Esclusivo. Honda: in futuro meno CV e meno kg

Esclusivo. Honda: in futuro meno CV e meno kg
Yosuke Hasegawa, il responsabile delle piattaforme V4 della Honda

Redazione - @InMoto_it

30.09.2015 ( Aggiornata il 30.09.2015 17:28 )

di Riccardo Piergentili Yosuke Hasegawa è il responsabile di tutte le piattaforme V4 della Honda, quindi dei modelli più potenti, costosi e tecnologicamente più avanzati. Hasegawa ha un aspetto molto serio. Raramente sorride ma parla spesso di emozioni e possiede un computer portatile abbellito con numerosi adesivi degli AC/DC. La sua canzone preferita è “Back in Black”, ama il sound del motore V4, ha lavorato a uno dei progetti più estremi della storia del motociclismo (la RC213V-S), ragiona senza preconcetti, accetta le provocazioni e non usa troppi giri di parole per spiegare ciò che pensa e, soprattutto, ciò che pensa la Honda, un colosso che sta cambiando modo di ragionare e progettare... Lo scorso anno Shinji Aoyama, rispondendo a una nostra domanda, ha dichiarato che Honda stava progettando un nuovo V4, che avrebbe equipaggiato la Fireblade. A che punto è lo sviluppo di quel propulsore? “Parliamo della Fireblade ma anche di tutti quei modelli che Honda considera di alto livello. In Giappone stanno discutendo se puntare sugli L4, ovvero sui quadricilindrici in linea, oppure sui dei nuovi V4. Non è stata ancora presa una decisione”.
Sopra, l'attuale Fireblade. In futuro potrebbe montare un V4 ma non è stato ancora deciso.
Attualmente Honda produce un V4 di media cilindrata, che ha qualche anno sulle spalle, e un V4 di grossa cilindrata, non adatto alle moto sportive. In futuro potrebbe arrivare un V4 di 1000 cm3 che sostituirà gli attuali V4? “Se la sua domanda è se c’è un progetto concreto, la risposta è no. Se invece mi sta chiedendo la direzione che la Honda sta seguendo... ha fotografato perfettamente la nostra volontà, che è costruire qualcosa di più leggero, compatto e manovrabile. La ragione per cui affermo questo è che la gara a chi ha più cavalli va avanti da tanto, troppo tempo. Stiamo esagerando, perché questo modo di lavorare mal si sposa con le regole su emissioni e rumore. Per rispettare queste regole, con gli attuali obiettivi di potenza, bisogna incrementare molto le dimensioni e il peso dei motori e, quindi, delle moto, peggiorando la manovrabilità. Tra l’altro, alla fine bisogna usare l’elettronica per ridurre parte della potenza disponibile! Un vero e proprio circolo vizioso! A noi tutto questo non interessa più. Non nella produzione di serie, dove, come ho detto, vogliamo realizzare moto più agili e compatte rispetto a quelle che esistono oggi”. Quindi è auspicabile una riduzione di cilindrata dei vostri V4... “In questo momento è difficile rispondere alla sua domanda. Posso dirle... guardi la RC213V-S e non la consideri solo una moto da oltre 200.000 euro... Si tratta di una MotoGP replica, però è anche una dimostrazione di tecnologia, un obiettivo. Honda può costruire una moto di serie dotata di un V4 potente e compatto e in futuro i nostri V4 saranno sicuramente più compatti. Non posso affermare con certezza quale cilindrata avranno, però posso dirle che saranno più piccoli e leggeri”.
Sopra, Hasegawa e la VFR800F, equipaggiata con un V4 VTEC.
Sulla RC213V-S non c’è il cambio seamless, utilizzato sulle moto da corsa ufficiali. Dato che Honda è l’unica ad avere industrializzato il cambio DCT, il seamless non verrà industrializzato perché si correrebbe il rischio di sovrapporre questa tecnologia al DCT? “No. Ci sono altre ragioni pratiche per cui attualmente non è possibile industrializzare il cambio seamless. La prima riguarda i costi, piuttosto elevati. L’altra riguarda gli intervalli di manutenzione, che nel caso del seamless sono più complessi”. Se in MotoGP si potesse usare la trasmissione DCT, la preferirebbe al cambio seamless? “No. Parlando della tecnologia attualmente disponibile, sceglierei il cambio seamless, perché il DCT, per essere utilizzato su una moto da corsa, avrebbe bisogno di un alleggerimento”.
Sopra, la VFR1200F, la prima Honda equipaggiata con il cambio DCT.
Ha detto che la RC213V-S è un obiettivo, non solo una dimostrazione di tecnologia. In che tempi Honda potrebbe presentare una nuova V4, più leggera e compatta, concettualmente simile alla RC213V-S? “In tre, massimo quattro anni, ci piacerebbe molto industrializzare la RC213V-S ma non credo sia un obiettivo realistico. Sulla MotoGP replica vengono effettuate molte lavorazioni di alta precisione, che su una produzione di grande serie andrebbero cambiate. In un periodo relativamente breve, però, potremmo realizzare qualcosa che trasmetta il feeling della RC213V-S. Questa non è una missione impossibile”. Dato che state pensando a motori più compatti, per evitare perdite di potenza si potrebbe usare la sovralimentazione? C’è del potenziale. Senza dubbio. Anche sulle moto. Sulle auto i motori sovralimentati assicurano dei grossi vantaggi, però su una macchina lo spazio a disposizione è maggiore rispetto a quello disponibile su una moto, dove, con le tecnologie attuali, un propulsore sovralimentato risulterebbe ingombrante”.
Yosuke Hasegawa (sopra) non esclude né l'arrivo di propulsori sovralimentati, né l'arrivo di moto elettriche sportive.
Avete fatto uno studio di fattibilità riguardante un motore turbo dedicato alle moto? “Lo avevamo fatto negli anni ‘80, sulla CX500 Turbo... Oggi abbiamo fatto degli studi sul downsizing effettuato sui motori delle auto compatte”. Sulle vostre piattaforme V4, quali sono le aree che in futuro saranno oggetto delle maggiori evoluzioni? “Bisognerà lavorare moltissimo sulla centralizzazione delle masse e sull’integrazione tra moto e pilota, per migliorare l’agilità delle moto”. Se Honda le desse carta bianca e un budget illimitato, quale progetto realizzerebbe? “Attualmente le moto elettriche solleticano la mia creatività. Mi piacerebbe realizzare il prototipo di una sportiva equipaggiata con un motore elettrico. Mi piacerebbe sfruttare le caratteristiche del motore elettrico per realizzare una moto caratterizzata da un’accelerazione mozzafiato. Sarebbe una novità assoluta. Attualmente ci sono degli ostacoli; le batterie sono pesanti e ingombranti e non assicurano un’adeguata autonomia. Però è anche vero che nessuno ha investito il tempo e il denaro necessari per evolvere la tecnologia applicabile alle moto elettriche. Cercando di individuare i problemi, risolvendoli uno alla volta, secondo me si potrebbe realizzare qualcosa di realmente interessante, che potrebbe emozionare. Sarebbero emozioni diverse rispetto a quelle assicurate dalle moto equipaggiate con motori a combustione interna ma sarebbero comunque emozioni”.
Sopra, la RC213V-S. Il suo V4, compatto e leggero, rappresenta un obiettivo per l'industrializzazione di massa.

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