chi usa moto e scooter, riguarda l’utilizzo del casco.

UNA QUESTIONE SPINOSA - Obbligare non è mai una buona idea. Sicuramente meglio “educare” alla sicurezza. Un concetto astratto, secondo molti, ma in realtà è il vero nocciolo della questione, l’unico rimedio veramente efficace. Se la maggiorparte di noi, infatti, quando guida la propria 2 ruote si veste di tutto punto (o quasi) utilizzando abbigliamento tecnico, sono tante le sacche di ignoranza persistenti su questo argomento. “Piloti” che si accorgono dell’importanza di indossare capi protettivi irrimediabilmente quando ormai è troppo tardi.

PERCHÉ SOLO LA GIACCA? - All’interno della proposta spagnola - proprio come in altri tentativi normativi visti negli anni (Italia compresa) - stupisce la superficialità: perché rendere obbligatorio solo l’utilizzo della giacca/giubbotto da moto (certo, meglio di niente), trascurando tutte le innumerevoli statistiche che spiegano in maniera chiara come la parte più esposta del corpo, in caso di incidente, siano in realtà gli arti inferiori? Secondo dati di qualche tempo fa divulgati dall’ACEM (associazione dei costruttori moto europei), estremità inferiori 31,8%, estremità superiori 24,3%, testa 18,4%.

OBBLIGHI CHE ALLONTANANO - Al netto di certe considerazioni, della giungla di omologazioni e certificazioni che una misura del genere verrebbe a creare... ma anche della retorica sul motociclismo simbolo di libertà, la verità in ogni caso è che certi obblighi rischiano di ottenere soprattutto un risultato: rendere la moto una passione “macchinosa” che allontana irrimediabilmente accoliti (o aspiranti tali).

ALLORA NON LAMENTATEVI - Che poi, in fondo, il primo obbligo, quello del casco, aveva insita un'istanza ragionevole. Qualcosa di non detto ma dal valore determinante: ti costringo a proteggerti la testa, affinché tu poi ne faccia buon uso. E basterebbe appunto usare testa e buon senso, per capire da soli l’importanza di proteggersi alla guida di una moto, scongiurando così l’avvento di leggi claustrofobiche. Insomma, non lamentatevi poi, se un giorno verrete multati perché magari non indossavate la tuta con l’airbag mentre raggiungevate gli amici al bar.

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